28 luglio 2021

A nuoto dal Vomero a Mergellina. "Marechià", il nuovo videoclip dei Nu Genea con Célia Kameni.


A due anni dall'album di esordio "Nuova Napoli" il duo elettro-funk Nu Genea (ex Nu Guinea) torna a stupire con un bellissimo videoclip che è già un successo su Youtube e vari social a una settimana dalla pubblicazione.

Il video di "Marechià" è stato realizzato da Fabio Gargano e Guido Lombardi (Take Five, Il ladro di giorni) e le immagini, girate in pellicola, ritraggono una Napoli luminosa in cui un anziano bagnante, vistosi bloccato l'accesso alla discesa di Marechiaro, decide di girare a nuoto tutta la città, dal Vomero fino a Mergellina, coinvolgendo una donna in questa passeggiata che li porterà ad un volo mistico sulla città. Il tutto su un bellissimo ritmo dance-funk con un testo napoletano-francese che ripete "je souis la-bas, la-bas, lla abbasc' a Marechià"

Nel video compaiono Cosimo Di Lena e Felicitè Mbezele, più un cameo non trascurabile del musicista Nero Nelson, il "podologo" Peppe Fetish e le Coccinelle.

Il brano "Marechià", realizzato in collaborazione con la cantante francese Célia Kameni, anticipa l'uscita di un nuovo album che i Nu Genea (Massimo Di Lena e Lucio Aquilina) stanno ultimando in Germania e che uscirà per la Carosello records.




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27 luglio 2021

Recensione: Blood Red Sky, di Peter Thorwarth ★★☆☆☆


I vampiri tedeschi hanno una antica tradizione nel cinema che va dal capolavoro di Murnau del 1922 (Nosferatu il vampiro) fino a questo "Blood Red Sky", che capolavoro non è, in cui si mettono in pentola diversi ingredienti. Il terrorismo, la maternità, la finanza, il razzismo e, volendo, anche il citazionismo.

Il gioco è quello di un vampiro buono che si ritrova ostaggio di (falsi) terroristi e comincia a infettare l'intero equipaggio e i passeggeri, compresi i dirottatori.

Si tratta di vampiri senza ironia, che ricordano quelli di "Dal tramonto all'alba" ma per nulla grotteschi. 

Il gioco claustrofobico è reso sicuramente bene ma la trama sembra quella di un episodio minore de "Ai confini della realtà".

Noiosetto in alcuni punti e con un finale annunciato già dalle prime scene che forse si poteva evitare, come anche i flashback della storia del contagio della mamma vampiro molto superficiale.

Inverosimile dal punto di vista tecnico, ma questo in un horror vampiresco è senz'altro accettabile, e banalotto nel totale, "Red Blood Sky" è un classico film televisivo senza grosse pretese. 

Evitabile ma non dannoso. Niente di nuovo, siamo sul mediocre.

Tra gli attori apprezzabile giusto la protagonista Peri Baumeister.

Su Netflix dal 25 luglio.

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26 luglio 2021

"America Latina", il nuovo film dei fratelli D'Innocenzo con Elio Germano presentato a Venezia



America Latina, il nuovo film scritto e diretto da Damiano e Fabio D'Innocenzo (Favolacce), sarà presentato, in concorso, alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. 
“Siamo estremamente grati ad Alberto Barbera e a tutta la sua squadra per aver accolto il nostro terzo film ‘America Latina’ in concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Abbiamo inseguito con tenacia questo palcoscenico e ora, con responsabilità e umiltà, ci rimettiamo allo sguardo degli spettatori” hanno dichiarato i gemelli D’Innocenzo. 
Nel cast, accanto a Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini e Massimo Wertmüller
Il film è prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, Vision Distribution e Le Pacte. 
America Latina sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.
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21 luglio 2021

Il trailer ufficiale di Diabolik, dei Manetti Bros. (nelle sale dal 16 dicembre)



Presentato in esclusiva in un evento live organizzato all'interno del Cinè - Giornate Professionali del Cinema di Riccione, ecco il primo vero trailer di "Diabolik", il cinecomic dei Manetti Bros nelle sale il prossimo 16 dicembre.
Cosa ne pensate? Sotto, in linea o oltre le vostre aspettative?




