09 aprile 2008

Elezioni 2008: quanto sono distanti i partiti?

di Ferdinando Carcavallo

La tentazione è forte, fortissima.
Parlo del desiderio insistente di disertare queste elezioni per mandare a quel paese tutta la classe politica italiana rea di non rappresentare nemmeno in parte le esigenze dei cittadini.
La situazione della politica italiana di oggi è tale che mai come adesso - soprattutto per chi vive in una città come Napoli dove lo politica è solo un costo insostenibile - mancare all'appuntamente elettorale sembrerebbe la scelta più giusta.
Però, come spesso accade, la decisione suggerita dall'emotività non avrebbe il risultato sperato. Sottraendo un voto non si farebbe altro che favorire ulteriormente il più forte, e stando alle statistiche oggi il più forte è anche il peggiore dei mali.
Quindi, per evitare che il peggiore in assoluto si prenda (si mangi) quel che resta del nostro paese, la cosa più sensata sarebbe dare il voto al secondo in classifica, a quel finto nuovo partito, fingendo di credere a promesse elettorali che come al solito saranno smentite a due mesi (massimo) dalla vittoria.
In pratica, dovremmo fare buon viso a cattivo gioco e votare soltanto per evitare di regalare ancora le nostre tasse alle aziende di uno spregiudicato imprenditore ex piduista, ma non illudiamoci di trasformare il nostro paese in uno stato europeo come la Francia, la Germania e la Spagna.

Quindi, come disse un grande giornalista martire della politica, "turiamoci il naso" e votiamo se non per cambiare le cose, almeno per evitare il ridicolo.

Se volete conoscere quanto i vari partiti sono lontani dalle vostre idee, vi consiglio l'interessante tutorial del progetto OpenPolis.it.

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