19 giugno 2021

Recensione: Luca, di Enrico Casarosa ★★★★☆




Rispetto ai Pixar storici, ma anche ai recenti "Inside Out" e "Soul", il film di Enrico Casarosa non possiede quella componente filosofica e introspettiva che rende il cinema di animazione apprezzabile anche da un pubblico maturo. E' fondamentalmente un bellissimo cartone per ragazzi, leggero e pulito con una morale di tendenza. 

L'Italia è la protagonista assoluta, anche negli evidenti ma non fastidiosi stereotipi e nei numerosi riferimenti al cinema italiano (divertente la foto di Mastroianni in "Divorzio all'Italiana" come santino sulla Vespa) e a "Pinocchio", anche se qui il distacco dalla casa paterna per conoscere il mondo affrontando tutte le inevitabili difficoltà fino a diventare bambino vero in "Luca" avviene in maniera molto meno tragica che nel libro di Carlo Collodi

Luca e Alberto sono allo stesso tempo sia Pinocchio e Lucignolo che il Gatto e la Volpe (a proposito, grande Edoardo!!), la fatina è una simpatica adolescente sfigata (termine che forse negli anni '50 però non era usato) e piuttosto che diventare lui per magia un vero bambino, il burattino/pesce Luca trova il modo di integrarsi in una società che lo considera un mostro.

Luca è quindi ancora un film che parla di inclusione, pur compiendo un passo in avanti stigmatizzato in una frase di un personaggio nel finale il cui senso è che in una società complessa come la nostra, così come in un piccolo borgo di pescatori, integrarsi non significa necessariamente abbattere i preconcetti ma essere in grado di riconoscere le persone pronte ad accettare le diversità, anche se molti continueranno a vederci come mostri.

Tecnicamente la ricostruzione degli ambienti e degli oggetti (la Vespa!) è eccezionale.
Più vicina ai lavori della Sony Picture Animation ("I Mitchell contro le macchine", "Piovono polpette!") che non ai precedenti Pixar, il tratto grafico di "Luca" non ricerca tanto la riproduzione della realtà e il rispetto delle leggi fisiche, piuttosto la bellezza dell'immagine. Per questo motivo l'effetto sullo spettatore dell'incredibile luce solare della riviera ligure che illumina la storia di Luca e il suo amico Alberto potrebbe dipendere molto dallo schermo sul quale guarda il film. E' ovvio che su un tablet di 10 pollici si vedrà un film diverso che su un Oled 4k HDR di 60 pollici. 

Il lavoro dei doppiatori italiani, da Alberto Vannini e Luca Tesei fino alle guest Saverio Raimondo (anche nella versione USA) , Luca Argentero, Marina Massironi etc. è stato eccezionale, ma inevitabilmente nella traduzione si perdono molte battute basate sull'italianità.

Qualcosa dentro di me, però, mi porta a pensare che il giudizio positivo su "Luca" possa essere influenzato dall'orgoglio italiano e dall'ambientazione in quell'Italia degli anni '50/60 che è stata location prediletta di molto cinema italiano dell'epoca d'oro. Ma cerco di far tacere quella voce. Silenzio, Bruno!

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