05 settembre 2024

Recensione: Trap, di M. Night Shyamalan ★★☆☆☆


M. Night Shyamalan firma un thriller atipico, quasi irriconoscibile rispetto alle sue opere precedenti, sia per la regia che per la trama.
"Trap" non mostra le caratteristiche distintive che hanno reso celebre il regista di film come Il sesto senso, The Visit e il recente Bussano alla porta. L'unico elemento che ci ricorda la mano di Shyamalan è la presenza forzata della figlia Saleka, che ci fa sospettare che il vero scopo del film sia quello di promuovere la carriera musicale della giovane popstar.

La trama è quella di un classico thriller su un serial killer e la caccia orchestrata dall'FBI per catturarlo, ma qui è dove iniziano i problemi. La sceneggiatura è costellata di buchi narrativi, con personaggi che agiscono in maniera inspiegabile e decisioni ovvie che vengono inspiegabilmente omesse. La stessa figura del serial killer è accennata con superficialità quasi irritante. Infine, non solo manca il consueto colpo di scena finale, ma sembra che il "twist" sia proprio la totale assenza di qualcosa di sconvolgente o rivelatorio.

L'ultima scena suggerisce la volontà di creare un sequel, una prospettiva che ci auguriamo non si concretizzi, lasciando Shyamalan libero di tornare a progetti più ambiziosi e meglio riusciti.

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