29 settembre 2009

Un pazzo indietro (pazzo dopo pazzo)

Eccovi alcune foto dall'ultimo (?) set de "Un pazzo indietro", giusto per testimoniare che non ci siamo arresi. Anzi, possiamo dire di essere a buon punto.
Tutte le scene previste dallo storyboard sono state girate. Probabilmente faremo un'altra sortita per girare qualche scena di raccordo per dare più fluidità alla seppur breve trama.
Consideranto il tempo speso (parlo di quello effettivo che si aggira sui 5 giorni di riprese in 3 mesi) possiamo dire di aver raggiunto un buon risultato.

Chi ha già visto il premontato ne è rimasto letteralmente affascinato e lo riguarda a ripetizione anticipando le battute come per un vero cult. Vero è che chi ha visto il premontato finora è solo mia figlia di 3 anni, ma comunque rappresenta un target, anche se tutto avremmo pensato tranne di fare concorrenza ai Barbapapà e il canale Boing.

Quindi i nosti produttori associati possono star tranquilli per aver speso bene i propri risparmi, così come tutti quelli che hanno collaborato da lontano (ma spesso più vicini dei presenti) alla realizzazione di questo piccolo gioco. Parlo dei livornesi Chameleons III che hanno composto la bellissima colonna sonora (di cui il corto è il vodeoclip) e altri che scoprirete quando vedrete il risultato finale (e comprato il DVD...).


Una data? Pensiamo di poter essere abbastanza realista nel dire che entro il 15 ottobre sarà on line (QOOB, Youtube, Facebook, Vimeo).

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28 settembre 2009

Uomini che odiano le zingare

di Flavio Ignelzi

Uomini che odiano le donne” è un thriller svedese di Niels Arden Oplev. La qual cosa ci potrebbe far entusiasmare dopo i notevoli, poco meno che esaltanti, prodotti di quelle lande (intendiamo il Tomas Alfredson di “Lasciami Entrare”, e pure Ingmar Bergman). Ma il film ha qualcosa che non va (e che non viene). Non parlo solo dell’aspetto tecnico, che ce lo fa sembrare una fiction nordica con protagonista il Sergio Castellitto scandinavo. E’ proprio che è sbilanciato, viaggia a strattoni (un po’ “minchia!”, un po’ “che due palle”), col freno a mano tirato. E fa fumo, tanto fumo. Come il 128 di mio zio. Non ho letto il romanzo. Immagino che chi lo abbia fatto troverà mille ragioni per lamentarsi: si capisce lontano un miglio che l’opera è stata smontata e rimontata (e tagliata) ad uso e consumo del pubblico più mainstream. D’altronde, è la patria dell’Ikea. Poteva essere un’epifania di miseria umana (“Festen” era mezzo svedese, giusto?), ma di umano c’è ben poco. A ‘sto punto non ci resta che aspettare il remake con George Clooney.

Di tutt’altra pasta “Drag Me To Hell”. E’ il ritorno di Sam Raimi alla produzione low budget (che, poi, tutto è relativo rispetto a Spiderman…), delle storielle piccine-picciò, un episodio de “Ai Confini Della Realtà” scritto da Buster Keaton e allungato fino a un’ora e mezza. Raimi ha girato un film ventoso, di cose che svolazzano (foglie, fazzoletti, mosche), di maledizioni gitane che si avverano con i bottoni, di disgrazie che non sono coincidenze (e, a conti fatti, non è troppo uguale a “L’occhio del male” di Stephen K… ehm… Richard Bachman). Raimi ha girato un cartone animato di Grattachecca & Fichetto, con la megera che infila un braccio in bocca alla protagonista e lei che, per salvarsi, taglia una corda e le fa cadere in testa una cassa (ma senza la scritta Acme). Perché in garage tutti conserviamo una cassa appesa ad una corda. Raimi ha girato “ La Casa 4” senza Ash, ma con una sosia di Mary Jane. Ed è riuscito a far recitare una capra (che non è un insulto alla protagonista: è proprio una capra, nella scena della seduta spiritica). Sam Raimi è figo.

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24 settembre 2009

Napoli Città da Film

Domenica 27 settembre 2009, ore 20.30 presso il Chiostro di Santa Chiara (via Santa Chiara, 49 c) a Napoli si terrà lo spettacolo Napoli Città da Film, viaggio nei luoghi del cinema partenopeo, promosso e organizzato nell’ambito delle giornate europee del FEC dall’Associazione FILMapART/Campania Movietour, con la collaborazione della Direzione del complesso monumentale.


Napolicittàdafilm è uno spettacolo direttamente ispirato alla storia del cinema partenopeo e volto a sottolineare lo stretto nesso che lega i film all’humus culturale locale. La performance alterna infatti brani musicali - scelti tra le melodie classiche napoletane che fanno da colonna sonora dei film - a brani recitati - tratti dalla tradizione poetica come dagli appunti e dai diari dei registi - mentre sullo sfondo scorre un montaggio di sequenze dalle pellicole accostate per tema (l’amore passionale, la guerra, il folklore, ecc.)..
Le sollecitazioni emotive suscitate da tali sequenze e dall’esibizione degli artisti si coniugano inoltre con il fascino delle strutture ospitanti. Napolicittàdafilm è stato infatti già proposto nell’ambito dell’omonima manifestazione di cineturismopromosso e organizzato nell’ambito delle giornate europee del FEC, sarà ospitato invece tra le splendide maioliche del Chiostro di Santa Chiara. - svoltasi durante il mese di maggio a Palazzo Reale in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Napoli – in location come la Grotta del Parco della Tomba di Virgilio o della Cappella Sansevero. In occasione dell’evento del 27 settembre 2009
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23 settembre 2009

Break to the future (the JackaL)

La the JackaL nasce nel 2005, a Napoli, come gruppo videomaking indipendente.
Lo “sciacallaggio” da parte del branco, sin da giovanissimi, si rivolge a qualunque tipo di arte audio-visiva, dalla televisiva, pubblicitaria, a quella ovviamente preferita: la cinematografica. L’idea di base della produzione comico-parodica del gruppo stava nel dimostrare come anche con pochi mezzi a disposizione, e un’organizzazione strettamente low-budget, fosse possibile sfornare prodotti di discreta qualità.
La the JackaL cresce nel tempo, per diventare oggi gruppo di produzione professionale, impegnato nella creazione di pubblicità, videoclip musicali, cortometraggi, e documentari.

TheJackalWebSite

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22 settembre 2009

Eva e Adamo

ERIKA ha 76 anni, è benestante, istruita, passionale. Durante una vacanza ha conosciuto Moussà, senegalese di 35 anni, che è diventato suo marito. Il terzo.
DEBORAH ha 20 anni, lo sguardo selvatico e un corpo da pin up. A 14 anni è scappata di casa e oggi sopravvive spogliandosi in diretta tv.
A Filippo, il suo ragazzo, dice di fare la modella.
VERONICA ha 35 anni, ha conosciuto suo marito Alberto a Lourdes quando la malattia lo costringeva già su una sedia a rotelle. Ed era inesorabilmente destinata a peggiorare.

Per ciascuna di loro, in modi diversi, vivere una relazione significa affrontare una sfida: con se stesse, i propri bisogni, la propria idea di libertà, i giudizi sociali. Abbiamo cercato di interrogarci su cosa sia davvero la libertà, quanto sia autentica, effettiva, pura e quanto invece compromessa con bisogni, illusioni, paure, risarcimenti, sensi di colpa, forse ingombranti al punto tale da negarla. Non ne abbiamo ricavato nessuna risposta definitiva, ma l’impressione di una grande intensificazione della domanda. E la vertigine di essere compagni di viaggio privilegiati, invitati ad osservare e testimoniare conflitti, speranze, passioni e angosce che si agitano come bufere scuotendo i nostri 6 personaggi, funamboli disperati che cercano di raggiungere l’altro capo della corda.
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16 settembre 2009

Segnali dal futuro

di Flavio Ignelzi

Sembra uno Shyamalan con più budget e meno idee (che equivale a un Chris Carter senza idee).
Inquietante a tratti, risaputo a (grandi) linee.

Qualche scena è realmente spettacolare e/o terrificante (l'incidente aereo in presa diretta).
Le immagini di delirio collettivo sono migliori rispetto a quelle della "Terza Madre" (anche perchè non sono in romanesco).
I bambini sono da prendere a sberle, per come sono antipatici.
Nicola A'Scheggia è sempre più pesce preso con la botta.
C'ho avuto un paio di abbiocchi.
Sei meno meno.
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10 settembre 2009

The Shield

di Flavio Ignelzi (per glistregatti)

L’unico motivo decente per accendere il televisore ma non il lettore dvd è una serie tv. Ormai è cosa risaputa. In pratica la qualità dei “telefilm” (termine ormai desueto) è tendenzialmente quella del cinema vero e proprio (in alcuni casi è superiore). Sceneggiature accurate, attori dotati, registi coraggiosi, budget adeguati, soluzioni tecniche di prim’ordine creano un intrattenimento che non ha eguali, oggi come oggi.

Mi è capitano di vederne molte, di serie tv, nel corso degli anni. Alcune in modo rigoroso, dal primo all’ultimo episodio, altre a spezzoni.

A volte la qualità andava a braccetto con il successo popolare (Twin Peaks, X-Files, CSI), in altri casi dei piccoli gioiellini rimanevano sepolti dalla polvere dell’indifferenza (Millennium, Carnivàle).

Oggi, tra le tante buone visioni che valgono sempre il tempo speso (Criminal Minds, I Soprano, Dexter, The Mentalist…), ce n’è una che le surclassa per coinvolgimento emotivo: The Shield.

The Shield è un serial poliziesco cupo, realistico, violento, divertente, scomodo, sincopato, martellante come la sigla “Just Another Day” di Vivian Romero lascia presagire. Il protagonista è un intero distretto di polizia di un sobborgo malfamato di L.A., nel quale Shawn Ryan (l’ideatore della serie) ha deciso di tessere una ragnatela di accadimenti che intrecciano omicidi, affari di droga, gang criminali, ricatti, corruzione politica, e naturalmente le vite private dei poliziotti. Tra i quali spicca Vic Mackey (l’attore Michael Chiklis), detective a capo della Squadra D’Assalto, prepotente, rabbioso, venduto, padre di due bambini autistici.

Sette stagioni, ottantotto episodi in totale, un inizio, uno sviluppo ed una conclusione naturale che (chi ha già visto) assicura essere esplosiva e non gratuitamente spettacolare, una scrittura costantemente ispirata, personaggi tratteggiati con eccezionale precisione che subiscono le conseguenze delle loro azioni, una coerenza e una coesione senza eguali.

Mi ero bevuto le prime tre stagioni d’un fiato, qualche tempo fa, staccandomene a fatica come un drogato dalla dose quotidiana. Ora ho ripreso con la quarta e la scimmia è tornata. E intanto sta per partire l’ultima season in italiano sul satellite (AXN Canale Sky 120). Riuscirò a non morire di overdose?



http://glistregatti.wordpress.com/2009/09/06/the-shield/

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04 settembre 2009

E' uscito Videocracy

di Ferdinando Carcavallo

Una mascalzonata. Con questa espressione Giulio Andreotti sintetizzò la sua opinione sul film di Paolo Sorrentino senza comunque avviare nessuna azione censoria o intimidatoria nei confreonti dell'opera.
Allo stesso modo, anni prima, Michael Moore realizzava il documentario "Farheneith 9/11" in cui senza mezzi termini accusava (documentando ogni affermazione) il presidente in carica George Bush di tutto il male possibile (broglio elettorale, traffico d'armi, complotti vari) fino quasi ad additarlo come il responsabile della strage dell'11 settembre. Quel film trovò distribuzione in tutto il mondo ed ancora oggi viene passato sulle TV e venduto in DVD.
Oggi, nella piccola Italia di Berlusconi, il documentario "Videocracy" di Erik Gandini viene repinto dai media televisivi (o meglio dall'unico media televisivo) che si rifiutano di passare il trailer. La prima cosa che viene in mente è che il fenomeno rientri nella famigerata "strategia d'autunno" del nostro premier che, oltre a querelare giornali non allineati e epurare le televisioni, tenti di zittire una ulteriore voce di dissenso.
Ma a ben vedere il documentario in questione non è un atracco diretto a Berlusconi, bensì qualcosa di più ancora pericoloso per il regime mediatico di cui siamo vittima da 20 anni. Il film di Gandini mostra come la televisione in Italia sia in grado può orientare, sconvolgere, involgarire un popolo senza che questo nemmeno se ne accorga. Il vero obiettivo di Videocracy (titolo abbastanza esplicativo) è la televisione, questa arma potentissima in grado di mortificare la dignità di un paese oggi in mano ad un politico in evidente declino ma che ormai ha già avviato un processo di imbarbarimento collettivo che difficilmente potrà essere arrestato .

Videocracy su Trovacinema

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01 settembre 2009

4filmfestival 2010

Il 4film festival è un festival cinematografico internazionale unico nel suo genere perché riunisce in sé 4 diversi tipi di festival, alcuni dei quali si sono sviluppati separatamente a Bolzano nel corso degli anni.
Tre di questi sono competitivi (cioè i film selezionati concorrono all'assegnazione di importanti premi in denaro stabiliti da giurie internazionali): BORDERLANDS, RIMUSICAZIONI e SHORTLAND. Il quarto, INDIELAND, è di volta in volta una vetrina dedicata al cinema indipendente.

La caratteristica che accomuna i 4 Festival del 4FILMFESTIVAL è sempre e comunque quella di offire al pubblico un cinema che difficilmente vedrebbe altrove, attraverso una selezione che ne assicuri la qualità e la spettacolarit

Il "4 Film Festival" nei suoi tre concorsi principali accetta cortometraggi, lungometraggi, documentari, fiction, animazioni, film sperimentali e rimusicazioni di film muti e mette in palio premi in denaro tra i più sostanziosi a livello nazionale, si affida ogni anno a giurie di alto livello, accetta film in concorso senza entry fee e non pretende l'inedito.
Ogni anno arrivano al "4 Film Festival" film e registi da ogni parte del mondo e dai più importanti festival cinematografici internazionali.

La prossima edizione del festival si terrà a Bolzano ad aprile 2010 e tra pochi giorni sarà disponibile sul sito www.4ff.it il bando di partecipazione.
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