31 marzo 2008

Il trailer di "32" di Michele Pastrello

Tra il 1990 e il 2002 il trasporto merci su gomma in Italia ha raggiunto il 76% della copertura dei movimenti continentali. Nel '97, nella regione Veneto, il traffico totale era pari a 247 milioni di tonnellate, il 20% dell'intero traffico nazionale. Sulla tagenziale di Mestre, nel decennio '92/'02, il traffico dei veicoli è incrementato del 42%. Ad oggi il numero di veicoli circolanti sulla tagenziale di Mestre è di circa 155mila al giorno, traffico divenuto insopportabile per la tagenziale stessa.
Soluzione a questo problema è il Passante di Mestre, grande opera infrastrutturale richiesta a gran voce dalle categorie economiche. Il tracciato dell'autostrada attravenrsa ampie zone rurali.
La rete stradale veneta conta circa 53.000 km di asfalto.
Nell'arco di 40 anni il Veneto ha perduto il 20% della superficie agricola totale, la diffusione delle infrastrutture stradali e delle aree industriali è avvenuta a scapito del paesaggio e della natura.
La lunghezza della nuova autostrada Passante di Mestre sarà di circa Km 32.”

Fatto sta che i luoghi dell'infanzia di Michele Pastrello saranno in ampia parte distrutti dal nuovo tracciato. e che in Veneto l'ambiente naturale non è più considerato ovviamente sacro, ma proprio quasi non più considerato.
Il piccolo film di Michele ha una storia ben definita e può essere presa a se stante. Anche se, in questo caso, il risvolto allegorico (e, dati i riferimenti, anche “politico”) non è affatto casuale.
E' un action, in quanto c'è molta azione, con gli interni (cupi) fatti quasi tutti a carrello e gli esterni mossi e solari.
La storia è quella di una violenza sessuale, in cui la vittima si trasforma in accorato carnefice sullo sfondo della natura circondante la nuova infrastruttura.

La fotografia, davvero di effetto già nel trailer, è di Mirco Sgarzi, mentre la regia di Michele ancora una volta ci sorprende portandoci su sentieri in parte battuti dal primo horror Nella mia mente, ma sicuramente molto più vicino elle atmosfere del cinema horror USA degli anni '70, in cui il genere era uno “sfogo” di altre tensioni.
Ma è a proposito degli attori che il regista si dice particolarmente entusiasta:
"Enrico Cazzaro è l'esempio dell'affarista più glaciale, mentre Davide Giacometti è l'impersonificazione di quel testimone (un operaio) che si trova coinvolto in qualcosa che lo colpisce ma non può comprendere.
Un discorso a parte andrebbe speso per Eleonora Bolla, alla sua prima prova di attrice (sia teatrale che cinematografica). Eleonora mi ha lasciato senza parole per la sua tenacia e la sua intensità (e anche bellezza). Ha donato al personaggio quel calore necessario senza il quale il film avrebbe perso molto"
.

Michele Pastrello considera questo suo nuovo cortometraggio il suo miglior lavoro (come spesso capita) aggiungendo di aver voluto fare qualcosa di originale, "magari non perfetto (i puristi dell'horror storceranno il naso, come già in Nuvole), ma qualcosa che credo possa arricchire il panorama delle produzioni horror underground".

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28 marzo 2008

Lascia perdere, Johnny!

di Ferdinando Carcavallo

Opera prima come regista di Fabrizio Bentivoglio, questo film possiede le caratteristiche positive dei film diretti da attori. Ed è proprio nella prestazione del grande Toni Servillo, che apre e chiude moralmente la storia dell'avventura artistica del protagonista Faustino (Antimo Merolillo), che il film ha il suo punto di forza. Con l'apparizione dell'attore casertano il film sembra prendere una godibilissima strada da commedia provinciale italiana ambientata nel sottobosco della musica popolare, dei concerti di piazza e delle feste paesane, ma con l'oscuramento (improvviso) del personaggio del maestro Falasco il film diventa un'amara e grottesca storia di delusioni e rimpianti.

