06 settembre 2016

Un paese quasi perfetto, di Massimo Gaudioso (recensione)

Massimo Gaudioso è un personaggio molto interessante del nostro cinema. E' autore delle sceneggiature dei film più belli degli ultimi anni, collaboratore fedele di Garrone (sue le sceneggiatore di tutti i film), Verdone e Luca Miniero, autore televisivo, documentarista e molto presente ovunque si parli di cinema per raccontare la sua esperienza.
Il suo esordio come regista è questo "Un paese quasi perfetto", adattamento di un film francese, con tre splendidi attori come Paone, Silvio Orlando e Buccirosso accompagnati da Miriam Leone, Fabio Volo e una serie di ottimi caratteristici. Tutti professionisti di alto livello in campo, quindi, eppure quello che ne vien fuori è una videobroshure di Pietrapertosa in Basilicata con un pretesto narrativo e uno sforzo creativo davvero trascurabile.
Un vero peccato, perché l'affiatamento dei protagonisti poteva portare a qualcosa di buono.

Gianluca Terragni (Fabio Volo) è un medico condotto costretto a stare d'istanza in un piccolissimo paese Lucano per un mese. Gli abitanti però hanno bisogno di un medico condotto stabile in quanto solo così possono ottenere un finanziamento europeo per l'apertura di una fabbrica che darebbe lavoro a tutto il paese. Così, l'intera popolazione si impegna per rendere la vita del giovane medico perfetta in modo che non voglia più andarsene. Complicazioni, ripensamenti, innamoramenti, nuovi affetti porteranno ad un prevedibile epilogo che accontenta tutti.
Poco più di quanto descritto nelle sequenze del film. Tutto molto piatto, standard e già visto. 
Un trascurabile prodotto da filmcommission che non lascerà il segno nelle carriere di nessuno degli artisti coinvolti. Specialmente in quella di Gaudioso che certamente presto tornerà a fare bene.

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