23 gennaio 2009

In viaggio

Una guida letteraria originale, una raccolta di reportage, impressioni e considerazioni che raccontano Napoli e la Campania vista attraverso i finestrini di treni, metropolitane e funicolari. Un viaggio insolito, arricchito di fotografie artistiche, in cui l'arte antica dei templi di Paestum incontra quella contemporanea del più famoso metrò dell'arte. Parole che rimbalzano su lettere di luce, mosaici, dipinti, fotografie, installazioni - da Kounellis a Kosuth, da Michelangelo Pistoletto a Lello Esposito, Carlo Alfano, Nicola De Maria e Betty Bee, solo per citarne alcuni - e definiscono una vera e propria mappa di quei luoghi che, grazie allo sviluppo di una formidabile rete di trasporti, da piccoli quartieri periferici o lontani centri suburbani sono diventati importanti agglomerati pronti ad accogliere migliaia di abitanti. E dove, più delle voci che si incontrano, delle strade brulicanti di automobili e pedoni, ciò che sorprende è la stupefacente mancanza di solitudine urbana.

In viaggio
Passaggi letterari su ferro e su gomma
di Maurizio Braucci, Dominique Fernandez, Serena Gaudino, Antonio Ghirelli, Björn Larsson, Claudio Mattone, Fabrizia Ramondino, Tiziano Scarpa
Fotografie di Massimo Cacciapuoti
In allegato DVD In viaggio in video.
Regia di Rosario Gallone
Musiche di Marco Zurzolo
Con le testimonianze di:
Lucio Allocca, Mario Porfito, Monica Sarnelli, Gino Rivieccio

Produzione Pigrecoemme

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22 gennaio 2009

Oscar: le nomination

Ecco alcune delle nomination per gli Oscar del 22 febbraio 2009.

Miglior Film:
Il curioso caso di Benjamin Button,
The Millionaire,
Milk,
Frost/Nixon,
The Reader.

Miglior regia:
Gus Van Sant (Milk),
Danny Boyle (
The Millionaire),
David Fincher (
Il curioso caso di Benjamin Button),
Ron Howard (Frost/Nixon),
Stephen Daldry (The Reader).


Miglior attore protagonista:
Frank Langella (Frost/Nixon),
Brad Pitt (
Il curioso caso di Benjamin Button),
Mickey Rourke (The Wrestler),
Sean Penn (Milk),
Richard Jenkins (L'ospite inatteso).

Miglior attrice protagonista:
Anne Hathaway (Rachel Getting Married),
Angelina Jolie (Changeling),
Meryl Streep (Il dubbio),
Melissa Leo (Frozen River),
Kate Winslet (The Reader).

Miglior attore non protagonista:
Heath Ledger (
Il cavaliere oscuro),
Josh Brolin (Milk),
Robert Downey jr (Tropic Thunder),
Philip Seymour Hoffman (Il dubbio),
Michael Shannon (Revolutionary Road).

Miglior attrice non protagonista:
Penelope Cruz (Vicky Cristina Barcelona),
Viola Davis (Il dubbio),
Marisa Tomei (The Wrestler),
Toraji P. Henson (
ll curioso caso di Benjamin Button),
Amy Adams (Il dubbio).

Miglior film straniero:
La banda Baader Meinhof (Germania),
La classe (Francia),
Departures (Giappone),
Valzer con Bashir (Israele),
Revanche (Austria).
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Vidra: conti su conti

di Ferdinando Carcavallo

Sanremo si avvicina, quindi approfittiamo del poco tempo rimasto per parlare di buona musica indipendente.

I Vidra, gruppo salernitano a me molto caro, sono riusciti ad autoprodursi il loro primo CD (o EP come dir si voglia) contenente cinque bellissimi brani molto originali, uno dei quali ("Chiedi alla polvere") è già un hit nell'ambito underground in quanto finalista all'ultimo Sanremo Rock (stessa città ma tutt'altra storia).

Il titolo del CD è "Conti su conti" (non chiedetemi se si tratta di un titolo allegorico alla crisi finanziaria, ma non credo) e può essere acquistato a €7,50 su RockIt oppure si possono scaricare singolarmente i brani sui maggiori canali di distribuzione digitale. Ma al di là dell'acquisto vale la pena ascoltarli.

