Venerdì 1 luglio 2016, alle ore 21.25, nello straordinario scenario della Cattedrale dell’Assunta, presso il Castello Aragonese di Ischia, sarà proiettato l’atteso film “Festina Lente”, il primo lungometraggio di Lucilla Colonna che racconta cinquanta anni di Rinascimento italiano attraverso gli occhi della poetessa e nobildonna Vittoria Colonna.
Ospite del Festival, la bellissima e talentuosa attrice Francesca Ceci, protagonista del film in programmazione al Festival.
Una serata particolare in cui nulla è lasciato al caso, soprattutto la location. Sì, perché proprio nella Cattedrale dell’Assunta al Castello Aragonese, nel lontano 27 dicembre 1509, Vittoria Colonna sposò Ferrante D’Avalos e, nelle sale del Castello, ospitò esponenti del suo circolo culturale.
In virtù di questo forte legame storico, il comune di Ischia è gemellato con i comuni di Marino e di Vasto.
“Al Festival, per presentare il film ‘Festina Lente, sarà nostra ospite la protagonista – ha affermato il Direttore Michelangelo Messina – Francesca Ceci è una giovane, bella e promettente attrice italiana; siamo contenti possa partecipare alla XIV Edizione del Festival e presentare una opera che è legata a doppio filo con l’isola d’Ischia e il Castello Aragonese che ospita l’intera manifestazione.”
Il primo lungometraggio di Lucilla Colonna racconta cinquanta anni di Rinascimento italiano attraverso gli occhi della poetessa e nobildonna Vittoria Colonna (1490-1547).
Quando Vittoria era una bambina, Papa Alessandro VI Borgia confiscò tutto ciò che la sua famiglia possedeva, ma il rapporto contrastato fra lei e la corte pontificia era destinato a continuare e a manifestarsi anche con Papa Clemente VII Medici e Papa Paolo III Farnese.
Nipote del duca d’Urbino Federico da Montefeltro, a diciannove anni sposò Francesco Ferrante D’Avalos, discendente di una famiglia di origini spagnole, che morì prematuramente combattendo per Carlo V e il Sacro Romano Impero.
Donna di grande sensibilità e cultura, conservava nella sua vasta biblioteca i testi pubblicati dal primo grande editore della Storia, Aldo Manuzio, sotto il marchio di stampa “Festina lente”. Ella conobbe e scambiò corrispondenza con le personalità più influenti del Rinascimento: Ludovico Ariosto, Pietro Aretino, molti regnanti, il cardinale Reginald Pole e frate Bernardino Ochino, che fu obbligato a fuggire in Svizzera dopo aver aderito alle idee di Lutero.
Mise in discussione il ruolo tradizionalmente riservato alle donne, riuscendo ad ottenere grande stima dalla società maschilista della sua epoca.
Divenne amica e confidente di Michelangelo Buonarroti, che le dedicò alcuni dei suoi più struggenti sonetti, nei quali la magnificava con parole come queste: “Un uomo in una donna, anzi un dio, tramite la sua bocca parla”.
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