08 febbraio 2008

Cloverfield: The Jurassic Central Park Project

di Flavio Ignelzi

Il cinema del fantastico, fin dall’alba dei tempi, si è evoluto in direzione della spettacolarizzazione del ‘monstrum’ (che è, senza mezzi termini, il motivo che spinge lo spettatore a pagare il biglietto), rendendo tale visione, col passare degli anni, sempre più realistica, fino alle moderne e sorprendenti tecniche CGI (marcherei “Jurassic Park” come milestone del genere).

A “Cloverfield” va dato atto di aver operato un passo oltre (e per certi versi avanti): tentare di accentuare tale realismo spingendo non sull’oggetto del vedere, bensì sul soggetto che vede. Il risultato è un film sostanzialmente canonico (di godzilloni distruttivi ne abbiamo visti fin troppi) mascherato da real-tv.

Di accadimenti poco reali, nel corso della pellicola, se ne susseguono molti, ma quello che si gioca la nostra beneamata sospensione dell’incredulità è soprattutto uno: è possibile che ‘sto tizio riesca a mantenere la videocamera sempre ad altezza occhi? Anche quando corre, quando è nel bel mezzo dei bombardamenti, quando si arrampica da un palazzo all’altro a centinaia di metri di altezza, quando viene attaccato da mostriciattoli repellenti grossi come vitelli. Se si è disposti a credere a questo, ci si diverte, e non poco (in sala era tutta una serie di urletti). Altrimenti, tutti a casa.

Il tanto bistrattato “The Blair Witch Project” viaggiava su altri piani: era un video amatoriale (per questioni di budget) che mostrava la monotonia, i tempi morti, le lungaggini della vita vissuta. Era un film in cui accadeva poco, come nella realtà, in cui ci si annoiava per lunghi tratti, ma proprio per questo appariva vero (non so fino a che punto gli autori abbiano condotto questo gioco, o si siano lasciati condurre, ma in fin dei conti poco importa).

Cloverfield” è medio-budget mascherato da low-budget, è la negazione del Dogma Vontrieriano, è un baraccone rumoroso scritto per la youtube generation (l’ho letta da qualche parte, ma è una giusta considerazione), e che perde molto proprio in virtù dell’hype di cui si è voluto forzatamente ammantare (siti virali, finti servizi giornalistici e tutto quanto).

Fulminante l’idea dei flashback della storia d’amore che emergono dal video, ma (immagino) in altre mani cosa sarebbe potuto essere.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

quando scrivi di cinema sei meno indulgente e più comprensbile.
ma sempre divino
ratatouille

Anonimo ha detto...

Insomma un bel film da martedi' o giovedi' : niente prezzo pieno + popcorn e coca a go-go fra uno strilletto e l'altro della vicina di poltrona ;-)

Aspetto la prossima recensione Flavio!

Anonimo ha detto...

Devo cominciare col dire che a me Cloverfield è piaciuto. Ma non starò a discutere di gusti, solo a ricordare che spesso il ragazzo che tiene la telecamera la tiene all'altezza delle cosce, perché sta correndo, qualche volta la telecamera viene posata... insomma non mi sembra che manchi il tentativo di rendere le riprese verosimilmente amatoriali.

Anonimo ha detto...

Ciao Flavio, ma sei lo stesso di Silent Scream? :)

Anonimo ha detto...

Of course... non siamo in molti con quel cognome. Tu chi sei?

Flavio
www.silentscreamzine.com

Anonimo ha detto...

Immaginavo... però volevo essere sicuro! :D
Mi chiamo Alessandro, stavo cercando un modo per contattarti in privato, ma non sono riuscito a trovarlo!

Kinemazone ha detto...

Ciao Alessandro.
Puoi contattare Flavio scrivendo a info@kinemazone.com, dopodicchè ti risponderà in privato.

Ciao

Anonimo ha detto...

bella recensione