30 marzo 2009

Fortapàsc

di Ferdinando Carcavallo

Lo sguardo di Giancarlo Siani quando si vede davanti le canne di due pistole quella maledetta sera del 1985 non è di panico e nemmeno di sorpresa. Uno sguardo che sembra dire "Sì, lo sapevo, pero' non è così che dovrebbero andare le cose" o più semplicemente "Mi hanno fregato. Lo sapevo che non dovevo fidarmi".
Quello di Giancarlo è lo sguardo di chi non odia (e non teme) il suo aguzzino sapendo benissimo che quelle bestie e i loro diretti mandanti in fondo non sono che pedine di un gioco di affari e interessi in cui i partecipanti non hanno speciali requisiti morali e culturali. Un gioco in cui politici e assassini giocano le loro mosse con la stessa disinvoltura e il cui premio finale (potere+danaro) alletta tutti senza sfumature.
Mi piace pensare che gli ultimi quattro mesi Giancarlo Siani li abbia passati a raccogliere quel materiale che trent'anni dopo il regista Marco Risi ha portato sullo schermo in un bellissimo film che sfugge allo stereotipo di biopic di un eroe moderno per andare oltre e regalare a Giancarlo la rappresentazione dettagliata di quelle "cose" che il giovane cronista aveva visto, sentito e raccolto.
Non è bello, invece, pensare che dopo tutti questi anni le stesse "cose" continuano ad accadere ed a costare la vita e la libertà di chi osa parlarne.

Con Fortapàsc Marco Risi non solo riscatta se stesso dopo l'incidente di "Maradona: la mano de d10s" ma supera a pieni voti il temuto confronto con Gomorra, film di tutt'altro genere e meno narrativo di quello del regista romano. D'altronde se Marco Risi avesse temuto un contronto non avrebbe certo assoldato in blocco quasi l'intero cast del film di Garrone.
Il film comunque, anche se lascia chiaramente trasparire che il giovane giornalista fu usato come cassa di risonanza dalla magistratura che conduceva le indagini sulla camorra torrese e poi successivamente abbandonato al suo destino, risulta un po' troppom politically correct. Risi, infatti, non prende una vera e propria posizione verso quelli che potevano e dovevano proteggere il prezioso lavoro di Siani (il giornale, la magistratura, le forze dell'ordine, le istituzioni).

Libero De Rienzo è molto bravo nell'impersonificazione fisica di Siani (a detta del fratello del giornalista) ma come spesso accade nei noir polizieschi i personaggi negativi sono quelli che più colpiscono, e qui una menzione la merita sicuramente Massimiliano Gallo - bellissimo il suo Valentino Gionta alla stregua di un Tony Montana torrese - ma anche il sempre perfetto e misuratissimo Ennio Fantastichini.

Per dovere di conaca, voglio ricordare che Giancarlo Siani ha ispirato un film indipendente nel 2003 intitolato "E io ti seguo" per la regia di Maurizio Fiume con Yuri Gugliucci e Carlotta Natoli. Il film fece un rapidissimo giro per i festival dove riscosse un certo successo e attirò qualche antipatia da parte dei giornalisti de "Il Mattino", i quali non hanno che da essere contenti per come il giornale è stato presentato nel film di Risi. Un piccolo film invisibile da recuperare, giusto per avere un'altra versione dei fatti che fa sempre bene.

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17 marzo 2009

La matassa

di Ferdinando Carcavallo

Ficarra e Picone che corrono per le strade di Palermo. Il film "La Matassa" è essenzialmente questo, come i precedenti del duo "Il sette e l'otto" e "Nati stanchi". Perchè corrono, da cosa scappano e dove arriveranno sono gli elementi che dovrebbero far ridere, ma purtroppo le cose non vanno esattamente come dovrebbero.
Per quanto i due bravissimi comici siciliani corrano non raggiungono mai un livello da commedia degna di questo nome. Si ride poco e lo si fa soltanto in due ocasioni, quando i due escono dalla dimensione cinematografica posizionandosi virtualmente sulle due sedie sul palco del teatro abbandonandosi a quei dialoghi al limite del parossistico che li hanno resi celebri.

Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un film-pretesto, un'operazione promozionale per nulla permeata da un'idea cinematografica e portata avanti visibilmente senza entusiasmo. Un film tipo quelli di Vincenzo Salemme, del tutto fuori luogo su grande schermo e in cui nell'assenza totale di idee l'unica cosa che viene fuori è il talento dell'attore (o degli attori) protagonisti. Peccato che non si tratti di talenti utili al cinema.

