Non solo Tim Burton e Guillermo del Toro, ma anche l’italiano Enzo D’Alò pensa che la cinematografia mondiale, stavolta limitata al cinema d’animazione, sia carente di adattamenti della favola di Collodi.
Ecco quindi il “Pinocchio” italiano con le voce di Rocco Papaleo, Paolo Ruffini e le musiche di Lucio Dalla.
Personalmente, ritengo che l’unica maniera vincente di presentare Pinocchio in un ennesimo film di animazione (non c’è solo quello Disney, ma anche numerosissimi lungometraggi a medio-basso costo da tutto il mondo) sarebbe stata quella di ispirarsi alle inarrivabili tavole di Jacovitti, ma a giudicare dalle immagini del trailer non è così. Il Pinocchio di D’Alò (La Gabianella e il Gatto, Opopomoz) è un classico film di animazione 2D molto colorato ma sicuramente fuori tempo massimo che si va inevitabilmente a confrontare non solo con i giganti Pixar e Dreamworks ma con una miriade di produzioni televisive di cui abbondano i network digitali e il cui livello qualitativo resta abbastanza alto (nonostante il numero).
Fa piacere comunque notare la presenza di personaggi della favola collodiana che mai erano stati rappresentati, come il Pescatore Verde e il cane Alidoro e una fata che torna ad essere la Bambina dai Capelli Turchini di cui il burattino si invaghisce fino a desiderare di diventare umano.
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