26 gennaio 2011

The social network

di Ferdinando Carcavallo

Non ho visto un grande film. Ho visto “The social network”. Ho visto un film che racconta di problemi legali tra giovani studenti di Harvard intorno alla proprietà intellettuale di un sito web diventato in breve tempo un affarie milionario.
Raccontare questa vicenda giudiziaria era proprio l’obiettivo di David Fincher (che dirige) e Kevin Spacey (che produce) e lo fanno con molto meno attenzione ai personaggi di quanto non succeda in una puntata di Low & Order.
I personaggi del film, da Zuckerberg ai suoi rivali, sono tutti molto piatti e piatta è anche la storia. Quello che vedi quello è, senza nessun sottotesto o riflessione sull’impatto sociale ed economico che l'invenzione del social network più popolare del mondo possa avere sulla società. C’è da dire che questa non era l’intenzione degli autori e che non è certo un obbligo che un film debba fare delle analisi o argomentare tesi, ma quando la trama della storia è così semplice e lineare (accuse da una parte e difesa dall’altra) in due ore di immagini e parole la noia si affaccia più volte con insistenza.
In sintesi, non ho trovato davvero niente, non dico di memorabile, ma almeno di notevole in questo film. Le aspettative c’erano (nominations a parte) soprattutto per il primo trailer rilasciato su internet ormai quasi un anno fa con quella bellissima cover corale di Creep dei Radiohead.

3 commenti:

Lilith ha detto...

Cacchio! Non sono d'accordo nemmeno un po': http://www.cupofbrain.info/2010/11/the-social-network-dietro-facebook/

Lilith ha detto...

Guarda, la tua è una delle pochissime (non l'unica) recensioni che ho letto così lapidariamente negative, per questo devo dire che mi ha molto stupita, anche perché ci abbiamo visto cose diverse.

Nyko ha detto...

I media celebrano Mark Zuckerberg come il giovane prodigio che a soli 23 anni è diventato miliardario grazie al successo di Facebook, ma non prestano attenzione agli “investimenti di capitale a rischio” per più di 40 milioni di dollari effettuati dalla CIA per sviluppare la rete sociale.

... continua su La "Teoria del Complotto"