31 dicembre 2008

L'incredibile Hulk

di Ferdinando Carcavallo

La cosa che più mi ha infastidito di questo film è l'ostinazione con la quale si son volute prendere le distanze dalla versione di Ang Lee del 2003, peraltro superiore a questa di Louis Leterrier sotto molti aspetti. Tale dichiarazione di intenti è espressa attraverso le numerose e quasi ossessionanti citazioni della serie televisiva degli anni '70.
La colonna sonora,l'aggettivo "incredibile" nel titolo, l'inquadratura degli occhi verdi nel buio, i camei di Lou Ferrigno (peraltro già sfruttato da Ang Lee) e Bill Bixby sembrano voler dire "l'unico Hulk fiction che conosciamo è questo".
A ben vedere, pero', l'Hulk di Edward Norton, benchè concepito interamente in casa Marvel, è meno "fumettistica" e cinematograficamente inferiore rispetto alla versione di Lee.
E' questo un classico filmaccio di azione tamarro all'americana, con la colonna sonora esageratamente enfatica dall'inizio alla fine e i dialoghi ridotti all'osso.
Gli effetti speciali non aggiungono nulla a quanto non abbiamo già visto se non al cinema sicuramente nelle console di videogiochi.
E' vero, il mostro verde compare a 10 minuti dall'inizio, parla e lo si chiama per nome, ma se questo è un vantaggio per lo spettatore under 16 (ma chissà...) non lo è per il pubblico che dal mix fumetti-cinema si aspetti qualcosa di diverso dal solito blockbuster d'azione.
Una pretesa piuttosto legittima visto che lavori come Spiderman (1 e 2), i Batman di Burton e Nolan ci hanno abituati a questo.
Impossibile per un film del genere dare una opinione sulla regia, sugli attori (nonostante la presenza di Norton, Tim Roth e William Hurt).
Simpatico il prologo in cui Tony Stark/Iron Man preannuncia la costituzione dei Vendicatori.
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29 dicembre 2008

Le avventure di Argos 7

Siete nostalgici degli Anni 60 (la moda, la musica, il way of life)?
Amate le atmosfere dei primi Bond Movies?
Siete fan dell'Uomo Ragno, dei Fantastici 4 e degli X Men "prima maniera"?
E che ne pensate di serie come "Agente Speciale", "L'Uomo dell'UNCLE", "Ultraman"?

Troverete questo e molto di più nelle pagine di "Argos 7", la serie a fumetti ideata da Giuseppe Cozzolino e disegnata da Andrea Rovati. Protagonisti i favolosi Anni Sessanta, la Cinecittà della "Hollywood sul Tevere", la Roma della Dolce Vita. Ed inoltre: dischi volanti, robot assassini, scienziati pazzi, attrici dai poteri ESP.
Tutto questo per un solo protagonista: Steve Van Drake, nome in codice Argos 7. Attore di pellicole di serie B al servizio segreto dell'organizzazione D.A.M.O.C.L.E.

I primi episodi della serie sono stati pubblicati su "M-Rivista del Mistero" (Alacran Editore) e a breve questi e nuovi materiali verranno raccolti in un comic book per la romana Cagliostro E-Press.



Argos7 su MySpace

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24 dicembre 2008

18 dicembre 2008

Altri 30 anni, di Ivan Forastiere

di Ferdinando Carcavallo

Devo ringraziare Internet per tante cose, una di queste è avermi fatto conoscere il mondo dei cortometraggi, altrimenti inacessibile se non frequentando specifici festival.
Il cortometraggio (oggi si dice solo corto perchè il digitale ha eliminato il concetto di metraggio) non rappresenta soltanto la palestra del cinema dove giovanissimi registi si fanno le ossa autofinanziandosi, ma è esso stesso cinema a tutti gli effetti, una forma di espressione artistica paritetica al racconto per la letteraura.

Nel "fantastico mondo dei corti" è facile incontrare talenti non ancora corrotti dalle logiche di mercato, di distribuzione o "di pagnotta" e forse grazie ad Internet questi talenti rimarranno tali anche ne futuro.

A proposito di talenti autentici, l'ultimo che ho incontrato è Ivan Forastiere.

Regista 30enne, ex allievo della scuola napoletana di cinema Pigrecoemme (ma quanti ne sfornano?) ed esperto di tecniche di post produzione, Ivan ha all'attivo 4 corti dei quali l'ultimo, il più riuscito e da lui anche scritto, è stato presentato quest'anno al Festival del Cinema Italiano di Stoccolma.

Favolosi gli interpreti, dal protagonista Mauro di Micco all'inquietante Pierpaolo Stellato, diretti con una sensibilità moderna che avvicina l'estetica di Ivan a quella di un Matteo Garrone: un neo-realismo, quindi, particolarmente estetizzante. Sfido chiunque a cogliere in questo film traccia della realizzazione in digitale. Gli "ambiziosi" movimenti di macchina assieme all'eccellente e misurato lavoro di montaggio e post produzione rendono impossibile distinguere questo film girato i DV (Canon XhA1) da un lavoro in pellicola.

"Altri 30 anni" racconta la storia di un istinto suicida. Non sappiamo perchè il protagonista Claudio voglia uccidersi, ma non importa. Se ci sono ignote le cause che hanno lo hanno portato a questa decisione, la cronaca della dinamica del gesto estremo, data dal suo fornitore di morte (l'ottimo ed espressivo Davide Amorico), ci fornisce quello che in un racconto cinematografico più interessa, ossia la tragedia di una vita vissuta con dolore che solo nell'istante finale rileva una possibilità di rivalutazione. Possibilità che Claudio decide di cogliere, ma il cammino da compiere è davvero lungo.
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14 dicembre 2008

05 dicembre 2008

I corti ai tempi di You Tube

Serata dedicata al mondo del cinema, con particolare riguardo alle produzioni indipendenti di cortometraggi, quella di sabato 13 dicembre 2008, al Trip. Ricco il programma dell'evento, organizzato dallo spazio di Via Martucci con la Scuola di cinema di Napoli Pigrecoemme, che parte alle ore 18,00 con un incontro-dibattito sul tema «I corti ai tempi di You Tube» che affronterà i nuovi scenari distributivi con cui internet sta rubando terreno agli storici circuiti festivalieri.
Relatori, Vincenzo Esposito, direttore del Festival del cinema italiano di Stoccolma, Ferdinando Carcavallo editor del sito di critica cinematografica Kinemazone e Rosario Gallone della Scuola di cinema Pigrecoemme.
A seguire saranno proiettati i corti italiani passati in rassegna nella sezione “Short Films” dell'undicesima edizione del Festival del cinema italiano di Stoccolma che, anche quest'anno (Stoccolma, dal 26 settembre al 2 ottobre 2008) è stata curata dalla Scuola di cinema e televisione Pigrecoemme.
Sei i film della serata: 97.4 di Alessandro Abbate e Alessandro de Cristofaro, un'operazione sofisticata sul filo delle citazioni cinematografiche, da due dei più interessanti videomaker della scena; 4b Movie di Antonello Matarazzo, regista visionario e di fama internazionale che lavora ad una poetica ridefinizione di cinema alla luce delle più spinte ricerche visive; Altri 30 anni di Ivan Forastiere, racconto sospeso tra umori hard-boiled e un colpo di scena fantastico; Battiltempo di Renato Lori, regista divertito e sornione ma, soprattutto, uno dei più importanti scenografi italiani; Megaris, di Guglielmo D’Aniello, metafora grottesca, in salsa ferreriana, dello scempio in cui versa Napoli; e, infine, Un passo indietro, diretto da Marco Pugliese. Il film, prodotto all'interno del corso Master di Pigrecoemme, ed incentrato, tra crisi identitarie e difficoltà sociali, sulla difficile relazione di un giovane autistico e del padre operaio è stato accolto, durante il festival svedese, con grande attenzione. Questa al Trip è la prima italiana.

L'ingresso alla serata è gratuito.
http://new.cra.na.it
http://www.pigrecoemme.com
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28 novembre 2008

Natale coi disturbi.

Scegli anche tu "Sui disturbi della quiete pubblica" per Natale.
Regalane cospicue copie ai tuoi amichetti del muretto e ricorda che - solo per il periodo natalizio - circa il ventipercento del ricavato di acquisto dell’agile long-seller di casa Boopen sarà devoluto in beneficenza all’autore e all'associazione si-profit "Suicidi falliti per motivi ridicoli".
Non tradire lo spirito natalizio.
Non rischiare che di notte qualcuno ti tocchi i piedi con dita fredde.
Scegli anche tu "Sui disturbi della quiete pubblica".

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26 novembre 2008

Non pensarci

di Ferdinando Carcavallo

Non pensarci, opera seconda e pluripremiata del regista Gianni Zanasi, è un carosello di ottimi attori italiani. Non saprei dire se si è trattata di una fortunata coincidenza o di un'ottimo lavoro del regista, fatto sta che al di là della storia semplice e della colonna sonora senz'altro indovinatissima, l'aspetto che fa uscire questo film dalla mischia dei film-italiani-di-registi-esordienti è proprio l'affiatamento e la qualità degli interpreti, e quindi spendiamo due-parole-due per ognuno di loro:
Il primo è Giuseppe Battiston, attore veneto non notissimo ma con un'esperienza di tutto riguardo essendo stato inteprete di quasi tutti i film di Soldini (era l'impacciato detective privato in "Pani e tulipani").
Doveroso poi citare l'antidiva Anita Caprioli, la cui disarmante bellezza spesso impedisce di soffermarsi sulle altre qualità.
Valerio Mastrandrea è come al solito simpatico e tenero, qui ancora nella fase pre-Ozpeteck, interprete di se stesso tipo "Velocità Massima" e "Notturno Bus" e paladino degli esordienti.
Di Caterina Murino, una donna dal fascino straordinario che vedo recitare per la prima volta, se non possiamo dire di essere di fronte ad una Claudia Cardinale è solo per eccesso di prudenza.
Prima o poi qualcuno che non sia un blogger sfigato dovrebbe decidersi a spendere due parole in più su un attore versatile come Dino Abbrescia (già con Zanasi in Fuori di me), attore pugliese che dal 2000 non sbaglia un film (a parte 2061 di Vanzina) avendo rivestito ruoli di spicco in film di eccezionale rilevanza come La capagira di Alessandro Piva, Io non ho paura di Salvatores e Cardiofitness.

Altri da citare sono Paolo Briguglia, in un bellissimo personaggio di un giovane e ricchissimo deputato, e le piccole apparizioni di Natalino Balasso e Edoardo Gabriellini, che dopo l'ormai lontano Ovosodo di Virzì prosegue la sua inspiegabile carriera in discesa.

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12 novembre 2008

Guarda Omar quanto é bello

di Ferdinando Carcavallo

Omar Pesenti, regista 30nne bergamasco e vecchia conoscenza di KinemaZOne, ha deciso di fare molto in fretta la strada che lo porterà a diventare un professionista.

L'ultima produzione di Omar si intitola "Di chi è ora la città?" ed è un raffinatissimo noir padano. La vicenda si richiama ad un classico plot del genere e racconta di due cosche mafiose che si giocano il dominio sulla città in un duello tra due rappresentanti delle due fazioni: chi sopravvive consegna alla famiglia la città.

Si tratta di un'opera curatissima lontana anni luce dal primo Il passo più lungo di soli due anni fa e molto diverso nei toni e nelle intenzioni dall'ottima prova horror del 2007 (Frattura).
Di chi è ora la città sorprende per il taglio altamente professionale delle scene, sia per le riprese che per la direzione degli attori (fino a ieri la pecca maggiore di Pesenti) ed è godibile per le numerose trovate registiche (notate all'inizio il montaggio della conversazione telefonica e la soggettiva di una delle vittime della querra tra bande).
Realizzato nei week-end nell'arco di un anno, con numerose interruzioni per motivi più vari, il film è costato intorno ai 600 euro, andati tutti via tra pranzi, caffè e benzina. Il contenimento dei costi è stato possibile grazie alla collaborazione pro-bono di parenti (compaiono nel film sia la moglie Veronica, anche co-sceneggiatrice, che il padre) e amici ancora alle prime armi, come Jacopo del Santo e Paolo Riva, attori non professionisti ma che stanno crescendo proprio grazie a Omar, e la "letteronza" Valeria Sonzogni.

Per la colonna sonora, molto efficace e ben contestualizzata, Omar ha collaborato ancora con Ron Meza, musicista di Los Angeles conosciuto grazie ad una community web di videomaker.

Senza dubbio "Di chi è ora la città" è il miglior cortometraggio che ho visto negli ultimi anni e non parlo solo di quelli dei giovani talenti. Il guaio, adesso, per l'ottimo Omar, è che con un bigletto da visita come questo non potrà più farsi scudo della qualifica di "giovane esordiente" e quindi le prossime scelte saranno valutate diversamente. Pesenti è diventato un cineasta adulto e la sua crescita self-made è di esempio per tutti. Ancora una volta in Italia abbiamo la dimostrazione che non sono le risorse ad essere indispensabili per i nostri autori quanto le occasioni.
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11 novembre 2008

WALL-E

di Ferdinando Carcavallo


Il nuovo film della Pixar è un lunghissimo cortometraggio di animazione 3D che è stato osannato e additato a capolavoro assoluto già alla comparsa del primo teaser trailer associato all'ottimo Ratatouille.
Nei fatti, pero', WALL-E ha molte carte in meno da giocare rispetto ai veri capolavori Pixar come Moster & Co., Gli Incredibili e Toy Story.
Citazionismo estremo più una poeticità che va da Orwell a Collodi passando per Douglas Adams erano delle ottime premesse per avere il definitivo Cartone per Adulti che secondo me non è arrivato.
Il film è nonostante tutto lento, prolisso e leggermente presuntuoso per quel voler essere un Metropolis post-moderno permeato di retorica ecologista e buonismo disneyano (legittimo, in questo caso).
Non è un film per bambini, i quali non reggono i primi tre quarti di assoluto mutismo artistico, ma nemmeno un buon film per gli adulti che troppe ne hanno viste di animazioni per meravigliarsi, commuoversi o divertirsi più di tanto per l'impacciato piccolo Woody Allen cibernetico.
So che molti miei amici non sono daccordo, ma accetto il rischio di qualche rimprovero e l'ipotesi allettante di un dibattito.

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08 novembre 2008

31 ottobre 2008

Due punto zero: W2R (Writer To Reader)

Ecco. Questo, per esempio, sicuramente Paul Auster non lo fa. Ma nemmeno Faletti.
Da oggi puoi acquistare "Due punto zero" a € 10,99 (comprensive di spedizione in Italia)direttamente da questo sito utilizzando PayPal, VISA, VISA Electron, Mastercard, PostePay, Carta Aura e senza effettuare nessuna registrazione. Verrà comprata per te una copia del libro e spedita all'indirizzo che indicherai in massimo 4 giorni lavorativi. Che occasione, eh? Ora non avete più scuse.
Presto, che Natale si avvicina e sia io che voi dobbiamo pensare ai regali
.

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30 ottobre 2008

Il cinema di Gregoretti a Lisbona

Il ciclo "Il favoloso mondo di G." organizzato da Liliana Navarra in collaborazione con Libritalia si terrà il giorno 11 Novembre alle ore 17 presso la Libreria italiana di Lisbona. Occasione unica per i cultori lusitani del cinema italiano, che per la prima volta potranno assistere alle proiezioni di alcune perle del cinema nostrano che difficilmente valicano la frontiera.
L'incontro sarà presieduto dal Maestro Ugo Gregoretti, autore poliedrico e figura cardine nel panorama audiovisivo italiano. Il ciclo si aprirà con la presentazione del suo libro autobiografico Finale Aperto e proseguirà con la proiezione del documentario: Il favoloso mondo di G. – Il cinema di Ugo Gregoretti del regista Luigi Barletta.
Il documentario, girato nel 2007, è un suggestivo itinerario sulle orme artistiche del Maestro. Passando per i suoi primi corti per la televisione italiana, sino ad arrivare al suo ultimo film biografico. Un viaggio nell'universo artistico di un personaggio unico nel panorama italiano.
Il ciclo si articolerà in 4 giorni in cui verranno proiettati: Il favoloso mondo di G, Ro.Go.Pa.G, Maggio musicale e Omicron, il tutto scandito da un'esposizione fotografica su alcune tappe salienti della carriera del Maestro ed un workshop sulla sceneggiatura tenuto da Luigi Barletta.