Pur non essendo un film memorabile, e nemmeno un fenomeno da cineclub, Lascia perdere Johnny mette in scena uno stuolo di attori affiatati di prim'ordine come Lina Sastri e Valeria Golino, e questo non può che fare del bene. Per quanto riguarda, pero', il risultato totale, il film risluta un lussuoso (e costoso) sfizio di un attore, che per una volta si è voluto concedere il lusso di fare il regista di se stesso con la complicità di amici e colleghi. Appare chiaro che l'intento di Bentvoglio fosse quello di rappresentare una serie di personaggi in un contesto ben definito, senza porre molta attenzione alla storia in sè e allo sviluppo degli eventi. Tutto l'epilogo della trasferta milanese del giovane protagonista sembra davvero appiccicato, come un riempitivo, tanto da sembrare il prologo di un altro film che non c'è.

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25 marzo 2008

Dark Resurrection 2: la grande occasione

di Ferdinando Carcavallo

L'Italia è un paese fantastico. Sono poche le occasioni per affermarlo, ed una di queste è data dal progetto "Dark Resurrection".
Ho contribuito alla raccolta di fondi per la realizzazione del secondo episodio del Fan Movie di Angelo Licata e Davide Bigazzi più per vanità che per convinzione, ma la visione del DVD del primo episodio, omaggiatomi dalla produzione, mi ha davvero sorpreso.
L'impegno tecnico e artistico nella realizzazione di questo incredibile film ha raggiunto livelli di perfezione davvero unici. Chiamarlo "fan movie" è davvero riduttivo.
Il fatto che il risultato sia eccellente, pero', non significa che Dark Resurrection sembri uno sci-fi hollywoodiano. Niente affatto. L'intento del progetto, infatti, non è quello di emulare George Lucas e la Industrial Light & Magic, bensì quello di realizzare un episodio italiano della saga di Star Wars. I ritmi, i dialoghi, ma anche le scelte cromatiche e le ambientazioni di DR, pur mantenendosi fedele al dogma Lucasiano, hanno caratteristiche europee che lo rendono un' opera originale.
Difficile per me, che non sono un fan della saga e nemmeno uno che si nutre di fantascienza, descrivere il film, ma posso solo testimoniare di aver visto un made in Italy di cui andare orgogliosi. Se pensate poi che dietro il progetto non ci sono case di produzione cinematografiche ma solo la passione di un (nutrito) manipolo di appassionati di cinema, capirete da soli che del provincialismo imperante nel cinema italiano siano responsabili non i singoli talenti ma soltanto la politica produttiva e distributiva.
Ma non voglio uscire fuori tema, e vi rimando a visitare il sito di DR (www.darkresurrection.com) dove potrete scaricare il primo episodio della saga. Invito tutti, inoltre, a fare una donazione per la produzione del secondo episodio. Non ci guadagnerete nulla in termini economici ma se donate più di 30 euro diventerete produttori associati e riceverete il bellissimo DVD di DR1 che contiene degli extra interessantissimi.
Sostenete questo progetto, mi raccomando, anche se di Star Wars e dei cavalieri Jedi non ve ne può fregare di meno. E' un'occasione per contribuire e realizzare qualcosa che ha tutte le potenzialità per cambiare il "sistema cinema" italiano.

www.darkresurrection.com

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19 marzo 2008

Napolifilmfestival 2008: lanciati i concorsi ufficiali

Si chiama Nuovo Cinema Italia ed è la prima, importante novità della decima edizione del NapoliFilmFestival che si svolgerà dal 9 al 16 giugno a Napoli.
In attesa di definire il cast degli ospiti italiani e stranieri e le retrospettive, gli organizzatori hanno lanciato i bandi (la scadenza per la presentazione delle opere è il 30 Aprile) relativi ai concorsi ufficiali della rassegna diretta da Davide Azzolini e Mario Violini: Nuovo Cinema Italia 2008, SchermoNapoli Corti 2008 e SchermoNapoli Documentari 2008.
La novità è costituita proprio da Nuovo Cinema Italia che si rivolge a tutti i lungometraggi con produzione italiana che siano inediti oppure autodistribuiti sul territorio nazionale a partire dal 1 gennaio 2008. La nuova sezione premierà il miglior film con il Vesuvio Award, il Premio Technicolor (stampa di 5 copie di positivo colore per la distribuzione, offerta da Technicolor spa) e il Premio MusicFeel (composizione delle musiche originali per il prossimo lavoro del regista vincitore offerta da MusicFeel).
Tornano anche i due concorsi legati alla città: SchermoNapoli Corti 2008 e SchermoNapoli Documentari 2008, entrambi riservati ad autori, artisti o produttori campani, o ambientati in Campania. Al primo concorso potranno partecipare opere della durata massima di 30’ e al corto vincitore andrà il Premio Fuji (1.500 euro in prodotti Fuji Motion Picture), mentre alla migliore sceneggiatura il Premio Santaniello. Il secondo concorso, è invece riservato ai soli documentari.

http://www.napolifilmfestival.com/

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Profonde rose

Finalmente l'atteso numero 12 di Tre Rose, il podcast sul conema di genere curato da Francesco Moriconi, ha visto la luce. Si tratta di una puntata monotematica dedicata al cult dei cult horror italiani, ossia il capolavoro di Dario Argento ancora oggi ineguagliato nella cinematografia di genere italiana e non (nemmeno ad opera dello stesso Argento).

La puntata è ricchissima di contenuti, per cui possiamo perdonare a Francesco di averci fatto aspettare più di quattro mesi dall'ultima puntata. Ospiti del podcast sono Antonio Tentori (sceneggiatore e studioso del cinema di genere), Gabrielle Lucantonio (autrice di saggi su Argento) e il musicista Claudio Simonetti, autore di quasi tutte le colonne sonore dei film di Dario Argento e, ovviamente, di Profondo Rosso.

Il podcast è disponibile sul Blog TreRose (trerose.blogspot.com) che speriamo torni ad essere aggiornato presto, visto che è uno dei migliori blog informativi e critici sul cinema di genere oggi sualla rete.

Buon ascolto.

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14 marzo 2008

Conservazione cellule staminali: non a Napoli

di Ferdinando Carcavallo

Certamente sapete cosa sono le cellule staminali. Beh, in parole povere, le cellule staminali di un individuo possono servire a riprodurre qualsiasi tipo di cellula e quindi sono molto utili per riparare tessuti e riprodurre interi organi, e in definitiva curare linfomi, leucemie, tumori e patologie ereditarie.
Il sangue residuo della placenta e del cordone ombelicale costituisce una ricca fonte di cellule staminali e se opportunamente trattate possono essere converate per anni ed utilizzate nella malaugurata ipotesi che possano servire.

Per la nascita del mio secondo figlio avevamo pensato di fargli questo bel regalo, ossia conservare le cellule della placenta presso una banca di conservazione inglese (in Italia non è consentito).
La banca inglese (Future Health) è stata molto efficace nel fornirci tutte le informazioni necessarie e il kit per la spedizione del sangue dopo la nascita, ma purtroppo non avevamo considerato un fattore importante, e cioè che la nascita sarebbe avvenuta a Napoli.
Nonostante il personale medico dell'Ospedale Internazionale di Napoli si fosse dichiarato "esperto" in questo tipo di operazioni, si è dimostrato di una cialtroneria ingiustificabile.
Non solo ha tralasciato aspetti formali come la corretta applicazione delle varie etichette identificative sul contenitore del campione (che ho operato io stesso rischiando di corrompere il campione), ma addirittura ha inserito nel contenitore molto meno sangue di quello necessario. Il minimo quantitativo di sangue necessario per un (eventuale) trapianto è di 40 mg, mentre il campione coservato è stato poco più della metà.

Quindi, è stato tutto inutile.
Non c'è nessuna speranza per questa città, e stavolta non c'entra l'amministrazione pubblica, la politica o la malavita.
Sarebbe stato un regalo migliore per il mio piccolo farlo nascere altrove.

