05 luglio 2011

Coffe Brecht, improvvisazione teatrale.

di Ferdinando Carcavallo

Devo ringraziare Chiara e Francesca per avermi dato l’occasione di avvicinarmi a quello che pensavo fosse un passatempo per single in cerca di incontri.
Mi sbagliavo. Il teatro di improvvisazione è (anche?) altro. Vabbè, diciamo soprattutto.
Uno spettacolo teatrale in cui nulla è preparato, definito o scontato è l’essenza stessa del teatro della commedia dell’arte. I guitti (nell’accezione nobile del termine) mettono su delle piccole storie o dei quadri drammaturgici sulla base i spunti dati dal pubblico. L’abilità non è quella di inventare lì per lì cosa dire e cosa fare (ne verrebbe fuori un gioco da villaggio vacanze) ma nella velocità e immediatezza dell’adattamento di schemi conosciuti (repertorio/pattern) in un contesto nuovo.
Fantasia, intuizione e velocità di esecuzione. Le componenti fondamentali del genio secondo “Amici miei”. E c’è sicuramente del genio nel saper intrattenere un pubblico (senza molestarlo con eccessivi coinvolgimenti) per un ora e più in giochi da adulti.
Dei 14 ragazzi in scena ieri sera all’Orto Botanico di Napoli magari solo 3 o 4 faranno (o fanno) gli attori per professione, ma tutti potenzialmente potrebbero farlo. Tutti loro conoscono il segreto di un palco, i punti deboli del pubblico e i punti forti di loro stessi. Sono cose che tornano sempre utili, anche se si fa l’impiegato.

P.S. Questo non significa che non prenderò più in giro le già citate Chiara e Francesca. La differenza è che adesso avrò più argomenti.

www.ilpozzoeilpendolo.it

28 commenti:

Miriam ha detto...

Come fa ad associare l'improvvisazione per un'asociazione di persone in cerca di avventure pseudo-sentimentali?
L'articolo è interessante ma il primo periodo rischia di offendere professionisti che si dedicano a questo genere di spettacoli. Saluti

Miriam ha detto...

Errata corrige "ad un'associazione"

KinemaZOne ha detto...

Miriam, era un paradosso per altro smentito, ma poi mi chiedo cosa ci sarebbe di sconveniente nel cercare avventure pseudo sentimentali?

gino ha detto...

questo è un patetico tentativo di sviare il concetto espresso da Miriam; è ovvio che non c'è nulla di male, ma associare tale passatempo ad un'attività teatrale è quanto meno riduttivo ed offensivo nei confronti di chi ci mette passione, impegno e sacrificio. E' poi con il trucchetto dell' (anche?) non è stato smentito del tutto. Diciamo che non è stata una battuta felice. Del resto chi fa Improvisazione è abituato ad essere considerato di serie "B" rispetto al Teatro su testo, ma non per questo si convice di esserlo. Mai.

KinemaZOne ha detto...

Leggendo i vostri commenti sto quasi convincendomi che l'errore nel mio post è in tutto il resto.
L'autorironia o per lo meno la capacità di accettare l'ironia è un dono che purtroppo non si acquisisce con l'esercizio e nemmeno con l'esperienza sul palco. C'è o non c'è. Se non c'è è bene astenersi dal mettersi in gioco.
Nessuno considera serie B l'improvvisazione, ma possono essere di serie B alcuni che la fanno senza comprenderla.

Anonimo ha detto...

Qualcuno si offende se dico che mi sono divertito?
Ci tengo a precisare che le mie non erano risate di scherno, erano genuine.

Compagnuccio Simon

Anonimo ha detto...

è un maschio!

Flavio

KinemaZOne ha detto...

Compagnuccio, ma non ti vergogni a ridere di professionisti che ci mettono la passione, impegno e sacrificio?

Chiara ha detto...

tutti ci siamo avvicinati all'improvvisazione teatrale non sapendone quasi nulla, per gioco, per amore del teatro, quasi sempre solo quello tradizionale e in casi particolari quello contemporaneo...Quando ho visto il primo spettacolo d'improvvisazione ho avuto la fortuna di vedere professionisti all'opera e subito ho avuto la percezione della difficoltà, della bravura e di cosa poteva celarsi dietro quel lavoro.
Questo post mette in evidenza come, anche guardando un saggio, uno spettacolo amatoriale sia possibile comprederne il lavoro, l'impegno e sopratutto divertirsi...e non mi sembra POCO!

Francesca ha detto...

...In effetti il Post iniziale ha detto proprio questo... Ma forse qualcuno si è fermato alla battuta, felice o meno, sulle persone in cerca di avventure pseudo-sentimentali...
Continuate la lettura prego, e capirete che c'è motlo altro.

gino ha detto...

accidenti, ma quanto è difficile capire che solo la frase iniziale era inappropriata, mentre il resto dell'articolo è ben scritto? per fortuna siamo ancora in un Paese democratico in cui si possono esprimere pareri. se poi l'autore dell'articolo pensa di essere infallibile e di giudicare chi è degno di salire sul palco....

KinemaZOne ha detto...

Gino, una frase non è inappropriata solo perchè non ne capisci il senso.
La rete è grande.

Chiara ha detto...

WOW, non mi capita da anni che qualcuno usasse la parola 'accidenti'...;)
Gino sei vintage!!!

Miriam ha detto...