Programma completo su http://www.libritalia.pt/

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28 ottobre 2008

House of Flesh Mannequins – la risposta del regista e della produzione

“La Produzione e la Regia del film House of Flesh Mannequins apprendono con sconcerto dai media il contenuto di un comunicato stampa, emesso dal Signor Stefano Dammicco, in merito al film ed alla partecipazione della Signora Yvonne Sciò.
Si ritiene quindi necessario precisare alcune informazioni: il film è sì violento ed estremo, ma non pornografico. È stato e verrà presentato in diversi festival del cinema horror, e vede il contributo di numerosi attori molto conosciuti nella cinematografia nazionale ed internazionale horror e “di genere”. La partecipazione della nota attrice hard Roberta Gemma non muta la natura dell’opera. D’altronde, non si tratta certamente del primo caso in cui il mondo dell’hard presta un suo volto a differenti generi di cinematografia; e neppure per la Signora Gemma costituisce un debutto, avendo già aderito a varie produzioni non hard al cinema e TV.
In ordine alla collaborazione della Signora Sciò, riteniamo opportuno evidenziare che la Signora ha concordato con la regia e la produzione la partecipazione al film, con un breve “cameo”, registrato in Roma alla presenza del marito Signor Dammicco, il 12 aprile 2008. Ben tre mesi e mezzo prima della nascita della figlia. In conseguenza di scelte artistiche della regia, la scena non è stata inserita nel montaggio definitivo. Pertanto la Signora Sciò non è presente nel film, né nei titoli "di testa o di coda”. L’intervento era comunque limitato alla recitazione di una frase, e l’attrice era vestita. Da ciò pare evidente che il Signor Dammicco era quantomeno informato, in quanto presente sul set, e che Produzione e Regia non hanno sottoposto la Signora e la nascitura ad affaticamenti o stress emotivi di qualsivoglia genere.
Nell’annunciare l’intenzione di tutelare i nostri diritti in sede penale e civile, desideriamo esprimere la nostra solidarietà personale e professionale verso la Signora Yvonne Sciò.”

Domiziano Cristopharo (regista)
Domiziano Arcangeli (produttore)
Daniele Panizza (produttore)
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24 ottobre 2008

23 ottobre 2008

Gravidanze fetish nel reality Scio'

di Ferdinando Carcavallo

Le premesse per una grande stronzata ci sono tutte. Il film si presenta come "il primo reality movie" del mondo "dove veri freaks, morte, violenza e sesso costruiscono un dramma "sensoriale" che non potrai dimenticare" e garantisce che, a parte gli ammazzamenti, le scene di "sesso e violenza" sono tutte vere. e la televisione degli ultimi anni ci ha insegnato che non c'è niente di peggio della finta realtà.
Questa immonda produzione, che potremmo definire "La talpa - the movie", si intitola "House of flesh mannequins" (La casa dei manichini di carne) ed è diretto da tal Domiziano de Cristofaro e interpretato dalla sedicente pornostar Roberta Missoni e Yvonne Scio'.
Quest'ultima, in piena tradizione gossippara televisiva, è anche protagonista di una querelle giudiziaria a scopo promozionale secondo la quale il marito produttore Stefano Dammicco ribadisce l'assoluta estraneità al progetto. Dammicco sostiene di essere stato all'oscuro della partecipazione della moglie a questo film, anche perchè la Scio' vi avrebbe preso parte mentre era all'ottavo mese di gravidanza.
Il "film" uscirà in DVD entro la fine dell'anno.

Se vi state chiedendo dove andremo a finire, sappiate che ci siamo già finiti.
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21 ottobre 2008

Stefano Simone e la "vision"

di Ferdinando Carcavallo

E' abbastanza difficile esprimere un parere o semplicemente verificare il talento di un giovane regista analizzando opere realizzate nella più assoluta mancanza di budget, con strumentazioni consumer e (soprattutto) utilizzando attori non professionisti.
Non è così difficile, però, quando il cineasta in questione ha quella che i bravi chiamano la "vision", ossia quel quid che fa si che anche in assenza di mezzi si riesce a raccontare una storia con le immagini e non soltanto dare immagini ad una storia.


Stefano Simone la vision ce l'ha e lo si vede in tutti i suoi lavori, sia quelli più recenti, diciamo della corrente noir, che quelli semi-horror puramente esercitativi dei primi anni.

Ultra prolifico regista di cortometraggi low cost, a soli 23 anni Stefano vanta un curriculum di ben otto realizzazioni che più che amatoriali sarebbero da definire artigianali. Pugliese di nascita e Torinese di adozione, Stefano ambienta gran parte delle sue storie nella nativa Manfredonia. Ha realizzato finora 8 cortomentragi, di cui ne ho visto sette, e la cosa confortante è che i migliori sono il primo ("Infatuazione") e l'ultimo ("Contratto per vendetta"). Altri titoli di spicco sono "Lo storpio", "Kenneth" - non tra i migliori ma molto interessante in quanto abbastanza di rottura rispetto al resto della produzione - e "Il gatto dalle grinfie di Satana" che non ho visto ma il cui titolo lo porta direttamente nella sfera del cult.

