di Ferdinando Carcavallo
E' abbastanza difficile esprimere un parere o semplicemente verificare il talento di un giovane regista analizzando opere realizzate nella più assoluta mancanza di budget, con strumentazioni consumer e (soprattutto) utilizzando attori non professionisti.
Non è così difficile, però, quando il cineasta in questione ha quella che i bravi chiamano la "vision", ossia quel quid che fa si che anche in assenza di mezzi si riesce a raccontare una storia con le immagini e non soltanto dare immagini ad una storia.
Stefano Simone la vision ce l'ha e lo si vede in tutti i suoi lavori, sia quelli più recenti, diciamo della corrente noir, che quelli semi-horror puramente esercitativi dei primi anni.
Ultra prolifico regista di cortometraggi low cost, a soli 23 anni Stefano vanta un curriculum di ben otto realizzazioni che più che amatoriali sarebbero da definire artigianali. Pugliese di nascita e Torinese di adozione, Stefano ambienta gran parte delle sue storie nella nativa Manfredonia. Ha realizzato finora 8 cortomentragi, di cui ne ho visto sette, e la cosa confortante è che i migliori sono il primo ("Infatuazione") e l'ultimo ("Contratto per vendetta"). Altri titoli di spicco sono "Lo storpio", "Kenneth" - non tra i migliori ma molto interessante in quanto abbastanza di rottura rispetto al resto della produzione - e "Il gatto dalle grinfie di Satana" che non ho visto ma il cui titolo lo porta direttamente nella sfera del cult.
Non mi sento di dire, come in casi simili, che quello che ora serve a Stefano è un produttore che gli affidi un budget consistente e una equipe tecnica professionale. Assolutamente no. Stefano ha nelle sue mani e nella sua testa tutto quello che gli serve (la vision) e anche con una videocamera MiniDV e Adobe Premiere può realizzare le sue idee egregiamete. Quello che realmente serve a Stefano è un contesto in cui il talento viene considerato materia prima e non un gadget che se ce l'hai meglio per te se non ce l'hai non fa niente. A Stefano serve un biglietto aereo per Londra, Parigi, New York o Madrid. Per il momento, caro Stefano, c'è Internet e i tuoi "appena 23 anni". Sfrutta bene entrambe le cose e non temere di fare brutte figure.
Tu hai la vision.
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