19 ottobre 2009

Un pazzo indietro: note di regia

La moneta da un euro con l'effige dell'uomo vitruviano è la chiave della storia de "Un pazzo indietro". L'introduzione della moneta unica europea ha portato ad una crisi che è umana prima ancora che economica. Il conseguente raddoppio dei prezzi - o dimezzamento dei salari - viene rappresentata con una metafora psicoanalitica cara al cinema classico, ossia lo sdoppiamento della personalità.
L'uomo e il suo doppio condividono tutto ma solo uno dei due è quello che si prende carico di produrre salario, il pazzo che non riesce a farsi una ragione di questa situazione, mentre l'altro si limita a consumare vivendo alle spalle ("indietro") del primo.
Nel suo cammino verso un oracolo in grado di dare una risposta, rappresentato da una psicologa che con l'euro ci gioca come se fosse un antistress, il protagonista incontra altre figure umane alle prese con il problema economo-psicologico. Un giovane coatto alle prese con l'organizzazione di una truffa assicurativa e un finto cieco che si improvvisa artista di strada senza strumenti e senza talento (senza arte nè parte).
"Un pazzo indietro" non dà risposte a questo dubbio esistenziale, limitandosi solo a rappresentarlo in maniera molto leggera spingendosi soltanto un po' nel proporre un liberatoio scambio delle parti.
In tal senso la canzone dei Chameleons III che accompagna i titoli di coda è il vero oracolo: "Vorrei capire se tu sei pazzo come me/Sono un pazzo indietro che vede un pazzo davanti a se".

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