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Antimatter Multiverse

I film su Capitan America, il pilot di Justice League of America, lo Spiderman turco, i Fantastici 4 di Roger Corman, il telefilm del Doctor Strange e il mitico film su Nick Fury.
Ne avete sempre sentito parlare ma non li avete mai visti?
Avete addirittura sospettato che fossero leggende metropolitane? Ebbene, oggi potete averli.
Esiste una sorta di casa di distribuzione (non garantisco nulla sulla qualità!!) on line chiamata Antimatter Multiverse che si è presa la briga di passare in DVD-R questi capolavori cult e venderli online a $11,99 assieme ad altre chicche come il Musical su Superman e lo Star Wars turco.
Fate un giro su http://www.antimattermultiverse.com/ (ribadisco, a vostro rischio e pericolo...).

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13 marzo 2008

Il mondo narrativo

di Ferdinando Carcavallo

Purtroppo e per fortuna per scrivere per il cinema esistono tante tecniche ma nessuna regola. Purtroppo perchè chi vuole intraprendere questa affascinante arte deve contare soprattutto sul proprio talento e nella speranza di avere delle idee vincenti non essendo confortato da un percorso preciso; per fortuna perchè in questo modo il cinema non è mai uguale a se stesso e può riservare sempre delle sorprese. Le tante tecniche che esistono per la stesura di un soggetto o di una sceneggiatura sono solo degli strumenti a disposizione per parlare un linguaggio comune e (più o meno) facilmente traducibile in immagini.
In questo libro di De Angelis e Pinardi della Lindau si affronta una questione della scrittura non molto supportata da manuali e saggi, ma di essenziale importanza soprattutto per il cinema, ossia la descrizione (e invenzione) del mondo narrativo.
E' naturale associare il lavoro di questo libro alla scrittura cinematografica, ma ovviamente lo si può estendere a qualsiasi specifica della scrittura creativa (teatro, narrativa, fumetti).
Costruire e descrivere il mondo narrativo significa rendere credibile e tangibile tutto quello che fa da scenario alla storia raccontata. L' ambiente sociale, quello politico , il contesto familiare e quello interiore dei personaggi sono elementi che in un film (un romanzo e un fumetto) sono introdotti tra le righe, nelle parole dei personaggi, negli eventi a contorno e nei comportamenti anche apparentememnte più insignificanti. Come dosare, quindi, storia e descrizione del mondo a contorno senza essere didascalici e senza bisogno di postille o note a piè di pagina (in un film spesso ci si leva il pensiero con lunghe scritte dopo i titoli di testa)?
L'argomento viene trattato con la logica di un corso di scuola di cinema. C'è una prima parte teorica e storiografica che illustra l'importanza dell'argomento ed una seconda parte, indubbiamente più "sfiziosa", in cui gli autori analizzano e mettono in pratica le tecniche descritte.
Un libro, questo, un po' atipico ed insolito, ma che ancora una volta non risulta utile solo a chi vuole fare cinema ma anche a chi lo ama e vuole scendere ad un livello di lettura più profondo
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Il mondo narrativo
di P. De Angelis e D. Pinardi
2008, Lindau
www.lindau.it

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09 marzo 2008

06 marzo 2008

Sinister Film

Nasce un nuovo editore votato al cinema di genere e d'autore.
Un ricco calendario di pubblicazioni volto a recuperare alcuni tra i migliori film horror/sci-fi/noir "d'antan e a dare nuovo lustro a pellicole dimenticate di cineasti del calibro di Luis Bunuel, Fritz Lang, Georges Franju, William Castle, Mario Bava e altri.
La Sinister Film inaugura la serie con la collana "HORROR D'ESSAY" restituendo al loro originario splendore due capolavori del cinema fantastico mai editati fino ad ora per il mercato home video:
I TRE VOLTI DELLA PAURA (1963) di Mario Bava e OCCHI SENZA VOLTO (1959) di Georges Franju.
Due titoli di assoluto pregio presentati in "edizione speciale", dizione spesso abusata ma che qui racchiude la declinazione di caratteristiche imprescindibili per un vero cinefilo.
Telecinema anamorfico, piena adesione all'aspect ratio originale, restauro digitale, pista sonora d'epoca, nonchè contributi speciali, interviste a registi ed attori, scene inedite, documentari, gallerie fotografiche ed il commento video di Luigi Cozzi, regista (assistente di Dario Argento) e massimo esperto di cinema di genere. Lo stesso Cozzi accompagna Lamberto Bava, figlio di Mario, in un inedito commento audio a 'I Tre Volti della Paura'.
Non è stato trascurato neanche il packaging, qui arricchito da un booklet fotografico colmo di aneddoti e note storiche.
I TRE VOLTI DELLA PAURA (1963). Una delle migliori opere di Mario Bava, regista prediletto, tra i tanti, di Tarantino, Tim Burton e Martin Scorsese. Quest'ultimo ha personalmente tessuto le lodi di Bava nella prefazione del libro ALL THE COLORS OF THE DARK, biografia enciclopedica dedicata al regista italiano.
OCCHI SENZA VOLTO (1959). La mirabile opera di uno dei padri della Nouvelle Vague, Georges Franju. In questo lungometraggio dirige una sublime Alida Valli nei panni della cinica e crudele assistente di un medico senza scrupoli. Il film è spesso riconosciuto da più parti come uno dei dei più grandi cult movies di sempre.

