27 luglio 2021

Recensione: Blood Red Sky, di Peter Thorwarth ★★☆☆☆


I vampiri tedeschi hanno una antica tradizione nel cinema che va dal capolavoro di Murnau del 1922 (Nosferatu il vampiro) fino a questo "Blood Red Sky", che capolavoro non è, in cui si mettono in pentola diversi ingredienti. Il terrorismo, la maternità, la finanza, il razzismo e, volendo, anche il citazionismo.

Il gioco è quello di un vampiro buono che si ritrova ostaggio di (falsi) terroristi e comincia a infettare l'intero equipaggio e i passeggeri, compresi i dirottatori.

Si tratta di vampiri senza ironia, che ricordano quelli di "Dal tramonto all'alba" ma per nulla grotteschi. 

Il gioco claustrofobico è reso sicuramente bene ma la trama sembra quella di un episodio minore de "Ai confini della realtà".

Noiosetto in alcuni punti e con un finale annunciato già dalle prime scene che forse si poteva evitare, come anche i flashback della storia del contagio della mamma vampiro molto superficiale.

Inverosimile dal punto di vista tecnico, ma questo in un horror vampiresco è senz'altro accettabile, e banalotto nel totale, "Red Blood Sky" è un classico film televisivo senza grosse pretese. 

Evitabile ma non dannoso. Niente di nuovo, siamo sul mediocre.

Tra gli attori apprezzabile giusto la protagonista Peri Baumeister.

Su Netflix dal 25 luglio.

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