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12 marzo 2009

UN TE’ CON L’ISPETTORE BARNABY

Un tè con l’Ispettore Barnaby” è il titolo del doppio appuntamento cinematografico organizzato da LA7 e Dolmen Home Video che si svolgerà il 24 marzo alle ore 21:00 presso La Casa del Cinema di Roma (Largo Marcello Mastroianni, 1) e il 26 marzo alle ore 17:30 presso il Cinema Apollo di Milano (Galleria De Cristoforis 2) all’interno della rassegna “Il cinema alle cinque”.

Un momento unico per gli appassionati della serie interpretata dall’attore
John Nettles che potranno immergersi nel verde dell’affascinante contea di Midsomer e gustarsi, tra una tazza di tè e un cookie, l’aplomb british e le intriganti indagini dell’ispettore capo Barnaby attraverso la visione di due episodi inediti mai trasmessi in tv.

Durante l’evento, che accompagna la pubblicazione in DVD Dolmen Home Video dei volumi IV, V e VI (che corrispondono alla terza e alla quarta stagione), sarà proiettato un video messaggio esclusivo nel quale Jonh Nettles saluterà gli spettatori italiani.

L’ispettore Barnaby, il cui titolo originale è
Midsomer Murders, è una fortunata serie poliziesca inglese basata sui romanzi gialli di Caroline Graham. Scritta da Anthony Horovitz, Douglas Watkinson e David Hoskins, narra le gesta dell’ispettore capo Tom Barnaby (John Nettles) e del suo vice il sergente Gavin Troy (Daniel Casey) alle prese con intricati delitti da risolvere.

In Italia
L’ispettore Barnaby è trasmesso da LA7 che ha acquistato nel 2003 i diritti delle tredici stagioni prodotte e al momento trasmette l’undicesima. La serie ha riscosso un ottimo successo di critica e pubblico con un share medio del 3.70% e picchi del 6.30%.

Le prime due stagioni sono attualmente disponibili in tre box Dvd Dolmen Home Video; sono in corso di pubblicazione la terza e la quarta stagione in prestigiosi cofanetti da collezione (box IV dal 24 febbraio, box V dal 24 marzo, box VI dal 21 aprile).

Tutte le informazioni per partecipare agli eventi di Roma e Milano sono disponibili sui siti

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10 marzo 2009

Watchmen

di Flavio Ignelzi

Ottobre 1985: gli Stati Uniti d’America hanno vinto la guerra in Vietnam (annesso come 51° stato) grazie al contributo decisivo di due supereroi (il Dottor Manhattan ed il Comico); Nixon è stato eletto presidente per la quinta volta (perchè il XXII emendamento è stato abrogato e lo scandalo Watergate evitato), la tensione tra Usa e Urss è a livelli altissimi (soprattutto in seguito all’invasione dell’Afghanistan da parte dei russi), l’orologio dell’apocalisse segna cinque minuti alla mezzanotte, tutte le attività dei vigilanti in maschera sono state dichiarate illegali dal decreto Keene, il newyorkese Edward Blake muore lanciato dal 23° piano di un palazzo. Edward Blake era il Comico, ormai ritiratosi a vita privata. Che qualcuno abbia iniziato a far fuori tutti gli eroi in maschera? E’ quello che vuole scoprire Rorschach, vigilante fuorilegge e poco ortodosso.

Come è facile intuire, il mondo distopico creato da Alan Moore e Dave Gibbons nella loro celebre miniserie in 12 parti a nome “Watchmen” è qualcosa di articolato e profondo, impossibile da condensare in poche righe. Una complessità ottundente per una delle più importanti opere letterarie del secolo scorso (Time l’ha inclusa tra i “100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 al 2005”), un grande affresco corale immerso in un contesto socio-politico alternativo che possiede molteplici livelli di letture e svariati giochi meta-fumettistici. E’ naturale che il regista Zack Snyder, quindi, sia stato costretto a fare opera di riduzione, quasi di sottrazione. In tre ore scarse di film, “Watchmen” però evidenzia l’importante risultato di essere sostanzialmente coerente e senza buchi narrativi grossolani. Più che la mera conformità al testo origine, tuttavia, appare centrata in pieno la fedeltà ai personaggi, alle ambientazioni urbane (piena guerra fredda), alle riflessioni politiche dello scrittore inglese (che in una qualche misura completano/complementano quelle di “V For Vendetta”, dello stesso autore). Con una messa in scena dura e spettacolare, violenta e splatter più del praticato in ambito blockbuster, il regista statunitense realizza un prodotto difficile, virile, maturo, non certo per adolescenti. Se da un lato la cifra hard-boiled del diario di Rorschach funziona meno sul grande schermo che sulla carta, dall’altro una trascinante colonna sonora d’annata (“The Times They Are A-Changing” di Bob Dylan sui titoli di testa: wow!), scene d’azione devastanti e ralenty mozzafiato (cfr. “300”) garantiscono uno spettacolo che va oltre il semplice entertainment, riuscendo nel difficile intento di soddisfare sia il lettore nostalgico (che rimarrà con tutta probabilità affascinato) che lo spettatore occasionale. Ottimo risultato, per un giovane regista videoclipparo in palese ascesa.

