09 dicembre 2009

Bastardi senza gloria

di Ferdinando Carcavallo

No. Non siamo di fronte al capolavoro di Quentin Tarantino, questo però non toglie che "Bastardi senza gloria" sia un vero e proprio trastullo per i sensi di un vecchio e pigro cinefilo che non ha voglia di trovare altrove stimoli e preferisce affidarsi alla premiata ditta Quentin & Co.
Tutti gli elementi Tarantiniani sono espressi al massimo, ma a volte tale "Tarantinità" appare un po' forzata quasi si trattasse dell'opera di un giovane filmaker che vuole omaggiare il regista di "Kill Bill" e "Pulp Fiction".
A partire dalla prima scena Quentin ci porta subito nel pieno del contesto del film, sia per quanto riguarda la storia che lo stile. Una citazione chiara e certificata di "C'era una volta il west" ci dice che questo film sta al genere "War" come quello di Leone stava al "Western". Lo Spaghetti War di Tarantino, contrariamente a quello che si può pensare, non è il risultato della contaminazione di vari generi ma solo la sublimazione del western che muove le sue mosse da dove Leone lo aveva lasciato.

Anche se il film è ambientato in Francia, tutto riporta al Texas o all'Arizona, dalla capanna del contadino francese (che parla americano come nemmeno a Pasadeena!?) al bar/saloon in cui si svolge la sparatoria più cruenta del film. I "Bastardi" non sono altro che dei cow boys giustizieri, dei cacciatori di taglie senza una precisa strategia se non quella di vendicare i compagni e recuparare quanti più scalpi è possibile agli odiati indiani (ma qui si potrebbe anche discutere su un'inversione dei ruoli, magari sono i bastardi gli indiani e i nazisti i colonizzatori).
Tarantiniano è anche il fatto che tutta la storia del film - e quindi tutta la storia moderna visto che si parla dell'esito della II guerra mondiale - ruoti intorno ad un cinematografo nel quale si compirà la vendetta dell'umanità (oltre che degli Ebrei).
Perchè non è il capolavoro di Tarantino (come invece alcuni sostengono)? Perchè stavolta la scelta delle musiche non è stata vincente e emozionante come in "Pulp Fiction" (la vestizione dell'eroina con David Bowie che canta "Putting out fire" sembra l'intrusione di un videoclip), perchè a parte la scena iniziale la tensione non è mai a livelli de "Le Iene" e perchè nonostante i virtuosismi (bellissimi) di macchina non si raggiunge mai la bellezza di "Kill Bill". Questo, ripeto, non toglie che sia un GRANDE film!

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