È abbastanza evidente che “Wanderers” rappresenti, per il regista Erik Wernquist e per tutto il suo team, un campione significativo delle proprie competenze, una piccola vetrina (di neanche quattro minuti) in cui si mettono in mostra le capacità (notevoli) nell’animazione 3D e nella computer grafica.
Basandosi sui dati originali della NASA, del Goddard Space Flight Center di Greenbelt e dell’ESA, il regista svedese compone una serie di immagini che stupiscono sia per la qualità degli effetti speciali, sia per la rigorosità scientifica che trapela dalle immagini stesse.
Inutile tirare in ballo i campioni del cinema di fantascienza (Kubrick in primis), o i recenti successi hollywoodiani sul tema (Gravity, Interstellar). Wanderers non possiede una storyline ben definita, gioca con il sistema solare, comunica suggestioni. E ha come obiettivo principale la meraviglia dello spettatore e la necessità di generare interesse negli addetti ai lavori. Diciamo che l’intento parrebbe raggiunto.
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