Non mi sento di dire, come in casi simili, che quello che ora serve a Stefano è un produttore che gli affidi un budget consistente e una equipe tecnica professionale. Assolutamente no. Stefano ha nelle sue mani e nella sua testa tutto quello che gli serve (la vision) e anche con una videocamera MiniDV e Adobe Premiere può realizzare le sue idee egregiamete. Quello che realmente serve a Stefano è un contesto in cui il talento viene considerato materia prima e non un gadget che se ce l'hai meglio per te se non ce l'hai non fa niente. A Stefano serve un biglietto aereo per Londra, Parigi, New York o Madrid. Per il momento, caro Stefano, c'è Internet e i tuoi "appena 23 anni". Sfrutta bene entrambe le cose e non temere di fare brutte figure.

Tu hai la vision.

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20 ottobre 2008

Scrittore nel buio

di Paul Auster*


Non potevo lasciare l'Italia senza prima aver omaggiato quello che da sempre è il mio modello di scrittore.
La mia ammirazione per Carcavallo, come nella migliore tradizione narrativa europea, prende il via da un paradosso spazio-temporale. Pur essendo nato Ferdinando lontano da me, sia geograficamente che per una ventina d'anni di distacco, non ricordo un momento della mia infanzia, adolescenza ed oltre in cui i suoi libri non mi abbiano accompagnato. E ciò appare ancora più incredibile se si pensa che prima del 2007 Carcavallo non ha praticamente mai scritto nulla.

L'incontro con il grande scrittore si svolge nella sua casa sul Vomero, quartiere di Napoli, e quindi del mondo, che colpevolmente il mio immaginario non ha mai osato attraversare.
Mi apre la porta sua figlia Marianna, poco più di due anni, la quale mi sorride facendomi strada nel lungo corridoio che collega l'ingresso alla terrazza.

Li', intento a meditare con una bottiglia di Cedrata Tassoni mezza vuota, mi appare Ferdinando che accortosi di me tira fuori violentemente il dito indice dalla narice destra.

"Lei è l'Ufficiale Giudiziario?" - mi chiede.
"No" rispondo "sono Paul Auster e sono qui per l'intervista."
"Ah...si tratta di un cambio di gestore telefonico? Ho già detto che io uso pochissimo il telefono..."
Chiarito l'equivoco con non poca difficoltà, entriamo nel merito della discussione, ossia il suo capolavoro "Due punto zero" inspiegabilmente ancora fuori dalle classifiche di vendita.


PA: Come forse sa, anche io all'inizio della mia carriera ho scritto cose bellissime che ancora oggi non vengono pubblicate. Crede che il motivo dei suo oscuramento mediatico sia di matrice politica? Crede di dar fastidio a qualcuno che conta?FC: Mah, le diro' signor ...Austin Power?

PA: "Paul Auster"
FC: "Si, mister Pollastri, nel mio libro di politica non ce n'è.

PA: Allora forse si tratta di motivi sessuali?
FC: "Mahm, di sesso ce n'è ancora meno"

PA: "Quindi non può essere che un motivo religioso.
FC: "Non direi. I protagonisti del libro non so nemmeno se sono credenti"

PA: "E allora, scusi, quale può essere la causa?
FC: "Mah, forse semplicemente il fatto che il libro è sostanzialmente una cagata."

PA: "Lo pensa davvero?"
FC: "Non tanto, a dir la verità. Ho non-letto libri peggiori."

PA: "E allora? Glielo dico io, se permette, qualì'è il motiivo."
FC: "Se lo sa."

PA: "Il suo libro pone un interrogativo inquietante che invita ad una riflessione che potrebbe mettere in crisi l'intero pensiero occidentale moderno."
FC: "Beh...in effetti, signor Polistil, non ci avevo pensato...

PA: "La domanda fondamentale è 'a cosa serve il mio lavoro?', ovvero 'che ne beneficia?', oppure 'quali possono essere le conseguenze del mio lavorare bene o lavorare male'?
FC: "Eh..."

PA: "E' facile rispondere a queste domande per chi fa il chirurgo, il pompiere, il poliziotto, il maestro. Ma per Carmine Amendola, un impiegato di una grande multinazionale, è molto difficile ipotizzare che i frutti del suo lavoro vadano al di la della busta paga."
FC: "E già."

PA: "Il protagonista del libro è il dramma del tedio dell'uomo moderno che sembra riscattarsi con il sogno del lusso e di un nobile scopo."
FC: "Dice?"

PA: "Il libro è intriso di tragica autocommiserazione sia dei personaggi che dell'autore."
FC: "Vabbè..pero' è anche divertente, no?"

PA: "Divertente? Non direi."
FC: "Come no!? Ha dimenticato l'episodio del comico del cabaret?"

PA: "Certo. Una maschera brechtiana tipica della tragedia moderna."
FC: "Ma no. E' comico! Fa ridere."

PA: "Io ho pianto."
FC: "Mi dispiace."

