Tutti titoli che hanno in comune la predilezione per gli effetti speciali, usati sempre con maestria, fino all'ultimo "Benvenuto a Marwen" del 2018.
Anche nell'ultimo film "Le Streghe" trasmesso da Sky Cinema e ora disponibile su Now, gli effetti speciali e il CGI la fanno da padrone, e spesso ci viene in mente il macabro "La morte mi fa bella" e qualche atmosfera burtoniana ("La fabbrica del cioccolato").
Ma il problema di questo ventesimo lungometraggio di Zemeckis è che contrariamente a quanto traspare dal trailer, si tratta di un film per bambini.
"Stuart Little" e "Alvin Superstar" potrebbero essere i riferimenti per il target.
La storia è una classica favoletta horror ed anche i dialoghi e i ritmi sono quelli di un film Disney prima maniera, se non fosse per la crudezza e mostruosità delle scene in cui compaiono le orribili streghe e le trasformazioni dei bambini in animali. Difficile pensare che un bambino riesca a dormire per le successive tre notti.
Anne Hataway è inquietante quanto basta per rendere la strega suprema credibile. Caratteristica delle streghe di Zemeckis, infatti, è la bocca grande che va da un orecchio all'altro e la bella attrice americana ha effettivamente un notevole sorriso anche senza effetti speciali.
Gli altri interpreti Stanley Tucci e Octavia Spencer caratterizzano al meglio i personaggi e si integrano bene nel contesto fiabesco.
Il ritmo è un po' lento e l'intreccio davvero molto semplice, ma non sarebbero certo questi dei difetti considerando che siamo di fronte a un prodotto per bambini.
D'altro canto anche gli effetti speciali e l'animazione 3D ci sembrano un po' datati. Da Zemeckis ci si aspetterebbe un'innovazione, come in "Roger Rabbit", "The Christmas Carol" e "Beawolf", invece è tutto un deja vu, anche se la fotografia.
Il musicista Alan Silvestri, geniale compositore per lo schermo autore di melodie immortali come in "Forrest Gump", "Ritorno al futuro" e "The Avengers", qui fornisce una colonna sonora standard da atmosfera fiabesca dark, confondendosi un po' col collega Danny Elfman.
Il problema comunque non è Zemeckis, ma siamo noi. Noi della Generazione X consideriamo quelli di Zemeckis film per un pubblico adulto, ma forse solo perché per lo più li abbiamo visti da adolescenti e continuiamo ad amarli e riguardarli non sembrandoci invecchiati. Ma forse è un illusione. Forse anche i citati capolavori erano semplicemente film per ragazzi e se li vedessimo oggi per la prima volta avremmo la stessa sensazione di disagio come nel caso di "Le Streghe".
Da vedere sicuramente con la consapevolezza di poter esser fuori target.
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