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15 luglio 2021

Recensione: La guerra di domani, di Chris McKay ★☆☆☆☆


Di solito qui evitiamo di scrivere recensioni su film che non ci sono piaciuti attribuendo la circostanza ad un errore di scelta più che alla scarsa qualità del film. Ma dopo quasi due ore di gente che spara a bestiacce carnivore sullo sfondo si uno scenario apocalittico da videogioco anni '90, sopportate solo nella speranza di un finale che restituisse un senso al sacrificio, qualcosa devo dire se non altro per mettere in guardia chi come me cercava un moderno film di fantascienza. 
"La guerra di domani" è uno sci-fi che di scientifico ha poco o nulla, una storia di viaggi nel tempo forse delle più cialtrone viste nei mainstream americani. 
Un'invasione aliena mette in ginocchio l'umanità in un futuro non remoto (30 anni) e la generazione matura pensa bene di correre nel passato a chiedere aiuto a mamma e papà. Da dove arrivino questi alieni (per nulla evoluti) non è tanto chiaro. Alla fine del film una mezza spiegazione viene data ma in maniera molto veloce, approfittando di un intervallo brevissimo tra una ennesima sparatoria e una sanguinosa scazzottata tra uomni e alieni. 
Il tutto, dalla regia all'uso spasmodico della colonna sonora, agli effetti sonori, allle frasi ad effetto, ripertano ai "bei tempi" dei (peggiori) action movie di Michael Bay dei primi anni '00.
Nel cast il divo marveliano Chris Pratt (solitamente simpatico ma qui uno stoccafisso) e l'australiana Yvonne Strahovski (bellissima interprete di Serena ne "Il racconto dell'ancella") e un J.K. Simmons pompato all'inverosimile.
Nessun motivo per guardarlo. 
Al cinema sarebbe stato un flop assurdo, mentre pare che su Amazon Prime stia riscuotendo un inspiegabile successo. 
De gustibus non est sputazzella.
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08 luglio 2021

"Ballo ballo (Explota Explota)" il musicarello spagnolo dedicato a Raffaella Carrà su Amazon Prime ★★★★☆


Nell'attesa della fiction-coccodrillo che inevitabilmente produrrà una televisione generalista, in cui probabilmente ci verrà proposta la storia della ragazza Raffaella Pelloni che dalla provincia romagnola arriva a diventare una star amata in tutto il mondo lottando contro pregiudizi e rinunciando all'amore, oggi possiamo rievocare il mito di Raffaella Carrà guardando un recente film spagnolo intitolato "Ballo ballo".

Si tratta di un vero e proprio musicarello, come quelli realizzati negli anni '60/'70 con protagonisti cantanti di grido con storie semplici per lo più basati su conflitti generazionali e storie d'amore a lieto fine.

"Ballo ballo" (in originale "Explota explota") non è infatti una biopic sulla grande Raffaella, ma un musical con le più celebri canzoni della cantante italiana che racconta l'emancipazione dei costumi della televisione spagnola negli anni '70, la fine del bigottismo televisivo che arriva grazie al coraggio di una ballerina che richiama la rivoluzione che Raffaella Carrà portò nella televisione italiana con i suoi abiti succinti, il famoso ombelico e i testi delle popolarissime canzoni che parlavano di come sia bello fare l'amore con chi hai voglia tu, con tanti auguri a chi di amanti ne ha più di uno.

Ballo ballo è stato prodotto dalla televisione spagnola RTVE in collaborazione con Rai Cinema, diretto da Nacho Álvarez e interpretato da Ingrid García-Jonsson, Verónica Echegui, Fernando Guallar e Giuseppe Maggio.

Una piccola produzione che rende omaggio ad un'artista nel modo migliore, ossia ricreando sullo schermo l'atmosfera festosa, sensuale e colorata delle sue canzoni.

Raccomandata la visione in lingua spagnola con sottotitoli, sia perché i musical doppiati sono un controsenso e sia perché le versioni italiane delle canzoni in molti casi non hanno nulla a che fare con la storia. E' il caso della scena in cui i protagonisti cantano "Tanti auguri" che in spagnolo recita "Se vuoi far bene l'amore devi venire al sud" e in Italiano "Come è bello far l'amore da Trieste in giù", dove il senso è lo stesso ma magari a Madrid avrebbero scelto un riferimento diverso dal capoluogo friulanooppure la celebre "Rumore" che in spagnolo è "Rumores", letteralmente malelingue. 

"Ballo Ballo" è in streaming su Amazon Prime Video



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05 luglio 2021

Recensione: Generazione 56K, di Francesco Ebbasta ★★★★☆


Con Generazione 56K Francesco Ebbasta (aka Capaldo), mente creativa dei TheJackal, torna a rivolgersi al pubblico adulto che li ha sostenuti per primo, ai tempi delle loro prime video-sperimentazioni su web. Un pubblico che rimase affascinato dalla padronanza con cui i cinque ragazzi napoletani (allora oltre a Francesco, Ciro, Simone e Alfredo c'era anche Mariano) manipolavano la cultura cinematografica creando mashup e parodie che ancora oggi restano tra le migliori viste su internet (vedi Il camorrista nel pallone, 30 denari - la vera storia della Pasqua). 
Diventati in poco tempo padroni assoluti della videoviralità social e maestri del product placement, i Jackal hanno successivamente (da Gli effetti di Gomorra sulla gente in poi) preso una strada diversa, mirata a compiacere un pubblico più numeroso, più giovane ma con meno pretese, come evidente nella loro partecipazione a LOL affianco al terribile Pintus e i commenti alle partite dell’Europeo. 
Ora però, con questa serie di otto episodi su Netflix dal 1 luglio, Francesco cambia completamente registro. Generazione 56K è una serie matura, scritta bene, leggera e divertente ma intensa e spesso emozionante, un giusto equilibrio tra rom-com e commedia nostalgica. Si evita accuratamente di entrare nel provincialismo o nell’iconografia del sud, pur essendo tutta la storia molto localizzata (tra Napoli e Procida) offrendo un affresco di circa 20 anni molto veritiero. 
Francesco Ebbasta è lo show runner e ha scritto e diretto i primi quattro episodi, quelli più briosi, lasciando la direzione degli altri a Alessio Maria Federici (Uno di famiglia, Terapia di coppia per amanti). 
I due Jackal Gianluca Fru e Fabio Balsamo sono misurati e molto affiatati, così come convincente è il protagonista maschile Angelo Spagnoletti, mentre una menzione speciale va alle due attrici Cristina Cappelli e Claudia Tranchese davvero eccezionali.
Cattleya, già partner cinematografica di Franceaco Ebbasta per "Addio fottuti musi verdi" stavolta ha vinto la scommessa supportando il regista nella creazione di qualcosa di davvero particolare.
Una serie comedy italiana che si inserisce senza goffagine tra le modern comedy internazionali, con in più (lasciatemelo dire) una location da fare invidia a tutti. Anche alla Pixar di “Luca”.
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01 luglio 2021

Sei Gradi Di SeparaZOne 4: da "Il capitale umano" a "A quiet place II"



I sei gradi di separazione di questa settimana ci portano dal successo di Paolo Virzì "Il capitale umano" all'horror di John Krasinski "A quiet place II" attraverso Fabio De Luigi, Vincenzo Alfieri, Harold Ramis, Lisa Kudrow ed Emily Blunt.


IL CAPITALE UMANO.



Una delle commedie più amare e probabilmente il miglior film di Paolo Virzì, che gli valse ben sette David di Donatello e altrettanti Nastri d'argento (più svariati altri premi anche internazionali), "Il capitale umano" fu anche un grosso successo di pubblico.
Film corale in cui, attorno alla vicenda di un incidente stradale che costa la vita di un cameriere, si sviluppano le storie di tantissimi personaggi, interpretati da attori di primissimo piano come Fabrizio Gifuni, Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Bentivoglio e una giovanissima Matilde Gioli al suo debutto sul grande schermo. Da quel 2014 la carriera dell'attrice milanese proseguirà senza sosta, tra fiction e cinema, come in "Gli Uomini d'oro" di Vincenzo Alfieri del 2019.


1.GLI UOMINI D'ORO.



