17 ottobre 2011

Vincitori e non solo del Marseille Web Fest

di Ferdinando Carcavallo
"The Big Dick Mike Show" vince il premio della giuria della prima edizione del Marseille Web Fest. Come tutti i premi assegnati anche questo non è scevro da polemiche e dissensi. C'è da dire che dalla sua la serie americana è senz'altro originale e ben realizzata (sia nella scrittura che nella recitazione) ma quello che più ha disorientato di questa scelta è la motivazione del presidente del festival Michel Reilhac che ha ritenuto la serie di Paul Jerome e Jermaine Jevon quella che tra tutte più si avvicina nella qualità a un prodotto cinematografico e televisivo. Come a dire che "The Big Dick Mike Show" era quella che meno sembrava una serie web. Tra l'altro mi sembra davvero una web serie nel senso più classico del termine. Giudicate voi stessi.






Altro premio assegnato è stato quello del pubblico andato alla serie spagnola "Malvivendo" che a poche ore dalla chiusura delle votazioni si è aggiudicato più di 2000 "Mi piace" sul canale del festival, lasciando dietro "L'altra" e la canadese "The Jim" in un testa a testa che vedeva favorito l'italiana.
Premi a parte, il festival di Jean Michel Albert si è svolto nel migliore dei modi. Le proiezioni sono state impeccabili e interessantissime. Personalmente ho avuto modo di conoscere serie che mi hanno davvero colpito come il geniale "Script cops" di Scott Rice (USA), il bellissimo Shankaboot (Libano), e il divertente Thijs and the Ladies (Olanda) di Joris Van Den Berg
Le serie che più hanno colpito il pubblico, invece, sono state Gnome Syndrome dei francesi Noa Nuer e Guillame Moreels (due professionisti da tenere d'occhio) e Party Girls Plus One di e con Jennifer Dawson presente al festival in gran forma assieme al demiurgo delle web serie americane Mike Ajakwe (Who...).
E l'Italia? L'Italia c'era o no al festival? Altro che. 
Prima di tutto il personaggio di Mike de Luca, quello col premiato big dick, è di origine italiana, e poi c'eravamo noi con "Travel Companions" e Riccardo Milanesi e Marco Verdura con "L'altra"
Le proiezioni delle due web serie italiane sono state applaudite anche se, vista la maggioranza di anglofoni in sala, i sottotitoli in inglese avrebbero favorito la comprensione soprattutto per una serie dalla struttura così particolare come quella di Milanesi in cui la comprensione del testo è fondamentale (ricordiamo che la storia de "L'altra" passa attraverso le immagini di una webcam e i commenti su facebook di attori invisibili).





Tutto sommato è valsa la pena di esserci a questo importante evento in cui è stato tangibile più che mai che anche in Europa lo scenario dell'enterteinment sta profondamente cambianto. E, lasciatemi dire, non c'entra nulla col cinema e la televisione.


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