PA: "Quindi, nelle intenzioni, 'Due punto zero' doveva far ridere?"
FC: "Beh, proprio ridere no. Diciamo divertire."

PA: "Ah...allora non ho capito bene."
FC: "E mi pareva. Senta a me, lo rilegga."

PA: "Dice?"FC: "Si. Lei non è che di letteratura ne capisce molto, eh?"

PA: "Mah, dice Fabio Fazio che sono uno dei più grandi scrittoti del mondo."
FC: "Lo dice a tutti"

PA: "Anche a lei?"
FC: "Con me non si permette."

PA: "Certo. "
FC: "Un po' di Cedrata Tassoni?"
PA: "No, grazie."
FC: "Un Amaro Medicinale Giuliani? "

PA: "No, sto bene così"
FC: "Un Acqua Brillante Recoaro?"

E così, dopo dieci minuti, intontito da un interminabile mitragliata di gentili offerte delle più svariate qualità di aperitivi analcolici e non, abbandono quella dimora, ultima scuola di vita per uno scrittore finora nel buio.

(*)alias occasionale di ferdinando carcavallo, da sempre un ammiratore del sommo scrittore americano. Che non me ne voglia.
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19 ottobre 2008

Un passo indietro

Chi è che vive in un mondo sbagliato? Il giovane autistico Damiano, interessato solo alla dinamicità delle automobili ed insensibile a tutto quello che è intorno a lui, oppure suo padre, un operaio afflitto dai sensi di colpa e dalla paura di essere il solo a doversi occupare del figlio?
Il cortometraggio "Un passo indietro" è stato realizzato dagli allievi del corso master 2007/2008 della Scuola di Cinema Pigrecoemme di Napoli, e non so se è stato un anno particolarmente fortunato oppure effettivamente le scuole di cinema servono a qualcosa.
Per niente manieristico, ordinario o "scolastico", il film ha tutti i pregi e solo alcuni dei difetti tipici di un'opera prima. Tra i pregi metteri la tecnica (fotografia e montaggio) e la scrittura (dialoghi e sceneggiatura) - fondamentali per la buona riuscita di un prodotto che porta avanti per quasi un quarto d'ora una storia di autismo - mentre gli unici difetti sono quelli ovvi della recitazione stentata di alcun interpreti, tra i quali spicca comunque il "cameo" di Rosario Gallone in tuta da turnista.

Il lavoro di Gallone e Giacomo Fabbrocino, docenti della scuola napoletana, ha sicuramete dato ottimi frutti. Ma questo non un spot!

http://www.pigrecoemme.com/

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18 ottobre 2008

13 ottobre 2008

Quel che resta di mio marito

I grandi veterani di Hollywood danno l'assalto al botteghino italiano, pronti a soppiantare i più giovani e scialbi colleghi. Dopo la Meryl Streep di Mamma Mia! e l'accoppiata Pacino-De Niro di Sfida senza regole, il 17 ottobre è in arrivo un tris di regine del grande schermo, tre attrici straordinarie che hanno fatto la storia del cinema americano e si apprestano di nuovo a scalare la classifica degli incassi: il due volte premio Oscar Jessica Lange, il premio Oscar Kathy Bates e la candidata all'Oscar Joan Allen sono le protagoniste di QUEL CHE RESTA DI MIO MARITO, una commedia travolgente pronta a entrare nel cuore del pubblico.
per maggiori informazioni
http://www.teodorafilm.com/
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24 settembre 2008

Due punto zero: Marketing

Dall' autore di 'Appunti di Fisica 2'
Dal regista del riversamento vhs 'Weekend Ischia Giugno 01'
Il thriller che vi sorprenderà alle spalle senza lasciarvi un attimo di respiro.



“Due punto che?” – Andrea Camilleri. scrittore

“..e pertanto diffido dall’utilizzo del nome del mio cliente per qualsivoglia iniziativa propagandistica della suddetta opera…” – avv. Michele De Cesare, legale dello scrittore Carlo Lucarelli

“Italian shit … forget about it” – Stephen King, scrittore

Un thriller che scivola via che è una bellezza” – Paolino Pistone, “Oleodinamica Pneumatica Lubrificazione”

“Ho trovato ‘Due punto zero’ molto meglio di ‘Due punto zero-Bozza’” – Flavia Vento, soubrette

"Ho una mezza intenzione di acquistarne i diritti cinematografici, ma al momento sto ancora definendo il contratto con Faletti" - David Cronemberg, regista

“Vi faremo sapere” – Casa Editrice Feltrinelli

"Vi terrà incollati alla sedia" - Fritz Henkel

"Due punto zero è un buon lavoro ma presenta ancora qualche difetto di gioventù. Attendiamo il primo Service Pack" - Luca Annunziata, "Punto Informatico"