L'opera seconda del giovanissimo Vincenzo Alfieri, che in questo film scrive, dirige e monta ma senza prendere parte come attore, è un notevole heist movie tratto da una storia vera di tre impiegati che nel 1996 si improvvisarono rapinatori organizzando la rapina di un portavalori.
Il film non ha avuto, secondo chi scrive, il successo di pubblico meritato. Avvincente, ben recitato, per nulla banale, "Gli uomini d'oro" ha anche il pregio di mostrare il lato drammatico di Fabio De Luigi, un attore solitamente utilizzato in ruoli comici brillanti.
De Luigi compare in un film di Giulio Manfredonia intitolato "E' già ieri" con Antonio Albanese protagonista.


2. E' GIA' IERI.



Film surreale in cui Albanese sembra tornare alle atmosfere magrittiane di "Uomo di acqua dolce", "E' già ieri" è un remake del successo americano "Ricomincio da capo" dove al posto della marmotta troviamo una cicogna.


3. RICOMINCIO DA CAPO.



Diventato in brevissimo tempo un cult e sicuramente la migliore commedia basata sul paradosso temporale (in fondo lo era anche "La vita è meravigliosa"), "Ricomincio da capo" è stato il primo grande successo di Bill Murray dopo Ghostbusters. Il regista del film, tra l'altro, era Harold Ramis che in Ghostbusters recitava accanto a Murray. Ramis ha girato 12 film, i primi dei quali con il collettivo National Lampoon, e molti di questi sono stati dei successi internazionali, come il mafia-comedy "Terapia e pallottole" del 1999


4. TERAPIA E PALLOTTOLE.



Robert De Niro in versione brillante convince in questa commedia del 1999, grazie anche alla "spalla" di Billy Crystal.
Paul Vitti (De Niro) è un boss in ascesa della mafia statunitense che, in seguito ad una crisi di panico durante una sparatoria, scopre di avere bisogno di uno strizzacervelli, "uno bravo" che lo aiuti a tornare lo spietato boss di un tempo. Il dottor Sobel (Crystal) suo malgrado diventa il suo analista e da quel momento la sua vita cambia radicalmente mettendo in crisi il rapporto con la compagna Laura, interpretata da Lisa Kudrow ed è proprio la bionda Phoebe di Friends il quinto grado di separazione in quanto tra le sue più recenti apparizioni dell'attrice troviamo "La ragazza del treno" di Tate Taylor del 2016.


5. LA RAGAZZA DEL TRENO



"La ragazza del treno" è un buon thriller hitchicockiano incentrato sull'ossessione di una donna per una coppia dall'apparenza felice che quotidianamente osserva sul treno che la porta al lavoro. Questo voyeurismo la coinvolgerà in una storia di scomparsa oltre che alla scoperta di aspetti inquietanti della propria vita.
Interpretato dall'attrice inglese Emily Blunt, che all'epoca era già celebre a Hollywood per "Sicario" e "Il cacciatore e la regina di ghiaccio", il film ebbe un buon successo di pubblico mentre la critica fu abbastanza freddina. All'epoca la Blunt era già sposata con il regista e attore John Krasinski che la dirigerà nei due capitoli del successo horror "A quiet place".


A QUIET PLACE II. 



Meno parli e meglio è. In un presente distopico la terra è invasa da mostri alieni ciechi ma con un udito straordinario e l'unico modo per non esser divorati è fare silenzio.
Questo il contesto in cui si muovono le storie della saga "A quiet Place" attualmente al secondo capitolo nelle sale. 
Il primo film del 2018 è stato un grande successo di incassi ed è piaciuto anche molto agli appassionati del cinema di genere. Stesso destino sembra prefigurarsi per il sequel che sta riscuotendo successo un po' ovunque.
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A Oliver Stone il premio alla carriera all’Ischia Film Festival: “Che peccato non aver girato in Italia”



