10 giugno 2021

Recensione: The Father, di Florian Zeller ★★★☆☆


L'alzheimer rappresentato in tutta la sua crudezza, sul volto e sul corpo di un attore perfetto come Anthony Hopkins e sui sofferti sorrisi di Olivia Colman (The Crown, La favorita).

Anthony (Anthony Hopkins) ha 81 anni. Vive da solo nel suo appartamento londinese e rifiuta tutte le persone che sua figlia Anne (Olivia Colman) cerca di imporgli. Presto però Anne non potrà più andarlo a trovare tutti i giorni avendo preso la decisione di trasferirsi a Parigi con un uomo che ha appena conosciuto. La malattia di Anthony lo porta a non riconoscere più la figlia e confondere ricordi ed eventi recenti fino alla paranoia.

L'oscar a Hopkins per questa interpretazione è stato inevitabile. Il senso di confusione, disagio, panico e insofferenza portato dalla malattia è espresso in ogni centimetro del corpo dell'attore e in uno sguardo che riesce a trasmettere alla perfezione quello che succede nella mente di un uomo che vede il suo mondo disgregarsi, perdersi e naufragare.

Il film è l'adattamento di una piece teatrale dello stesso regista del film, Florian Zeller, ed infatti ha i tempi e i ritmi di una rappresentazione teatrale, con una regia minimale che si limita a seguire gli attori. 

Un film bello, di quelli da vedere in lingua originale (un bellissimo inglese british) in quanto la recitazione è il fulcro del film e nel vederlo con le voci omologate dei nostri bravissimi doppiatori ci troveremmo di fronte solo ad una storia non eccessivamente originale di un anziano signore che non ci sta più con la testa. 

Resta il mistero di perché nella distribuzione italiana la BIM abbia voluto aggiungere al titolo originale la frase "Nulla è come sembra" connotando il film di un alone mistery (se non grottesco) come se volesse alludere a un complotto. 

Pensavamo che i tempi di "Se mi lasci ti cancello" fossero ormai passati.

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