di Ferdinando Carcavallo
Ha fatto il giro del web l'articolo di Aldo Grasso sul Corriere in cui il giornalista si interrogava su quale potesse essere l'aggettivo giusto per definire l'oscena sit-com di Italia Uno prodotta da Fatma Ruffini e interpretata da Enzo Iachetti e Giobbe Covatta.
Certo "imbarazzante", "ridicolo" e "inguardabile" sono abbastanza efficaci, ma andrebbero bene anche per altre "monnezze" televisive in questi giorni in programmazione ("Il sangue e e la rosa per dirne una), mentre in "Medici miei" c'è qualcosa che lo rende ancora più abietto.
Non credo sia giusto tirare in ballo il fatto che gli americani siano professionisti in cose del genere mentre noi siamo degli inetti (non è un'affermazione di Grasso ma da qualche parte è stato detto) visto che prodotti come "Camera caffè", "Buttafuori" o anche semplicemente lo spin-off di Zelig "Belli dentro" risultano essere prodotti se non altro onesti.
Ecco, forse l'aggettivo "disonesto" può definire bene cosa è "Medici miei". Una vera e propria presa per il culo dello spettatore, che evidentemente i produttori di questo serial considerano non solo un imbecille ma anche uno che vive fuori dal mondo. Sarebbe stato un attenuante per la produzione se questo deprimente telefilm fosse stato messo in onda in un orario non da prime-time, tipo altre cose insulse come "Il mammo" o "Don Luca", ma il posizionamento il martedi alle 21:10 fa pensare che ci sia una considerazione dello spettatore medio davvero mortificante.
Sul riferimento nel titolo al film di Monicelli preferisco tacere. Si tratta davvero di bestemmia.
2 commenti:
tra le cose nostrane da salvare citerei anche "Love Bugs"
Cavolo, mi rendo conto di perdermi tantissimo a non guardare più la televisione...
P.S. "Amici miei" è PRIMA di Germi, POI di Monicelli :-P
Compagnuccio Simon convalescente e nel tunnel dell'aerosol
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