Netflix deve aver scoperto il valore commerciale del target "VECCHI NERD" e ha creato un prodotto che più mirato non si può.
In Stranger Things, infatti, non ci sono solo citazioni alla cinematografica sci-fantasy-horror degli anni '80. La serie dei fratelli Duffler è proprio scritta e prodotta utilizzando tecniche di scrittura e ripresa degli anni '80. Il 4K di Netflix sembra addirittura in certi casi fuori posto, per dire.
Visualmente, per chi ha più di 40 anni, è tutto un deja vu. Ogni inquadratura è riferita a Wes Craven, Spielberg, finanche il De Palma di Carrie e Carpenter (che sembra essere stato assoldato anche per la colonna sonora), tutto molto vintage e con il solito vizio di abbondare la scenografia di elementi solo degli anni '80 come se non fossero esistiti i '70 e i '60.
E' inevitabile pensare all'operazione di tributo agli '80 di Abrams con "Super 8", e devono averci pensato anche i Duffler visto che in una scena (solo una) ci hanno messo addirittura il difettuccio del lens flare.
Nella scrittura il tutto, storia e sceneggiatura, è un magico e abile miscuglio di storie sci-fi ormai di culto: Gremlins, Nighmare, E.T., Carrie, Alien, La cosa, La casa e Ritorno al futuro, fino riferimenti non cinematografici come Dungeons and Dragons (riferimento principale di tutta la storia), X-men e Tolkien.
Si salta spesso dalla sedia, inevitabilmente, e spesso viene la voglia di alzarsi e incitare i buoni a non essere più buoni nei confronti dei "bastardi della NASA".
Ottimo il doppiaggio italiano, anch'esso rispettoso dei "nostri" anni '80 con la traduzione censurata del linguaggio degli adolescenti.
Una serie che si va ad aggiungere alla rosa dei grandi colpi di Netflix assieme a "Daredevil" e "Jessica Jones"(personalmente superiore ad entrabmi).
Senza spoilerare, dico solo che il cliffhanger con una nuova stagione c'è, e non necessariamente ambientata ancora negli anni '80...
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