di Ferdinando Carcavallo
Ed eccoci qua a scrivere sull'ultimo corto di Omar Pesenti, on line da pochi giorni ma già oggetto di discussioni più e meno critiche sui forum specializzati.
Credo che questo post arrivi come primo parere da non addetto ai lavori.
Inutile nascondere la mia ammirazione antica per Omar Pesenti che da un lato rischia di condizionare il giudizio ma dall'altro è anche causa delle grandi aspettative che nutrivo per questo corto preceduto da un fulminante trailer.
Beh, ora che l'ho visto già un paio di volte, mi sento pronto ad affermare che si tratta di un ottimo lavoro, il migliore di Omar.
Completamente diverso dal precedente - "Di chi è ora la città?" - questo nuovo corto è davvero corto e tutto si esaurisce in poco più di 7 minuti. O almeno così pare, ma in effetti il titolo "27 minuti di purezza" dà già un' idea del fatto che quello a cui assistiamo è solo un flash della storia che in universo filmico parallelo, per noi inaccessibile, sta succedendo.
E' quello che accade, in fondo, quando i telegiornali ci danno le notizie dei vari avvenimenti di cronaca. Per forza di cose non possiamo che assistere a quello che è una infinitesima parte della vera vicenda.
Nonostante quello che può apparire, "27 minuti di purezza" non è un film contro la brutalità dei media e lo sciacallaggio del giornalismo televisivo, ma solo una riflessione su come sia la violenza la vera protagonista dell'informazione e non le persone e i fatti.
Interessantissimo il finale in cui i vari network televisivi si trovano spiazzati da una tragedia nella tragedia non sapendo più a quale avvenimento dare più peso, chi condannare e chi assolvere.
Volutamente questo corto di Omar Pesenti non ha finale, o meglio ha un finale che non conclude. La sensazione che si prova nel vedere "27 minuti di purezza" è la stessa che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita nell'accostarci per pochi minuti al luogo di un brutto incidente dove abbiamo visto sofferenza, dolore e disperazione senza comprendere bene cosa fosse successo ma subendone soltanto per poco il disagio interiore.
Questo corto rappresenta per Omar un bel passo avanti sia nella regia, ricca di soluzioni eleganti e originali, che nella direzione degli attori.
Qualcuno ha detto che più che a Bergamo i personaggi sembrano essere a New York.
Mah. Credo soltanto che ci troviamo nel mondo di Omar.
3 commenti:
Il trailer è effettivamente bellissmo. Ma il corto dov'è?
Ale
lo trovi qui:
http://www.omarpesenti.com/public/27MP/27MP.mov
o su vimeo
E' un bel lavoro questo di Oscar. Spiazzante, originale, irrisolto (ed è un pregio). Portagli i miei complimenti.
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