Resta seduto tra il pubblico ad assistere alla proiezione, nel cuore del Castello Aragonese, del suo “Ogni maledetta domenica”, chiedendo con un sorriso che il celebre monologo di Al Pacino abbia il massimo volume possibile. 
E ringrazia l’Italia e l’isola per il premio alla carriera che l’Ischia Film Festival gli assegna, per mano del direttore Michelangelo Messina, in una sala all’aperto gremita ed entusiasta. 
Oliver Stone, tre volte Premio Oscar, si racconta partendo dall’ultima sfida, il documentario ‘JFK Revisited: Through the Looking Glass’, che sarà prossimamente presentato a Cannes e che già promette di far scalpore: “Ho deciso di raccontare JFK per i giovani, tornando sul caso dopo la terza inchiesta ufficiale e dopo il mio film. Sono venute alla luce cose particolarmente interessanti che contribuiscono a far luce su una delle storie più controverse del Novecento, che altrimenti le nuove generazioni ignorerebbero”. Poi Stone - regista di pellicole celebri come “Platoon”, “Nato il quattro luglio” e “JFK - Un caso ancora aperto” – annuncia che lavorerà presto “a un film sul ‘climate change’, sui grandi cambiamenti climatici in atto nel pianeta, e sul futuro del pianeta (si chiama “Bright Future” ed è in pre-produzione, ndr). L’anidride carbonica – dice - ci sta ammazzando, è necessario trovare energie alternative, liberandoci dalle logiche del denaro e magari puntando sul nucleare e sull’idrogeno”

news.ischia.it

Dalla sua suite dell’hotel Excelsior guarda il mare blu di Ischia e confessa: “Mi piace il vostro Paese, ma più di tutto adoro il cinema italiano, a cominciare da Rossellini, De Sica, Sofia Loren, che è stata ed è una delle mie muse, Marcello Mastroianni e Fellini: chi lavora in questo settore, non può per nessuna ragione ignorare il cinema italiano. E dell’Italia adoro anche il cibo (ha particolarmente apprezzato i prodotti degli orti ischitani, ndr), il senso di ospitalità e la bellezza dei paesaggi, impareggiabile. Mi sarebbe piaciuto girare in Italia. Una volta, anni fa, feci dei sopralluoghi a Cinecittà con Dino De Laurentiis, ma non se ne fece niente. Avrebbe voluto fare anche “Platoon” con me, ma non andò in porto. Poi, ho conosciuto il produttore Fernando Ghia, che lavorava con Franco Cristaldi nel 1974. Credo che girare in Italia sarebbe stata una grande opportunità”

Tra i temi affrontati con i giornalisti e nel dialogo serale, moderato dal critico Antonio Capellupo, anche la complessa contemporaneità del suo Paese, gli Stati Uniti: “Biden? Il problema non è tanto in chi viene eletto alla Casa Bianca, ma più il sistema, che resta profondamente imperialistico”. E ricevendo il premio con orgoglio, aggiunge: “Bisogna credere nei propri ideali e lottare per raggiungere gli obiettivi in cui si crede: io stesso mi sono dovuto rimboccare le maniche per diventare regista, girando ‘Platoon’ vent’anni dopo aver vissuto la traumatica esperienza del Vietnam. Ed è stato proprio tornando dalla guerra che ho avuto chiaro il mio destino: sarei diventato regista. Così ho frequentato la Film School di New York, accettando sudore e sacrifici e persino qualche fallimento, con diverse sceneggiature che non sono andate in porto. L’importante è, come sempre, rialzarsi. Anche quando – e a me è successo a 30 anni – sei pronto a gettare la spugna”.
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Il trailer di "Jolt", nuovo film action con Kate Beckinsale dal 23 luglio su Amazon Prime Video.


Lindy è una donna bellissima, sprezzante e ironica con un doloroso segreto: a causa di un raro disturbo neurologico che la affligge da tutta la vita, le accade a volte di essere presa da impulsi omicidi rabbiosi che può controllare solo dandosi una scossa elettrica tramite uno speciale dispositivo a elettrodi. 
Incapace di trovare amore e intimità in un mondo che teme la sua bizzarra patologia, si fida finalmente di un uomo abbastanza a lungo da innamorarsene, per poi trovarlo assassinato il giorno successivo. Con il cuore spezzato e piena di rabbia, Lindy parte in una missione di vendetta per trovare l’assassino, mentre la polizia è sulle sue tracce come principale sospettata del crimine.

"JOLT" è il nuovo film Amazon Prime disponibile dal 23 luglio diretto da Tanya Wexler e interpretato da Kate Beckinsale (The Widow), Bobby Cannavale (Homecoming) con Susan Sarandon e Stanley Tucci.



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