08 settembre 2011

Bad Teacher (recensione)

di Ferdinando Carcavallo

“Opere siffatte” avviliscono lo spettatore italiano il quale si trova inevitabilmente a chiedersi “Ma non eravamo noi i più bravi a fare le commedie?”.
Certo che eravamo noi, altro che. Come dice il mio amico Simone Lando, la commedia italiana è stata grande finché autori e registi hanno potuto contare su quei grandi caratteristi che provenivano dal teatro comico e facevano da cornice/contraltare agli attori principali. Gli americani hanno ancora la cultura del cinema di carattere ecco perché quelli che oggi sono attori protagonisti, divi superpagati, li si può vedere in ruoli di contorno (carattere) in film di qualche anno fa.
Cameron Diaz è stata la biondina carina e scemotta in molti film degli anni 00 ed oggi la vediamo mattatrice di una commedia dalle tinte forti e sboccata circondata da uno stuolo di caratteristi di prim’ordine. Come spesso succede alle bellezze del cinema americano (e alle donne vere), l’età matura ha reso la biondina di “Tutti pazzi per Mary” più sexy e certamente più intrigante.
Bad Teacher”, comunque, è niente altro che una commedia, senza sottotrame e chiavi di lettura diverse da quella della storia raccontata (semplice e scontata), quindi annoverabile in quel cinema industriale di intrattenimento che troverebbe il suo contesto ideale più in una pay TV che in una sala cinematografica.
La storia è quella di un insegnante molto “scazzata” che, rimasta single e squattrinata, ha come unico scopo nella vita quello rifarsi il seno, cosa che la Diaz fortunatamente non ha fatto (ancora).
Nella sua semplicità, “Bad teacher” è un film godibilissimo. Si ride molto di una comicità popolare ma non volgare in cui parolacce, doppi sensi e macchiette sono elementi del contesto e non essi stessi le molle del divertimento.
Insomma, una barzelletta ben raccontata.

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