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16 settembre 2008

Girare un corto a Benevento

Il Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Benevento ‘Cantieri di Gratuità’ promuove il percorso formativo ‘Scrivere e girare un cortometraggio’, inserito nell’ambito delle iniziative del II° Festival del Cortometraggio Filmando la Solidarietà. La proposta è rivolta, in particolare, ai volontari e ai cittadini che intendono conoscere ed approfondire le tecniche utili alla realizzazione di un cortometraggio.Il corso, la cui partecipazione è gratuita, avrà una durata di 32 ore erogate in quattro moduli: “Montaggio digitale”, “Elementi di Linguaggio Cinematografico”, ‘Tecnica di Ripresa’ e "Laboratorio di messa in scena".
Il corso sarà tenuto da docenti molto qualificati, quali: Giovanni Bruno (regista televisivo e collaboratore delle maggiori reti nazionali); Demetrio Salvi (documentarista ed esperto del linguaggio del cinema e della televisione); Leonardo Lardieri (critico cinematografico e docente di storia del cinema); Michele Moccia (critico cinematografico e docente di storia del cinema).
La domanda di partecipazione deve essere redatta su apposito modello da ritirare al Cesvob o scaricabile dal sito internet www.cesvob.it.
L'esito della selezione sarà comunicato attraverso il sito del Cesvob. Le domande di partecipazione dovranno pervenire al Cesvob entro e non oltre le ore 13.00 del 27 settembre 2008.
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12 settembre 2008

Il festival dei festival


Martedì 16 settembre, alle ore 20.00, presso la Triennale di Milano, verrà inaugurata la II edizione di Festivall, il “festival dei festival” che presenta le anticipazioni delle diverse rassegne cinematografiche milanesi.

La manifestazione, organizzata all'interno di Milano Settembre Cinema ospiterà in Triennale le anteprime di Milano Doc Festival, Visioni Digitali, Filmmaker, Sguardi Altrove, Festival del Cinema Africano, d’Asia e America latina, Invideo, mentre Sport Movies & TV sarà all’Arena Civica e il Milano Film Festival in diverse sedi.

Negli spazi della Triennale, dal 16 settembre per tutta la durata di Festivall, verranno proposte anche installazioni video che integreranno le proiezioni di diversi festival: Filmmaker presenta Arbeiter verlassen die Fabrik in elf Jahrzehnten
(Operai che escono dalla fabbrica), una video opera di Harun Farocki che racconta di storia, cinema, lavoro con una forma che ibrida video, film, arte.
Invideo presenta Lachsack/Laughter Project dell’artista tedesco Piero Steinle, un’installazione composta da 12 proiezioni sincronizzate che combinando una serie di posti, persone e tempi diversi creano un panorama universale della risata.
Per Sguardi Altrove Film Festival viene allestita la video-installazione Rough Cut – Cutting Off dell’artista iraniana Firouzeh Khosrovani, che si compone di cinque manichini - di cui uno mutilato - disposti in uno spazio che rappresenta metaforicamente il corpo femminile velato e mutilato.

Festivall concentra in due settimane di programmazione tutta la spinta creativa di organizzazioni indipendenti che vogliono proporre un diverso approccio allo schermo, lontano dai blockbuster, attento all’attualità e alle nuove proposte cinematografiche che fanno della commistione tra diversi generi e tecniche un principio basilare.

La Triennale è chiusa dal 21 al 23, il 25 e il 29 settembre.
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11 settembre 2008

I’VE SEEN FILMS International Short Film Festival

Milano Skyline Multiplex, 22-s6 settembre 2008

I’VE SEEN FILMS International Short Film Festival è stato fondato nel 2007 da Rutger Hauer con l’intento di promuovere su base mondiale ed anche tramite internet, i lavori dei filmmakers che desiderano ottenere una potente esposizione mediatica dei loro cortometraggi. La prima edizione ha già ricevuto una risposta straordinaria dagli autori di tutto il mondo: sono stati oltre 1.500 i cortometraggi pervenuti da circa 50 paesi.

Richard Gere, Ridley Scott, Paul Verhoeven, Robert Rodriguez ed il Maestro Ludovico Einaudi sono alcuni dei membri della Giuria Internazionale.

La Serata di Gala sarà presentata dal produttore, regista e scrittore Bill Bristow che è anche un membro della Giuria Internazionale.

Il Trio ‘The Blue Dolls’ formato da Erika Celesti, Federica Pallante e Viviana Dragani, sarà ospite del Festival e, oltre ad unirsi a Mr Bristow nella conduzione della serata, presenterà il brano ‘Handful of Keys’ in gara nel concorso internet di I’ve Seen Films.

Enzo Iacchetti sarà uno degli Ospiti della Serata di Gala con il cortometraggio in concorso ‘Pazza di te’, che segna il suo debutto nella regia.

Tra gli Eventi Speciali segnaliamo il film cult di fantascienza ‘Blade Runner - The Final Cut’, ‘Sin City’ e ‘Confessioni di una mente pericolosa’. Inoltre, con concessione in esclusiva da parte della Warner Bros e della Blade Runner Partnership, avrà luogo l’anteprima cinematografica del documentario osannato dalla critica internazionale ‘Dangerous Days: Making Blade Runner’. Il programma comprende inoltre la proiezione speciale di ‘Zeitgeist’ alla presenza del suo autore, Peter Joseph. A tutti gli Eventi Speciali faranno seguito incontri tra il pubblico presente in sala e gli Artisti ospiti del Festival.

I’VE SEEN FILMS International Short Film Festival
http://www.icfilms.org/
www.rutgerhauer.org/icfilms
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10 settembre 2008

Red Sonja

di Ferdinando Carcavallo

Rose McGowan sarà la diavolessa rossa Red Sonja nel film omonimo prodotto da Robert Rodriguez e diretto da Douglas Aarniokoski che uscirà nel 2009.
Anche Red Sonja è un personaggio nato dai fumetti Marvel, precisamente tra le pagine di Conan il barbaro, ad opera di Roy Thomas e Doug Moench ed ha già conosciuto una versione cinematografica in un fim di Richard Fleischer del 1985 (in Italia uscì col titolo di Yado) con Arnold Schwarzenegger nella parte di Conan e Brigitte Nielsen (al suo debutto cinematografico) in quella di Sonja.
Nonostante lo sforzo produttivo di De Laurentiis (le musiche erano di Ennio Morricone) il film del 1985 fu un grandioso flop ma Red Sonja ha continuato a vivere nel mondo del fumetto con un certo successo tra un pubbico di nicchia (
www.redsonja.net).

