22 maggio 2021

Recensione: Le Streghe, di Robert Zemeckis ★★★☆☆


Per chi non lo ricordasse, Robert Zemeckis è uno dei più eclettici e innovativi registi degli ultimi 50 anni. Dall'inizio della sua carriera ha sfornato capolavori che coniugano perfettamente tecnica e contenuti, toccando praticamente tutti i generi cinematografici. La commedia nera de "La morte di fa bella", l'animazione di "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", la fantascienza di "Ritorno al futuro" e "Contact", l'action avventuroso de "L'inseguimento della pietra verde", le grandi storie di "Forrest Gump" e "Castaway", il thriller de "Le verità nascoste" e altri titoli che rimarranno nella storia del cinema da fare invidia al suo amico Steven Spielberg.

Tutti titoli che hanno in comune la predilezione per gli effetti speciali, usati sempre con maestria, fino all'ultimo "Benvenuto a Marwen" del 2018. 

Anche nell'ultimo film "Le Streghe" trasmesso da Sky Cinema e ora disponibile su Now, gli effetti speciali e il CGI la fanno da padrone, e spesso ci viene in mente il macabro "La morte mi fa bella" e qualche atmosfera burtoniana ("La fabbrica del cioccolato").

Ma il problema di questo ventesimo lungometraggio di Zemeckis è che contrariamente a quanto traspare dal trailer, si tratta di un film per bambini. 

"Stuart Little" e "Alvin Superstar" potrebbero essere i riferimenti per il target.
La storia è una classica favoletta horror ed anche i dialoghi e i ritmi sono quelli di un film Disney prima maniera, se non fosse per la crudezza e mostruosità delle scene in cui compaiono le orribili streghe e le trasformazioni dei bambini in animali. Difficile pensare che un bambino riesca a dormire per le successive tre notti.

Anne Hataway è inquietante quanto basta per rendere la strega suprema credibile. Caratteristica delle streghe di Zemeckis, infatti, è la bocca grande che va da un orecchio all'altro e la bella attrice americana ha effettivamente un notevole sorriso anche senza effetti speciali.

Gli altri interpreti Stanley Tucci e Octavia Spencer caratterizzano al meglio i personaggi e si integrano bene nel contesto fiabesco.

Il ritmo è un po' lento e l'intreccio davvero molto semplice, ma non sarebbero certo questi dei difetti considerando che siamo di fronte a un prodotto per bambini. 

D'altro canto anche gli effetti speciali e l'animazione 3D ci sembrano un po' datati. Da Zemeckis ci si aspetterebbe un'innovazione, come in "Roger Rabbit", "The Christmas Carol" e "Beawolf", invece è tutto un deja vu, anche se la fotografia.

Il musicista Alan Silvestri, geniale compositore per lo schermo autore di melodie immortali come in "Forrest Gump", "Ritorno al futuro" e "The Avengers", qui fornisce una colonna sonora standard da atmosfera fiabesca dark, confondendosi un po' col collega Danny Elfman.

Il problema comunque non è Zemeckis, ma siamo noi. Noi della Generazione X consideriamo quelli di Zemeckis film per un pubblico adulto, ma forse solo perché per lo più li abbiamo visti da adolescenti e continuiamo ad amarli e riguardarli non sembrandoci invecchiati. Ma forse è un illusione. Forse anche i citati capolavori erano semplicemente film per ragazzi e se li vedessimo oggi per la prima volta avremmo la stessa sensazione di disagio come nel caso di "Le Streghe".

Da vedere sicuramente con la consapevolezza di poter esser fuori target.

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