Vidra su MySpace

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21 gennaio 2009

Il ritorno di Coliandro

di Ferdinando Carcavallo

Alla chetichella, così come accadde per la prima stagione, è iniziata ieri (20 gennaio) la programmazioone della seconda serie de L'ispettore Coliandro, il serial poliziesco scritto da Carlo Lucarelli.
Stavolta la collocazione oraria è di prim'ordine (un comodo 21.10) e a giudicare dal primo episodio sembra che il tempo abbia fatto bene alla affiatata compagine della produzione.
La scrittura di Lucarelli è ai livelli dei sempre, mentre la regia dei Manetti Bros. è maturata ulteriormente - meno citazionista e "carrellista" che in passato - avvicinandosi allo stile "series" made in USA pur senza tradire la passione per il polizziottesco di casa nostra.
Migliorata anche la recitazione di Gianpaolo Morelli, forse più consapevole di avere a che fare con un personaggio che per quanto "sopra le righe " e sui generis non deve necessariamente essere una macchietta.

Gli episodi di questa seconda serie sono quattro (vista l'attesa biennale e il successo della prima serie si poteva fare qualcosa in più) e oltre quello di Morelli ritroveremo i volti di Veronica Logan e Giuseppe Soleri, mentre non vedremo Enrico Silvestrin (Trombetti nella prima serie).
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Il curioso caso di Forrest Button

Il nuovo film di David Fincher (Seven, Fight Club, Zodiac) con l'affezionato Brad Pitt e Cate Blanchett racconta di un uomo, Benjamin Button, che nel 1918 nacque ottantenne e cominciò a ringiovanire vivendo quindi una vita al contrario.
Una trama bizzarra quanto semplice ma ricca di sfumature, a quanto pare, per un film che uscirà a febbraio giusto in tempo per concorrere agli Oscar. E le possibilità di una vittoria sono buone, a sentire i ben informati, e pare che Pitt abbia già opzionato la statuetta come miglior attore protagonista. Sarebbe una grande soddisfazione per l'attore che sicuramente non cerca visibilità ma che comunque, nonostante sia stimato e famoso, non ha ancora avuto accesso agli splendori dell'Oscar. Un po' la situazione in cui si trovò Tom Hanks nel 1994 quando vinse l'Oscar con Philadelphia, replicato l'anno successivo con "Forrest Gump".
E a proposito di "Forrest Gump", negli USA pare sia scoppiata la moda di trovare imbarazzanti analogie tra "Benjamin Button" e il pluripremiato film di Zemeckis, basandosi soltanto sul trailer. C'è da dire che entrambi i film sono sceneggiati da Eric Roth e che quindi l'accostamento potrebbe avere un senso, ma giudicate voi guardando questo video se si può parlare di citazioni (come quella di Raimi nel primo Spiderman) o di altro.

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20 gennaio 2009

Welcome

La Teodora Film annuncia di aver acquistato per la distribuzione italiana WELCOME (Francia, 2009), di Philippe Lioret, con Vincent Lindon, che aprirà la sezione Panorama del Festival di Berlino 2009.
Il film ha per protagonista il giovane iracheno Bilal (Firat Ayverdi), che ha attraversato l'Europa da clandestino nella speranza di raggiungere la sua ragazza, da poco emigrata in Gran Bretagna. Arrivato nel nord della Francia, diventa amico di Simon (Vincent Lindon), un istruttore di nuoto con cui inizia ad allenarsi per un obiettivo apparentemente irrealizzabile: attraversare la Manica a nuoto e ritrovare il proprio amore.

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19 gennaio 2009

17 gennaio 2009

The orphanage

di Flavio Ignelzi

Accompagnato dall’ottimo risultato al botteghino e dalla sfilza di premi conquistati in patria (ben sette Goya, l’equivalente spagnolo del nostro David di Donatello), arriva anche qui in Italia “The Orphanage”, film che potrebbe chiudere un ipotetico triangolo iberico che su di un lato ha il “The Others” di Amenabar e sull’altro il “Fragile” di Balaguerò. Case infestate e fantasmi di bambini con problemi e handicap sono, dunque, una tappa imprescindibile per chi (in terra di Spagna) desidera cimentarsi col nuovo (?) horror; la qual cosa equivale (pure) ad affermare una sorta di dipendenza dal classico di Henry JamesGiro di Vite” da parte di questa nuova generazione di cineasti. Prodotto da Guillermo Del Toro (col quale condivide una certa visione gotica, anche se per nulla fantasy), il debutto di Juan Antonio Bayona è un raffinato esercizio di stile assolutamente perfetto nella forma: luci, montaggio, movimenti di macchina. In effetti, il regista originario di Barcellona si presenta tecnicamente preparato e perfino talentuoso nel confezionare alcune sequenze quasi memorabili. Su tutte, il giochino dell’1, 2, 3, stella che la protagonista (una irreprensibile Belen Rueda) utilizza per far avvicinare i fantasmi dei suoi compagni d’infanzia. Assolutamente terrorizzante. Se si bada alla storia, però, non può che balenare in mente l’infinito elenco di citazioni, rimandi, ripescaggi, scopiazzature da altre pellicole celebri (“Poltergeist”, “Amityville Horror”, perfino “Bunny Lake è scomparsa” di Otto Preminger fin dagli splendidi titoli di testa in cui delle mani infantili strappano la carta da parati a fiori), tanto che perfino lo spettatore meno avvezzo riesce a prevedere molte delle biforcazioni tramiche del film (se non tutte). Addirittura quelle del finale, dolce e straziante panegirico sull’amore materno. Alla fine si resta comunque soddisfatti, soprattutto per l’inappuntabile confezione, ma si spera che la prossima volta le ottime capacità di Bayona vengano messe al servizio di uno script più originale e innovativo.

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16 gennaio 2009

The millionaire

di Ferdinando Carcavallo

In chiave leggermente più da commedia, Danny Boyle realizza con The millionaire il Gomorra indiano.
Sicuramente nè il regista inglese e tantomeno il nostro Garrone sono stati influenzati dall'altro, fatto sta che se vedete questo film in lingua originale noterete come i due film sembrino rispondere alle regole di uno stesso dogma. Sarebbe stato giusto, infatti, non doppiare le scene in indiano lasciando i sottotitoli come nella versione UK/USA.
Realismo, fotografia raffinata, crudezza, lirismo, regia discreta (quasi assente) e modernismo sono le caratteristiche che accomunano due tra i più bei film prodotti nel 2008.
La particolarità del film di Boyle è sicuramente nell'essere riuscito a raccontare a colpi di flashback e flashforward una storia di estrema povertà (come non riusciamo ad immaginarcela dalle nostre parti) attraverso i meccanismi del gioco televisivo simbolo del consumismo, o meglio dell'umiliazione del danaro.

Un film particolare, importante e esaltante.

Bellissima la scena finale in cui la celeberrima sigla del quiz fa da colonna sonora al ricongiungimento dei protagonisti.
Irresponsabile la campagna distributiva italiana che ha voluto far passare questo film per favola natalizia.

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15 gennaio 2009

The Strangers

di Flavio Ignelzi

Non possiede il sadico attacco alla società borghese ed i giochi metacinematografici finzione/realtà che elevano “Funny Games” del maestro Haneke a vetta indiscussa del genere. E non possiede neanche l’intensità cinetica che colloca “Them” del duo Moreau/Palud tra i migliori modelli a cui rapportarsi. “The Strangers” dell’esordiente Bryan Bertino lavora a piani più bassi in ambito Home Invasion, nuova (ennesima) etichetta per un sottogenere del thriller/horror che ha fin troppi antenati eccellenti (da “Cane di Paglia” di Peckinpah a “Arancia Meccanica” di Kubrick). Plot di una semplicità disarmante, che prende un po’ qua e un po’ là, bugdet risicato ma speso con oculatezza (se solo la Tyler c’avesse messo un po’ più d’impegno...), colonna sonora che per una volta contribuisce costruttivamente alla tensione entrando perfino a livello diegetico, sfruttando gioie e dolori del caro, vecchio, vinile.

Le basi per la riuscita del film ci sono tutte, in fin dei conti. E il film tutto sommato funziona bene, da collaudato meccanismo di suspence qual’è, con un paio di trovate da applausi e le solite, piccole, stronzatine/ridondanze che irritano i più rodati estimatori del genere. La marcia in più, però, ce la mette il regista/sceneggiatore, con un finale di assoluta efferatezza, non tanto visiva quanto psicologica. Liv Tyler: “perchè ci fate questo?”; ragazza con la maschera di bambola: “perchè eravate in casa”. Nient’altro. Nessuna spiegazione, nessuna rivelazione. Solo il Male. Certo Haneke, ai ragazzi del suo “Funny Games”, alla medesima domanda faceva rispondere un ancor più estremo: “perché no?”. E qui si intuisce tutta la differenza che intercorre tra la buona bigiotteria ed i veri gioielli. Insomma, per dirla (pure) à la Mark Twain, “tra tutti gli animali l’uomo è il più crudele, è l’unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo.

