La storia (autentica) di un'eroe mancato quella raccontata da Enrico Caria nel docu-thriller "L'uomo che NON cambiò la storia" presentato fuori concorso a Venezia.
Era il 1938 quando, in occasione dello storico incontro a Roma tra Benito Mussolini e Adolf Hitler, l'archeologo Ranucci Bianchi Bandinelli fu chiamato a fare da interprete stando loro affianco per giorni e giorni avendo così, senza riuscire coglierla, l'occasione di cambiare la storia dell'umanità "accoppando" in un colpo solo i due dittatori.
Attraverso ricostruzioni storiche e immagini d'archivio, Caria racconta con la sua consueta ironia mai invadente, la storia di questo personaggio non molto noto ma estremamente interessante, in contrasto prima con il regime fascista (al quale fu costretto comunque a prestare giuramento) e poi con le posizioni del Partito Comunista Italiano al quale aderì subito dopo la guerra.
"L'uomo che non cambiò la storia" segna il ritorno al cinema di Enrico Caria dopo cinque anni dal suo "L'era legale" e a pochi mesi dalla pubblicazione del romanzo "Indagine su un mago senza testa".
Il docufilm è liberamente ispirato al diario di quelle giornate dello stesso Bandinelli intitolato "Il viaggio del Furer in Italia" ed è prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
Nelle sale a novembre 2016.
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