11 settembre 2024

Recensione: Beetlejuice Beetlejuice, di Tim Burton ★★★★☆

 


C’è sempre un po’ di scetticismo quando vai a vedere un sequel, soprattutto se si tratta del sequel di un film cult che arriva dopo più di trent’anni. E ancor di più quando il regista è Tim Burton, che ai tempi del primo film era innovativo e geniale, creatore di un universo cinematografico che ci ha regalato veri e propri capolavori.

Il fascino del primo “Beetlejuice” era prima di tutto estetico. Gli effetti speciali, già all’epoca vintage, e il ricorso all’animazione stop motion (che Burton riporterà in auge con i bellissimi “Nightmare Before Christmas” e “La sposa cadavere”) sembravano difficili da integrare nel cinema moderno fatto di computer graphic e animazione 3D. Invece, il nuovo “Beetlejuice Beetlejuice” è riuscito a stupire anche da questo punto di vista. Forse la CGI è stata usata, ma sicuramente non ha tolto nulla al fascino delle immagini.

Il nuovo episodio dello spiritello porcello, con il cast ritrovato (per quanto possibile) e rinnovato, è una nuova medaglia sul petto del regista californiano. Michael Keaton torna nel ruolo di Beetlejuice, affiancato da Winona Ryder nei panni di Lydia Deetz e Catherine O’Hara come Delia Deetz. Tra le nuove aggiunte al cast, spicca Jenna Ortega nel ruolo di Astrid Deetz, la figlia adolescente di Lydia. La presenza di Monica Bellucci nel ruolo di Delores, Willem Dafoe come Jackson e il cameo di Danny De Vito aggiungono ulteriore fascino al film.

La trama riprende trentasei anni dopo gli eventi del primo film. Lydia Deetz, ormai adulta e conduttrice di successo di un programma televisivo sul paranormale, tenta di riallacciare i rapporti con sua figlia Astrid, allontanatasi dalla madre dopo la traumatica scomparsa del padre. La famiglia Deetz torna nella storica casa di Winter River, ancora infestata da Beetlejuice, e si trova ad affrontare nuove avventure soprannaturali.

Un film divertente, spettacolare, senza tempi morti e grondante di passione per il cinema (anche italiano, con i numerosi riferimenti a Mario Bava). Tim Burton dimostra ancora una volta di essere un maestro nel creare mondi fantastici e affascinanti.

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