01 dicembre 2010

The road

di Flavio Ignelzi

Non ho letto il romanzo “The Road” di Cormac McCarthy (vincitore del premio Pulitzer per la narrativa nel 2007) e me ne sono pentito. Soprattutto perché il film dell’australiano John Hillcoat me lo ha irrimediabilmente bruciato, porcazozza. La storia è abbastanza semplice: padre e figlio attraversano gli Stati Uniti d’America devastati da una catastrofe non meglio identificata per raggiungere la costa e il mare. Il padre è un Viggo Mortensen tanto bravo quanto antipatico, il figlio è un anonimo Kodi Smit-McPhee, e poi c’è la fugace apparizione di Charlize Theron (bella-bella-bella, qui anche produttrice) nel ruolo della madre.

La struttura è abbastanza classica: partenza in media res e spiegazioni (poche) con flashback; questi ultimi sono sogni dai quali ci si sveglia di soprassalto, soprattutto quando si tratta di ricordi felici.

Il romanzo, da quanto ho letto in giro, era praticamente una sceneggiatura già pronta, due minuti nel microonde e oplà.
Il film che ne è risultato, invece, è lento (in questo caso l’aggettivo è usato nell’accezione negativa), scontato nei personaggi bidimensionali, già visto (non no voglia di citare i tanti film horror/sci-fi/post-apocalittici che sembra di rivedere), retorico (soprattutto nei dialoghi e nella morale). Il genitore protegge il bambino con la violenza e l’egoismo, il bambino invece tende la mano al mondo intero in segno di speranza, nonostante il cannibalismo dilagante. I paesaggi attraversati durante il cammino sono potenti ed evocativi (e sono pure il meglio del film), ma quando si giunge al capolinea si è letteralmente stremati.
E parlo dello spettatore...


0 commenti: