di Ferdinando Carcavallo
Mi sono sempre chiesto se le battute, le frecciatine e i giochi di parole di Marco Presta ne "Il ruggito del coniglio" (Radio 2) fossero preparate o effettivamente frutto e conseguenza di una ironia fuori dal comune e la lettura del suo libro "Il paradosso terrestre" mi ha convinto della seconda ipotesi.
21 brevi racconti umoristici (come si diceva una volta) e non, spesso in bilico tra il sutrreale e il parossistico, accomunati da un filo conduttore che è quello espresso nel titolo, ossia il paradosso in cui può sfociare la quotidianità e ciò che apparentemente può sembrare insignificante.
21 brevi racconti umoristici (come si diceva una volta) e non, spesso in bilico tra il sutrreale e il parossistico, accomunati da un filo conduttore che è quello espresso nel titolo, ossia il paradosso in cui può sfociare la quotidianità e ciò che apparentemente può sembrare insignificante.
Così le lamentele del povero Antonio verso un negozio di elettrodomestici scatenano una guerra mondiale, mentre Federico scopre il senso della vita guardando distrattamente fuori dal finestrino di un treno in corsa.
Ad una lettura meno superficiale, pero', il libro di Presta potrà apparire come qualcosa di più, ossia una continua ricerca del racconto perfetto, di un ideale compromesso tra sintesi e capacità di emozionare che l'autore sembra trovare nel brevissimo racconto finale, una moderna favola dark raccontatagli da un bimbo di 9 anni.
Mi raccomando, non correte direttamente all'ultima pagina che vi perdete tutto...
Intelligente come uno Stefano Benni, visionario come un Duglas Adams, ironico e surreale come Achille Campanile (mi è parso di cogliere una citazione a proposito della "creazione del cavallo"), "Il Paradosso terrestre" è una gustosissima e intelligente lettura estiva.
0 commenti:
Posta un commento