14 gennaio 2016

Quo vado?, con Checco Zalone (recensione)

Ma che volete tutti da Checco Zalone? Anzi, ma che vorremmo mai da Checco Zalone? O meglio, ma che cosa vuole Checco Zalone (o meglio la Medusa) da noi? Dobbiamo gridare al miracolo anche se evidentemente il miracolo non c'é? Non se ne parla.
Il buon Checco non fa altro che i film che può fare un comico che viene dalla televisione, con tanti riferimenti ai temi più popolari e con l'unica pretesa di far ridere il pubblico senza dover necessariamente contare su una cultura appena sopra la sufficienza.
Quei film "leggeri e divertenti", insomma, che da soli non beneficerebbero del passa parola, come succede per i film cult, e che per diventare campioni di incassi non devono avere alcuna concorrenza. E così è stao per " Quo vado?", non giriamoci intorno.
Ormai sembra qualunquista dire che il successo di pubblico di questo film sia dovuto soltanto al fatto che è stato programmato a tappeto nel periodo post natalizio.
E va bene, ma allora qual'é il motivo?
Come mai Zalone al cinema fa più spettatori di quando si esibisce in televisione, dove fa quasi le stesse cose? Anzi, in tv il suo talento viene fuori molto più chiaramente e per giunta gratis.
Non è assolutamente da recriminare una distribuzione cinematografica che cerca di sfruttare al massimo l'afflusso al cinema nel periodo delle feste, per lo più con un prodotto non volgare, ma non bisogna nemmeno fingere di non sapere come vanno le cose e parlare di fenomeno quando di fenomenale c'è davvero poco.
"Quo vado?" è un film qua e là divertente, fedele allo stile del comico pugliese di rappresentare la meschinità dell'Italiano medio in maniera piú grottesca e meno surreale di un Fantozzi, inevitabile riferimento di una satira di costume. Zalone é oggi quello che ieri era Pieraccioni, prima ancora Abbatantuono e Pozzetto.
Comunque, sempre meglio di Siani.

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