In bocca al lupo. Anzi, alla scimmia!
Last Monkey
In bocca al lupo. Anzi, alla scimmia!
Parliamoci chiaro, la venerazione assoluta che nutro nei confronti dei fratelli Joel ed Ethan Coen mi rende complicato parlare in maniera lucida del settimo numero di Moviement, collana di cultura cinematografica edita dalla Gemma Lanzo Editore che chi segue KinemaZone (ma in generale chi si occupa di cinema in senso lato), dovrebbe conoscere bene.
Numero dedicato alla famosa coppia di registi/sceneggiatori/produttori di Minneapolis, quindi, i quali hanno raggiunto la vetta della celebrità hollywoodiana con i tre Oscar (film, regia e sceneggiatura non originale) per “Non è un paese per vecchi” (ma già in precedenza avevano vinto quello per la sceneggiatura originale di “Fargo”), i quali fin dagli esordi si erano conquistati un posto di riguardo nel cuore della critica con la vittoria del Premio della Giuria al Sundance Film Festival 1984 (con “Blood Simple - Sangue facile”) e successivamente con la Palma d’Oro a Cannes 1991 (con “Barton Fink”). Moviement dedica loro una monografia che raccoglie (come di consueto) saggi ed interviste che vale la pena leggere e conservare. In particolare, dopo un inizio affidato a Paul Coughlin che tratteggia la loro iperbole artistica, tocca ad Alessandro Baratti (direttamente dalla squadra de Gli Spietati) scendere a fondo sulla loro opera per ragionare sulla postmodernità del loro noir crossoverizzato. Douglas McFarland affronta i sottotesti morali di “Non è un paese per vecchi”, Gemma Lanzo scandaglia il versante della commedia (e le loro influenze storiche nonché blasonate), David Del Valle prova a dare nuove chiavi di lettura a “Il Grande Lebowski” e alla mitologia che il protagonista Dude si è costruito nel tempo (esiste addirittura una religione laica, la “Church of the Latter-Day Dude”, che cerca di coniugare Jeffrey Lebowski col Taoismo). Dopo l’approfondita analisi de “Il Grinta” da parte di Elena Dagrada e Gabriele Gimmelli, e le interessanti interviste di Alex Simon e Cole Haddon, si chiude con il solito apparato di Citazioni e Filmografia. Da sottolineare come questo sia uno di quei rari casi in cui si può consigliare a ogni tipo di lettore un saggio che per densità e approfondimento sembra indirizzato soprattutto agli addetti ai lavori. Come non fare i complimenti alla Gemma Lanzo Editore?