14 aprile 2015

Daredevil, la serie: la Gomorra dei cinecomics

di Ferdinando Carcavallo
Nel weekend sono stato a casa di un amico che vive vicino New York e ho visto su NetFlix le prime due puntate di Daredevil.
L'impressione, vi anticipo, è stata positiva, tanto che il prossimo weekend conto di tornarci per vedere le altre undici puntate. Sì, perché da quelle parti è così che fanno: le serie le buttano fuori tutte assieme e non una o due puntate per volta, così uno si organizza e se le vede quando vuole. Magari pure non in ordine, nessuno glielo impedisce.
Comunque io le prime due puntate di Daredevil le ho viste in ordine, sia chiaro.
Il mio rapporto con questo supereroe Marvel - devo dire - non è mai stato particolarmente forte. E' nota a tutti la differenza di atmosfera tra questo personaggio e tutti gli altri della sconfinata scuderia di Stan Lee. Matt Murdock è un uomo tormentato, senza paura (certo) ma anche senza molta verve. Non fa battute, non è un allegrone e nemmeno un sognatore. Matt Murdock è un uomo non vedente con un gran senso della giustizia ma anche della vendetta. 
Personalmente, dicevo, ho sempre tenuto Devil (come negli anni '70 l'Editoriale Corto decise di chiamarlo) abbastanza in disparte perché mi era fastidiosamente evidente la sua lontananza dal mondo adolescenziale che in quel periodo mi volevo godere.
Daredevil è sempre stato un fumetto per adulti, anche prima dell'arrivo di Frank Miller, e questa versione fiction è esattamente quello che Daredevil è sempre stato. Fumetto e serie sono quasi perfettamente sovrapponibili. La scelta degli interpreti è azzeccatissima, anche se l'arrivo di Rosario Dawson nel secondo episodio è il momento in cui la serie prende davvero il volo.

Non ci troverete nulla delle atmosfere marveliane viste al cinema (anche se siamo in perfetta sincronia spaziotemporale con Avengers) in quanto molto più vicina alle serie crime dei network americani, con un realismo che per i supereroi (a parte Birdman) è impensabile. 
Azzardando un paragone italiano, potremmo dire che "DareDevil" sta "Agents of S.H.I.E.L.D" come "Gomorra - La serie" sta a "Don Matteo".
Gli episodi sono autoconclusivi, anche se ovviamente c'è una metastoria che li attraversa tutti e in qualche modo i finali sono spiazzanti, proprio per la mancanza di effetto gancio (cliffanger) con l'episodio successivo. Probabilmente, come ha detto qualcuno, una serie che viene pubblicata tutta assieme non ha bisogno di questi giochetti narrativi.
Nel complesso, quindi, Daredevil mi ha fatto riscoprire il Devil fumetto. Forse dovevo solo diventare adulto per apprezzarlo in pieno.

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