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14 gennaio 2009

Il seme della discordia

di Flavio Ignelzi

Per Pappi Corsicato, essere una specie di culto del piccolo cinema di casa nostra può avere i suoi pro e i suoi contro. I contro hanno a che fare con il fatto di rimanere confinato nella definizione (sicuramente approssimativa, ma non certo campata in aria) di Almodovar “de noartri”. Anche in maniera acritica e radicalmente sbagliata. I pro hanno a che fare con la possibilità di girare ciò che più aggrada, con la disponibilità di un buon cast tecnico ed artistico. Succede un po’ a tutti coloro che hanno idee ben precise e lottano per esse. Il regista partenopeo decide di affrontare il nuovo “Il Seme della Discordia” con il solito, notevole, carico di (auto)ironia e referenza verso i grandi classici degli anni sessanta. I quali, essendo grandi classici funzionano alla grande (by definition), specie se mescolati con due o tre botte di underground moderno per niente trendy, ma terribilmente cool. Colori ipersaturi, ritmo saltellante, dialoghi semplici ma spesso taglienti. E’ un film di donne: tutte determinate ed indipendenti, per quanto sempre (costantemente, immensamente) ‘femmine’ (con gonne e tacchi, come nei titoli di testa) e casalinghe (tra cucina e lavatrici). I maschi non ci fanno una gran bella figura: frettolosi, vuoti, poco attenti. Addirittura intercambiabili (i quattro figli della Ferrari con quattro mariti diversi) ed utilizzati a solo scopo riproduttivo, con lo stupro che non è poi così distante dal sesso coniugale. Alla fine, la bellezza abbacinante della Murino (soprattutto ricoperta di gigli) e un’incantevole estetica ‘pop’ riscattano una storia eccessivamente (e prevedibilmente) vacua ed un intreccio giallo praticamente inesistente.

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13 gennaio 2009

I corti sul lettino. Cinema e psicoanalisi

Sono aperte le iscrizioni per la prima edizione del concorso rivolto ai filmaker italiani e stranieri “I corti sul lettino. Cinema e psicoanalisi“, organizzata dallo psichiatra e critico cinematografico Ignazio Senatore.

L’intento della manifestazione cinematografica è di valorizzare, promuovere e divulgare il cortometraggio come forma espressiva particolarmente valida ed attuale a livello sociale e culturale, di sviluppare le potenzialità dei linguaggi artistici dei nuovi media; rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti e dare a tutti i filmaker di talento la maggiore visibilità possibile.
Proiezioni di film e l’incontro con registi, attori e critici cinematografici faranno da cornice all’evento organizzato con l’egida della Sezione “Arte, cinema e spettacolo” della Società Italiana di Psichiatria ed in collaborazione con il festival cinematografico accordi @ DISACCORDI .

L’evento si svolgerà dal 17 al 18 Aprile 2009 presso il Penguin Cafè di Via Santa Lucia 88 – Napoli e prevede la proiezione del maggior numero possibile dei cortometraggi inviati.

Il termine ultimo per presentare i cortometraggi è il 31 marzo 2009. Una giuria specializzata premierà i migliori corti, la miglior sceneggiatura, miglior regista, il miglior attore e la migliore attrice.
La partecipazione è gratuita.

Info e regolamento scaricabili sul sito www.cinemaepsicoanalisi.com
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04 gennaio 2009

Nero di Donato Arcella

di Ferdinando Carcavallo

E' il tema del suicidio quello affrontato in Nero, cortometraggio del 2007  del videoartista napoletano Donato Arcella. Il suicidio visto come gesto meccanico, come espressione conclusiva di una storia che Arcella non intende rappresentare o analizzare soffermandosi esclusivamente sul gesto estremo. Sette (splendide) donne sono indotte al suicidio in situazioni in bilico tra il delirio onirico e un contesto surreale cara al cinema orientale. Sette donne simili che ricorrono alla morte attraverso la stessa modalità, quello sparo alla tempia che è senz'altro il modo cinematograficamente più significativo perchè meno impulsivo e più premeditato.

Nero è l'espressione più fedele di quello che è il concetto di cinema di Arcella e del gruppo di cineasti Eu.Ca. Si tratta di un cinema che si racconta attraverso l'uso esclusivo delle immagini - "Partire dall'inquadratura o semplicemente da un taglio fotografico poi reso azione, attraverso una condizione registica, questo rende l'immagine effettivamente già racconto" - e dove la differenza tra fotografia e film è sostanzialmente nel tempo richiesto per la visione.

Un occhio particolare, raffinato e "dadaista".
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