Soluzione a questo problema è il Passante di Mestre, grande opera infrastrutturale richiesta a gran voce dalle categorie economiche. Il tracciato dell'autostrada attravenrsa ampie zone rurali.
La rete stradale veneta conta circa 53.000 km di asfalto.
Nell'arco di 40 anni il Veneto ha perduto il 20% della superficie agricola totale, la diffusione delle infrastrutture stradali e delle aree industriali è avvenuta a scapito del paesaggio e della natura.
La lunghezza della nuova autostrada Passante di Mestre sarà di circa Km 32.”
Il piccolo film di Michele ha una storia ben definita e può essere presa a se stante. Anche se, in questo caso, il risvolto allegorico (e, dati i riferimenti, anche “politico”) non è affatto casuale.
E' un action, in quanto c'è molta azione, con gli interni (cupi) fatti quasi tutti a carrello e gli esterni mossi e solari.
La storia è quella di una violenza sessuale, in cui la vittima si trasforma in accorato carnefice sullo sfondo della natura circondante la nuova infrastruttura.
La fotografia, davvero di effetto già nel trailer, è di Mirco Sgarzi, mentre la regia di Michele ancora una volta ci sorprende portandoci su sentieri in parte battuti dal primo horror Nella mia mente, ma sicuramente molto più vicino elle atmosfere del cinema horror USA degli anni '70, in cui il genere era uno “sfogo” di altre tensioni.
Ma è a proposito degli attori che il regista si dice particolarmente entusiasta: "Enrico Cazzaro è l'esempio dell'affarista più glaciale, mentre Davide Giacometti è l'impersonificazione di quel testimone (un operaio) che si trova coinvolto in qualcosa che lo colpisce ma non può comprendere.
Un discorso a parte andrebbe speso per Eleonora Bolla, alla sua prima prova di attrice (sia teatrale che cinematografica). Eleonora mi ha lasciato senza parole per la sua tenacia e la sua intensità (e anche bellezza). Ha donato al personaggio quel calore necessario senza il quale il film avrebbe perso molto".