11 settembre 2017

Manetti, Rak & Bunker: ipotesi di una join venture per un progetto di animazione su Alan Ford.

Esattamente dieci anni fa, durante un’intervista ad Antonio Manetti per KinemaZOne, il regista romano ci confessò un sogno del cassetto che i Manetti Bros. avevano da molto tempo: 



Un film su Alan Ford, quindi, il fumetto di Magnus e Bunker che ininterrottamente dal 1969 esce in edicola sempre con la firma dell’inossidabile Max Bunker
Un anno prima KinemaZOne aveva avuto già la fortuna di intervistare il grande Max con il quale era stato naturale affrontare l’argomento cinema e la sua risposta era stata stranamente simile alla visione dei Manetti. 


Alan Ford, come molti ricorderanno, ha goduto il picco di popolarità negli anni ’80 grazie alla versione a disegni animati nella trasmissione televisiva di Giancarlo Governi e Guido De Maria “SuperGulp!”. 

Pensiamo che un fumetto come Alan Ford, più di altri, debba il suo successo e la sua fama, oltre all'ironia di Bunker, anche all'impronta grafica eccezionale data da Magnus prima e poi portata avanti da Paolo Piffarerio e i disegnatori più giovani, per cui più che ad un liveaction penseremmo ad un film o una serie di animazione.

In dieci anni i Manetti di strada ne hanno fatta abbastanza per poter contare su budget più sostanziosi e nel nostro paese molti nuovi talenti sono venuti fuori nel campo dell'animazione, non ultimo quello di Alessandro Rak, tra gli autori dell’osannato Gatta Cenerentola che ha dimostrato a
Venezia che il cinema di animazione in Italia è una realtà sulla quale poter investire e, soprattutto, dotata di una raffinatezza ed originalità che la rendono distinguibile. 

Ci piace pensare, quindi, che gli amici Manetti Bros, Max Bunker e Alessandro Rak possano oggi incontrarsi e discutere sulla fattibilità di un progetto di animazione su Alan Ford (film o serie TV).

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08 settembre 2017

Il canale Cine Sony arriva in Italia in chiaro (Canale 55 DTT)

Da oggi, 8 settembre, c'è un nuovo canale in chiaro sul digitale terrestre dedicato al cinema. Si tratta di Cine Sony che va a prendere il posto di Capri Gourmet TV (in pochi ne sentiranno la mancanza) sul canale 55. Diversamente da Rai Movie, Iris e Paramount Channel, il nuovo canale Sony promette delle prime TV di tutto rispetto nel suo palinsesto prime time. Si comincia subito alle 19:00 dell'8 settembre con "Captain Phillips – Attacco in mare aperto", film di Paul Greengrass del 2013 con Tom Hanks, che veste i panni del coraggioso comandante di una nave presa in ostaggio dai pirati. 

Il canale, per ora, non è in HD, e questo per un canale dedicato al cinema non è una cosa bella.

Di seguito la programmazione prime time della prima settimana di Cine Sony TV. 
Giovedì 7 settembre, h.19: CAPTAIN PHILLIPS – ATTACCO IN MARE APERTO (2013) 
Giovedì 7 settembre h.21:30: QUANDO L’AMORE BRUCIA L’ANIMA (2005) 
Sabato 9 settembre h.21: BIG FISH – LE STORIE DI UNA VITA INCREDIBILE (2003) 
Domenica 10 settembre h.21: JERRY MAGUIRE (1996) 
Lunedì 11 settembre h.21: DRAFT DAY (2014) 
Martedì 12 settembre h.21:30: BLACK SAILS (stagione 3, episodi 1-2) 
Mercoledì 13 settembre h.21: THE PUSHER (2004) 
Giovedì 14 settembre h.21: MONSTER (2003)

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'Veleno' di Diego Olivares, oggi alla Settimana della Critica di Venezia74

"Veleno", come quello che criminali senza scrupoli hanno disseminato in un piccolo centro del casertano. 
Diego Olivares presenta oggi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia il suo nuovo film, evento speciale della Settimana della Critica, dal 14 settembre al cinema. 
Il film è una produzione Bronx Film, Minerva Pictures e Tunnel Produzioni in collaborazione con Gesco Gruppo di Imprese Sociali, Rai Cinema, Sky Cinema e Film Commission Regione Campania, distribuito da Altrestorie. 
La pellicola racconta l’esperienza delle mamme che vivono tra le province di Napoli e Caserta, dramma che nel film viene raccontato da Rosaria, la donna coraggiosa interpretata da Luisa Ranieri. Cosimo (Massimiliano Gallo) è invece il simbolo della resistenza alla devastazione ambientale e del legame profondo con la terra e i suoi prodotti, un interprete che rappresenta a pieno l’anti-ecomafia sociale tipica di chi in quelle terre ci vive e lavora.
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01 settembre 2017

Recensione: Dunkirk, di Christopher Nolan ★★★★☆

Un evento storico della Seconda Guerra Mondiale raccontata da tre diversi punti di osservazione.
Abbiamo un giovanissimo soldato inglese che non ha nessuna intenzione di fare la fila per imbarcarsi dalle coste francesi per sfuggire all’avanzata tedesca, un pilota della RAF incaricato di coprire dal cielo le operazioni di imbarco verso la costa Inglese e un civile che si offre volontario nell’ aiutare la Marina nella ritirata con la sua imbarcazione.
Tre punti di osservazione diversi (anche come durata) di una vicenda complessa ma della quale Christopher Nolan decide di mostrarci solo la percezione di chi l’ha vissuta sul posto e nulla ci viene detto delle motivazioni politiche dietro le vicende di quella settimana movimentata.
Non vediamo un Nazista o qualcuno del quartier generale della British Army e se non fosse per le didascalie ad inizio film probabilmente non capiremmo nemmeno cosa stia realmente accadendo. Nolan ci fornisce quelle stesse poche informazioni che avevano soldati e civili intorno Dunkink per poi immergerci in un continuo, altalenante e ricorsivo flusso di eventi.
Nolan non ha voluto fare, quindi, un film storico, piuttosto ancora una volta quello che gli interessa è guidare lo spettatore in una dimensione inusuale, stavolta non fantastica e tantomeno metafisica.
In Dunkirk  è il realismo la chiave con la quale Nolan (regista, autore e sceneggiatore) ci apre le porte di un’esperienza emotiva molto forte. Il realismo sì, ma non crudezza.

Immagini perfette, suoni impressionanti, dialoghi ridotti all’essenziale, musica incessante, montaggio non lineare, tutto contribuisce a trasmettere una tensione continua interrotta soltanto da improvvisi (e un po’ stonati, secondo chi scrive) momenti trionfali di eroismo patriottico che rivela  la natura statunitense della produzione. 

In conclusione, si tratta del buon vecchio Nolan delle scene perfette e che si diverte a mischiare tempi e luoghi (anche se stavolta il motivo non era narrativo), ma (per fortuna?) non il Nolan di Interstellar e Inception che pretende la catarsi dello spettatore.
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