Chi non capisce il senso della frase forse è proprio Lei, signor Carcavallo, che pensava di fare una battuta ma non si è reso conto di aver fatto una gaffe e non chiede neanche scusa. Gli improvvisatori e gli attori conoscono bene il loro mestiere, io invece non ho mai letto una recensione con un incipit così poco opportuno. E nessun redattore fa seguire il proprio articolo da un p.s. Il resto dell'articolo coglie l'essenza dello spettacolo quindi gli scherzi e i lazzi tra amici li faccia su Facebook o su altri social network.
Riuscirebbe ad essere autoironico se qualcuno offendesse i suoi libri o i suoi corti?
Se il signor Gino vuole scrivere "accidenti", che ci trovate di male? Per essere à la page occorre necessariamente esprimersi con parolacce?

KinemaZOne ha detto...

"gaffe"? "redattore"? "parolacce"? Scusi, Miriam, ma di cosa sta parlando?
E' così lontana dalla logica e dalla realtà la Sua polemica che la prospettiva di riuscire a portarLa alla comprensione della mia battuta mi risulta alquanto lontana.
Ad ogni modo, questo è un blog, io non sono un recensore e se Lei è usa navigare in Internet per leggere solo quello che Le piace, nello stile che ritiene giusto e senza ironia, forse è per Lei giunto il momento di scrivere da se qualcosa, rileggerlo e compiacersi.
Dicono che faccia bene e sia meno tossico deglipsicofarmaci.

Miriam ha detto...

Seguirò il Suo consiglio e farò come Lei: scriverò delle interviste a me stessa firmandole con lo pseudonimo di uno dei miei autori preferiti.
http://kinemazone.blogspot.com/search/label/Interviste

KinemaZOne ha detto...

Intendevo proprio quello. Attenta ai P.S. ;-)

Chiara ha detto...

...e basta!

gino ha detto...

penso che tale discussione non porterà a nulla; il fatto che sia io che Miriam abbiamo comunque sottolineato che l'articolo fosse ben scritto evidentemente non interessa; per l'autore bisogna essere d'accordo su tutto, altrimenti si non si è autoironici, non si capisce il senso delle frasi, siamo di serie B, psicolabili, ecc... Capperi!!! (un'altra espressione che mi piace usare); se le cose stanno cosi, mi arrendo. Resto della mia idea, rispetto il punto di vista dell'autore, ma non tollero che non sia rispettato il mio. tutto qui. saluti

Marco ha detto...

Egregio KinemaZone,

ero in scena l'altra sera e mi limito a dire che mi fa piacere che lei abbia apprezzato lo spettacolo, con tutta la sua (elevata) imperfezione.

Quindi torni quando vuole, sarà sempre il benvenuto. Ma gliel'avrei detto anche se lo spettacolo non le fosse piaciuto.
:)

Grazie ancora, e scriva quello che sente quando e come lo sente.
Marco.

PS: Per quanto riguarda la frase iniziale, la rassicuro: personalmente non mi sono sentito né offeso né sminuito né niente (e giuro che non ci sono andato per rimorchiare ;-).
Vada tranquillo, non si può piacere a tutti.

Miriam: e dai, prendi le cose con più leggerezza.

Miriam ha detto...

Marco, a differenza dell'autore dell'articolo ascolto le critiche altrui e posso cercare di prendere le cose con più leggerezza, nonostante non sia abituata ad essere superficiale. La prossima volta eviterò discussioni in cui gli interlocutori reagiscono con arroganza alle critiche, credendo che quello che scrivono sia intoccabile. Sono d'accordo con Gino sul fatto che le osservazioni riguardanti lo spettacolo siano condivisibili ma le avrei reputate tali anche se fossero state critiche negative.

KinemaZOne ha detto...

Marco, ora che conosco questo tipo di spettacolo certamente coglierà altre occasioni di vederlo. Meglio se sarete ancora voi sulla scena.
Mi fa piacere ti sia piaciuto il post. E' una piccola cronistroria di una scoperta e della smentita di un pregiudizio. Quello che pensavo essere (prima di vederlo) uno come tanti passatempi di adulti si è invece rivelata una forma d'arte con tutti i crismi, anzi più genuina di molte operazioni teatrali poco sincere.
Complimenti ancora.

KinemaZOne ha detto...

Miriam, io Le vorrei pure dare soddisfazione e risponderle, ma davvero non capisco di cosa si sia offesa. Il casus belli mi sfugge. Prima se l'è presa per una cosa che non ho scritto (ossia che fare teatro di improvvisazione e rimorchiare sia la stessa cosa) poi ha spostato la sua attenzione sul mio P.S. (la infastidisce il latino?) e alla fine mi accusa di giudicare la gente perchè usa espressioni desuete.
Trovo il dialogo con lei sterile e poco interessante, quindi non se la prenda se smetto di replicare ai suoi commenti.

Anonimo ha detto...

già è in piedi e corre come un matto

Manlio il veterinario

KinemaZOne ha detto...

grande Flavio. Auguri!

Miriam ha detto...

Continui pure ad offendere che le riesce molto bene. Rinuncio anche io a dialogare con un muro di gomma e La lascio bearsi nell'illusione che pretendere di avere ragione e non avere dei ripensamenti sia la strada vincente.

Chiara ha detto...

Miriam ma stai improvvisando?? è la scena del conflitto? ahahahah

gino ha detto...

....ma tre per tre....farà nove ?