22 giugno 2021

Recensione: Mandibules, di Quentin Dupieux ★★★★☆


Alcuni Francesi sanno essere anche simpatici. Quentin Dupieux (aka Mr. Oizo) è uno di questi e con "Mandibules", film all'apparenza semplice ed essenziale ma che ha dietro un grande lavoro sia di scrittura che di mise-en-scene, ci regala una commedia surreale divertente e pacata che davvero non mi aspettavo.

Manu e Jean-Gab, due amici tonti e squattrinati, trovano nel bagagliaio di in un'auto rubata una mosca gigantesca, delle dimensioni di un grosso maiale ed hanno la brillante idea di addomesticarla per poi utilizzarla come cane da riporto per dei furtarelli. Ma l'ingombrante insetto è solo un mac-guffin che porta suo malgrado i due protagonisti in situazioni bizzarre e al limite del parossistico in un susseguirsi di eventi che ricordano le atmosfere de "Il Grande Lebowski", film che sicuramente ha ispirato Dupieux.

Le vicende che attraversano Manu e Jean-Gab sono però solo apparentemente surreali. I due caratteri dei protagonisti sono in fondo molto reali. La loro voglia di arricchirsi standosene fermi ad aspettare che la mosca-drone porti loro quello che desiderano è imposta dalla società, ma ciò che vogliono davvero è non avere programmi o scadenze e vivere esattamente come vivono, senza cambiare una virgola della loro condizione. Una sorta di hippy del nuovo millennio.

Oltre ai due interpreti principali David Marsais e Grégoire Ludig, altri attori del film sono India Hair, Romeo Elvis e la bravissima Adèle Exarchopoulos (Palma d'Oro per "La vita di Adele") qui in un ruolo quasi comico, nella parte di una ragazza affetta da un disturbo che non le fa controllare la voce e la sua comparsa in scena risulta davvero esilarante (almeno nella versione in lingua originale).

P.S. Sempre più fastidiosi i titoli aggiuntivi italiani. Qui siamo a livelli di mancanza di rispetto per gli spettatori andando a parafrasare un vecchio film di Aldo, Giovanni e Giacomo per farci capire che di tratta di una commedia.




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