Il lercio è l'ultimo film di Lucas Pavetto e dell''ImageInAction production, casa di produzione indipendente che finora ha prodotto due horror ("The bastard contadine" di Pavetto e "Il cerchio dei morti" di Andrea Falcioni) dai quali traspariva un talento e una passione davvero ammirevole ma che non avevano niente di particolarmente originale.
"Il lercio" è una bellissima sorpresa. L'horror, inteso nel senso canonico del genere, è lontano e risulta davvero difficile dare una catalogazione a questo mediometraggio.
E' la storia di una psicosi, quella di Roberto, la cui avarizia è così estrema dal renderlo insensibile a tutto, l'amicizia, l'amore e la vita stessa.
C'è molta ironia nel modo in cui Lucas Pavetto ci presenta le varie situazioni della vita di questo Tirchio da competizione che alla fin fine intenerisce seppure nella sua totale e palese negatività.
Roberto è un mostro senza scusanti. La sua taccagneria ha origini genetiche (è plurimilionario grazie all'avarizia dei genitori) ma non ha scusanti per quello di cui si rende responsabile.
Il lercio è un film riuscito e godibilissimo nel quale si possono trovare dei difetti, o meglio delle imperfezioni, che tuttavia sono perdonate dal fatto che l'obiettivo ultimo - interessare, divertitire e (per i più sensibili) commuovere - è sicuramente raggiunto.
Lucas Pavetto è un regista che ancora risente dell'ondata pulp tarantiniana, ma il suo condire il noir con un'ironia resa da situazioni parossistiche piuttosto che dalla verbosità dei dialoghi, rende il suo stile molto particolare e originale.
Complimenti davvero, anche per la cura della grafica sia dei titoli di testa che del sito Web.
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