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04 marzo 2008

Il capomastro

Fernando è il figlio di un capobanda della criminalità cittadina.
Lorenzo appartiene alla banda rivale dei Moiraghi.
I due si amano in segreto, ma qualcuno avverte il padre di Fernando.
Pietro non può accettare il doppio tradimento, quello legato alle ferree regole della banda e quello, forse ancor peggiore, dell'omosessualità del figlio.
Lo obbliga quindi ad uccidere il suo amante...



Il capomastro è un cortometraggio del 2006 diretto da Federico Greco e Igor Maltagliati realizzato con la collaborazione degli allievi della scuola di cinema Metamoviement.
Interpretato da un Ottaviano Blitch perfettamente in parte, intenso ed espressivo al punto da farsi perdonare gli eccessivi "gigionismi" di Liver, questo piccolo film è un bellissimo esempio di cinema low cost fatto in maniera professionale, che affronta un tema (quello dell'omossessualità) caro ai giovani cineasti ma condito di sfumature noir e un colto citazionismo shakespeariano.

www.federicogreco.com
www.metamoviement.com

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02 marzo 2008

Sergio Leone. Quando il cinema era grande

di Ferdinando Carcavallo

Sono molte le analogie tra il nostro grande Serglio Leone e il maestro Stanley Kubrick, come la ricerca della perfezione e la personalità forte, alle quali si vanno ad aggiungere gli ettolitri di inchiostro versato da critici e appassionati per analizzare le loro opere.
Italo Moscati, in questo nuovo bellissimo libro della torinese Lindau, ci racconta Leone e il suo cinema attraverso una serie di affreschi dedicati a quei sette capolavori che il regista romano ci ha regalato.
Si tratta di aneddoti, ricordi personali o riferiti e risultati di ricerche che ci aiutano a farci un'idea senz'altro esauriente non solo del modo di fare cinema di Sergio Leone, ma anche di quello che significava (e signica anche oggi) affrontare il mestiere del cinema con lo spirito di un artista cercando di esprimere sempre, in ogni fotogramma, la propria idea artistica senza scendere a compromessi, o comunque trovando sempre una strada percorribile per bilanciare arte e mercato in modo che la seconda non corroda la prima.
Personalmente di questo libro ho amato soprattutto la parte finale dedicata alla genesi di quel grandissimo pezzo di cinema che è C'era un volta in America che Italo Moscati (anche lui un vero e proprio religioso di questo film) racconta come una scommessa del regista con se stesso, una sorta di "partita a scacchi con la morte". Leone sapeva sin dall'inizio che questo film sarebbe stato il suo grande capolavoro e la sua ostinazione a realizzarlo nel migliore dei modi era per lui il modo di lasciare questa vita avendo regalato al cinema qualcosa di grandioso.
Molto interessante anche la parte del libro dedicata ai progetti incompiuti di Leone.
"Senza Sergio Leone non avrei mai potuto fare Arancia Meccanica"
Stanley Kubrick

Sergio Leone. Quando il cinema era grande
Italo Moscati
2008 Lindau
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