di Ferdinando Carcavallo
Leggiamo quest'ansa e poi facciamo due riflessioni:
MILANO, 30 LUG - Mediaset ha depositato al tribunale Civile di Roma una citazione contro YouTube e Google per 'illecita diffusione' di file audio-video.Il risarcimento richiesto e' di almeno 500 milioni di euro, per il solo danno emergente. Secondo Mediaset al 10 giugno 2008 sono stati individuati su YouTube almeno 4.643 filmati di loro proprieta', pari a oltre 325 ore di 'materiale emesso senza possedere i diritti'. La societa' chiedera' il risarcimento per la mancata vendita di spazi pubblicitari.
Non so se in termini tecnico-giuridici questa causa possa essere vincente o meno, ma è singolare l'aspetto storico che la vicenda assume.
Google e Youtube rappresentano la modernità tecnologica e sociale di questo triste secolo.
Internet, il web ma in genere la tecnologia digitale per alcuni rappresentano una minaccia. Si tratta di una minoranza della popolazione mondiale, ma si tratta di quella più potente. Per noi usufruitori (fino ad oggi) dell'informazione Google e Youtube sono le risposte ai sogni di una vita, sogni fatti di una intercomunicazione totale tra gente appartenente a civiltà diverse, con idee ed opinioni diverse e un velocissimo mezzo per essere sempre informati su quello che ci interessa senza alcun tipo di filtro ideologico o di marketing.
In questo contesto il ruolo dell'editore, l'intermediario tra creatore e fruitore dell'informazione, è sempre meno necessario e più fastidioso. Grazie alla tecnologia digitale oggi è il creatore di contenuto a cercare direttamente il suo target (pubblico, audience) in quanto si tratta di un target attivo che seleziona i contenuti in base a logiche e gusti del tutto personali, e chi si trova a raggiungere una informazione interessante riesce facilmente a trasmetterla ad altre persone potenzialmente interessate.
E' difficilissimo per chi vuole mantenere il controllo di questa comunicazione diretta inserirsi per vendere prodotti e spillare soldi, e quindi si butta in disperate azioni per racimolare un minimo di dignità, dimenticando che il progresso è una macchina inarrestabile.
Ricordate quella scena bellissima di Nuovo Cinema Paradiso in cui il proiezionista Alfredo, con un gioco di riflessi, proietta il film di Totò sul palazzo di fronte al cinema? Ebbene, gli Editori alla disperata ricerca di un guadagno su Internet mi ricordano il parroco che tenta di farsi pagare il biglietto (mezzo) dalle persone radunatesi in piazza. La risposta fu corale: "Ma che minghia vuoi? La piazza e di tutti!"