28 settembre 2009

Uomini che odiano le zingare

di Flavio Ignelzi

Uomini che odiano le donne” è un thriller svedese di Niels Arden Oplev. La qual cosa ci potrebbe far entusiasmare dopo i notevoli, poco meno che esaltanti, prodotti di quelle lande (intendiamo il Tomas Alfredson di “Lasciami Entrare”, e pure Ingmar Bergman). Ma il film ha qualcosa che non va (e che non viene). Non parlo solo dell’aspetto tecnico, che ce lo fa sembrare una fiction nordica con protagonista il Sergio Castellitto scandinavo. E’ proprio che è sbilanciato, viaggia a strattoni (un po’ “minchia!”, un po’ “che due palle”), col freno a mano tirato. E fa fumo, tanto fumo. Come il 128 di mio zio. Non ho letto il romanzo. Immagino che chi lo abbia fatto troverà mille ragioni per lamentarsi: si capisce lontano un miglio che l’opera è stata smontata e rimontata (e tagliata) ad uso e consumo del pubblico più mainstream. D’altronde, è la patria dell’Ikea. Poteva essere un’epifania di miseria umana (“Festen” era mezzo svedese, giusto?), ma di umano c’è ben poco. A ‘sto punto non ci resta che aspettare il remake con George Clooney.

Di tutt’altra pasta “Drag Me To Hell”. E’ il ritorno di Sam Raimi alla produzione low budget (che, poi, tutto è relativo rispetto a Spiderman…), delle storielle piccine-picciò, un episodio de “Ai Confini Della Realtà” scritto da Buster Keaton e allungato fino a un’ora e mezza. Raimi ha girato un film ventoso, di cose che svolazzano (foglie, fazzoletti, mosche), di maledizioni gitane che si avverano con i bottoni, di disgrazie che non sono coincidenze (e, a conti fatti, non è troppo uguale a “L’occhio del male” di Stephen K… ehm… Richard Bachman). Raimi ha girato un cartone animato di Grattachecca & Fichetto, con la megera che infila un braccio in bocca alla protagonista e lei che, per salvarsi, taglia una corda e le fa cadere in testa una cassa (ma senza la scritta Acme). Perché in garage tutti conserviamo una cassa appesa ad una corda. Raimi ha girato “ La Casa 4” senza Ash, ma con una sosia di Mary Jane. Ed è riuscito a far recitare una capra (che non è un insulto alla protagonista: è proprio una capra, nella scena della seduta spiritica). Sam Raimi è figo.

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