27 aprile 2008

Il signore del male - Il fantastico realistico nel cinema di John Carpenter

di Flavio Ignelzi

Parliamoci chiaro: la devozione assoluta che nutro nei confronti dell’arte cinematografica di John Carpenter è compresa nelle poche certezze che posseggo in questa vita terrena. Dubbi sull’oggettività delle righe seguenti sono quindi plausibili e motivati, in considerazione del fatto che il volume in questione (coerentemente intitolato “Il Signore Del Male”) esamina l’opera del regista di origine newyorkese da una prospettiva diversa, schiettamente politica e militante, oltre che “ostinatamente votata alla causa del B-movie”, come sottolinea Daniela Catelli nella postfazione. Paolo Zelati esamina l’opera di Carpenter attraverso otto film che, oltre a illuminare il percorso di un regista che ha saputo sfruttare l’enorme potenziale simbolico ed allegorico del genere fantastico per veicolare ansie, aspettative e frustrazioni sociali di intere generazioni, allo stesso tempo rappresentano uno spaccato su oltre vent’anni di cinema americano, passando da “Distretto 13: le brigate della morte” (1976) a “Fuga da Los Angeles” (1996). Se “Halloween” si configura come il manifesto programmatico dello slasher-movie, imitato all’infinito nella forma, “Fog” e “Essi Vivono” (quest’ultimo un vero e proprio cult-movie, celebrato dalla critica e dai fan in ogni dove) rappresentano l’anima politica che viene a galla nonché un vero e proprio attacco all’edonismo reaganiano perpetrato nei ‘favolosi’ anni ottanta, in maniera neanche troppo sottintesa. Fino a “Il Seme della Follia”, una riflessione fin troppo acuta sulla narrativa e sul cinema, che diventa metacinema scandagliando i meccanismi psicologici di partecipazione dello spettatore (regressione ed interazione) in questo caso sovvertiti e razionalizzati.
Zelati studia i film di Carpenter alla stregua di classici postmoderni, così come meritano, rivelando aneddoti di lavorazione e possibili interpretazioni, alcune delle quali smentite più o meno velatamente dallo stesso Carpenter durante le interviste che chiudono il corposo volume. Il quale, forte di un impianto fotografico di primo ordine (che ha l’unica pecca di essere in bianco e nero) che sfrutta bene il formato quadrato maxi (22x22), celebra uno degli ultimi grandi artigiani del cinema (regista, sceneggiatore, montatore e compositore di colonne sonore) che con il suo talento fuori dal comune ha segnato in maniera indelebile in cinema di genere ed educato intere schiere di appassionati.

Paolo Zelati
Il signore del male - Il fantastico realistico nel cinema di John Carpenter
Un mondo a parte, 2008
www.unmondoaparte.it

0 commenti: