27 aprile 2021

Recensione: The Serpent ★★★☆☆


La serie The Serpent non sarebbe nemmeno male. E' avvincente, bei personaggi, belle ambientazioni e anche la storia è intrigante. 

Il problema è che ha quel "difettuccio" che sempre più spesso affliggono i prodotti Netflix. Il fatto di essere una serie quando avrebbe potuto (dovuto) essere un film.

Una storia che si sarebbe potuta raccontare in un'ora e mezza (anche abbondante) è stata allungata a dismisura per durare ben otto ore quando in fondo la vicenda raccontata occupa un arco di tempo di un anno scarso.

Appaiono infatti ridicoli i continui rimandi temporali con salti di due o al massimo quattro mesi, in cui luoghi e i personaggi sono sempre gli stessi, tra l'altro vestiti sempre allo stesso modo dal momento che le vicende si svolgono in una parte del pianeta dove praticamente è estate perenne.

La storia (vera) è quella di un criminale (Charles Sobhraj) mezzo francese e mezzo vietnamita che adesca, deruba e ammazza turisti hippy (dall'aspetto trasandato ma pieni di contanti)  in viaggio a Bangkok e ai quali ruba il passaporto per potersi muovere liberamente per esercitare la sua attività secondaria di trafficante di diamanti.

Lasciando stare il fatto che il serialkiller in questione sia un sosia di Antonello Venditti e i già citati flasback-forward continui e inopportuni, il tutto appare abbastanza credibile e godibile. Consigliamo la visione breve, saltando gli episodi dal 3 al 6. Tanto con i già citati inopportuni flashback si recupera al meglio.

 

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