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DR. MABUSE COLLECTION

La collana 'horror d'essai' (per l'occasione fedele alla sua originaria forma lessicale) della Sinister Film si arricchise di un nuovo capitolo di grande pregio. Una collection che raccoglie in tre DVD due dei più importanti lungometraggi di ogni tempo, da sempre oggetto di venerazione nei colti circoli d'essai. Presentati per la prima volta in Italia in edizione integrale i primi due film che Fritz Lang ha dedicato al genio malefico del Dr. Mabuse. Tratti dal romanzo d'appendice di Norbert Jacques, i diversi episodi della saga sono il prodotto di due periodi oscuri della storia tedesca del secolo scorso: gli anni sonnanbuleschi della Repubblica di Weimar e l'incubo folle del nazismo. 'Il Dottor Mabuse' e 'Il Testamento del Dr. Mabuse' s'impongono come massima espressione del cinema e rappresentano un fulgido ed inarrivabile esempio di avventura e orrore in celluloide.

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09 marzo 2009

"17" in DVD

di Ferdinando Carcavallo

Dopo l'interminabile filone del recupero in DVD della b-comedy italiana (in alcuni casi encomiabile) , la scelta di Cecchi Gori Home Video di pubblicare l'opera prima di Enrico Caria è un ottimo segnale. Il ruolo dell'Home Video dovrebbe essere proprio quello di canale distributivo alternativo alle sale cinematografiche e ai network televisivi e non una seconda o terza visione per film già visti.

Il film "17", uscito invisibilmente nelle sale 17 anni fa, è un vero e proprio cult avendo conservato negli anni il suo fascino di film misterioso non essendo stato nemmeno passato tanto nelle televisioni.

Sul film ci siamo già ampiamente espressi, così come sull'autore, per cui ci limitiamo qui a ricordare che "17", oltre agli altri pregi, rappresenta un cabalistico punto di incontro di personalità eccentriche di varie espressioni culturali come Peppe Barra e Giovanni Mauriello (entrambi ex NCCP) e il musicista Daniele Sepe.

Ci fa piacere pensare che l'uscita di questa essenziale edizione in DVD (video e audio buoni, considerando l'epoca, ma qualche extra in più sarebbe stato apprezzato) sia un preludio ad un ritorno alla carica di Caria, attualmente impegnato nella post produzione di un mockumentary sulla Napoli del prossimo futuro.

Speriamo quindi in una redistribuzione a breve di "Blek Giek" e sulla "riesumazione" di "Carogne: Ciro and me" opera seconda ancor meno visibile (se possibile) di questo "17".
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05 marzo 2009

Lost without lost

“È curioso come anche il pubblico italiano – che secondo l’opinione dei vertici dei network dovrebbe interessarsi solo a parroci, carabinieri e prof, pagare il canone e tacere – si sia appassionato a una serie così lontana dalla banalità della fiction nazionale, e si ritrovi in attesa spasmodica delle nuove puntate sui canali a pagamento, delle anteprime da scaricare via internet.” Lost, la serie TV del nuovo millennio, sviscerata in ogni suo aspetto fondamentale con rumors, spoilers, approfondimenti, interviste inedite e cronologie complete. A cura di Giuseppe Cozzolino. Prefazione di Andrea Carlo Cappi. Saggi di Marco Spagnoli, Fabio Maiello, Corrado Peperoni, Angela Cinicolo, Antonella Orlacchio, Giulia Zannoni, Giuliano Caprara, Antonia Pagano, Laura Pagliara, Fabiola Raso.

Lost Without Lost
Guida alla serie TV del nuovo millennio
a cura di
Giuseppe Cozzolino
Edizionio Cagliostro E-Press
100 pagine - brossurato - B/N - copertina a colori - 11cm per 16cm
€ 6,00
http://www.fumettiditalia.com/

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