Il film del 2009 segrerà anche il ritorno sul set di Rose McGowan la quale, nonostante il successo di Grindhouse: Planet Terror, è un bel po' che diserta Hollywood forse a causa dei problemi personali con il compagno/pigmalione Rodriguez. Dopo un annuncio abbastanza convinto, anche l'altro progetto cinefumettaro della coppia, ossia il remake di Barbarella, pare sia passato in secondo piano e viene anche messo in discussione l'ingaggio della McGowan alla quale i fan del fumetto preferirebbero la bionda naturale (?) Jessica Alba.

Mah. Prima la sgraziata Drew Barrymore, poi la coatta McGowan, ora la mielosa Jessica Alba...non è che lo devono fare per forza 'sto remake!
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Tutti i numeri di Spiderman

di Ferdinando Carcavallo

I capitoli 4 e 5 di Spiderman sono una certezza. Sam Raimi dietro la cinepresa e Tobey Maguire davanti garantiranno la continuità con i capitoli precedenti, soprattutto con i primi due, dal momento che la Sony è intenzionata ad abbandonare l'atmosfera dark di Spiderman 3 per prendere le distanze dal Cavaliere Oscuro di casa DC.
Non sembra assicurata, invece, la presenza di Mary Jane, almeno come interprete in quanto Kirsten Dunst (dicono), a causa di problemi legati all'alcool, non è più molto gradita alla produzione.
Prematuro ancora ipotizzare i nemici che compariranno nei due film. In molti ipotizzano (e sperano) che sia arrivato il momento di incattivire il Dottor Connor (interpretato da Dylan Baker negli ultimi due episodi) e dare vita al mitico Lizard.
L'uscita di Spiderman 4 è prevista per il 2011. Ci vuole tempo e per lo stesso anno si prevede anche il debutto cinematografico di Captain America, intorno al quale girano voci poco credibili, tipo la metamorfosi etnica ad opera di Willy Smith.
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08 settembre 2008

Medici miei: un aggettivo c'è

di Ferdinando Carcavallo

Fatma RuffiniHa fatto il giro del web l'articolo di Aldo Grasso sul Corriere in cui il giornalista si interrogava su quale potesse essere l'aggettivo giusto per definire l'oscena sit-com di Italia Uno prodotta da Fatma Ruffini e interpretata da Enzo Iachetti e Giobbe Covatta.
Certo "imbarazzante", "ridicolo" e "inguardabile" sono abbastanza efficaci, ma andrebbero bene anche per altre "monnezze" televisive in questi giorni in programmazione ("Il sangue e e la rosa per dirne una), mentre in "Medici miei" c'è qualcosa che lo rende ancora più abietto.

Il serial (mi vengono i brividi a chiamarlo così) avrebbe la presunzione di essere una parodia dei medical-thriller americani, nella scia del magnifico "Scrubs" o il vecchio "Dottori in allegria", ma non riesce nemmeno lontanamente ad essere paragonabile.

Non credo sia giusto tirare in ballo il fatto che gli americani siano professionisti in cose del genere mentre noi siamo degli inetti (non è un'affermazione di Grasso ma da qualche parte è stato detto) visto che prodotti come "Camera caffè", "Buttafuori" o anche semplicemente lo spin-off di Zelig "Belli dentro" risultano essere prodotti se non altro onesti.
Ecco, forse l'aggettivo "disonesto" può definire bene cosa è "Medici miei". Una vera e propria presa per il culo dello spettatore, che evidentemente i produttori di questo serial considerano non solo un imbecille ma anche uno che vive fuori dal mondo. Sarebbe stato un attenuante per la produzione se questo deprimente telefilm fosse stato messo in onda in un orario non da prime-time, tipo altre cose insulse come "Il mammo" o "Don Luca", ma il posizionamento il martedi alle 21:10 fa pensare che ci sia una considerazione dello spettatore medio davvero mortificante.
Sul riferimento nel titolo al film di Monicelli preferisco tacere. Si tratta davvero di bestemmia.

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05 settembre 2008

Due punto zero

Questa è la morte, senza dubbio, ma sarà sempre così?
A parte il buio totale e la consapevolezza di non avere più un corpo non è che poi sia cambiato molto.
Respira ancora, questo è certo, con la differenza che non sente il rumore del fiato nè la sensazione dell'aria che gli arriva ai polmoni. Potrebbe inspirare ed espirare a piacimento, ma non ha la forza di farlo.
E gli occhi? Sono aperti o chiusi?
Chiusi, si direbbe, dal momento che se li avesse aperti dopo un po' si seccherebbero e dovrebbe chiuderli, e quello sarebbe un movimento che non saprebbe come comandare. Più che mancanza di forza gli sembra di non ricordare affatto come si fa un movimento. Come se il suo cervello avesse all'improvviso perso tutte le nozioni necessarie per mandare impulsi ai nervi.
L'ultimo ricordo di un movimento che riesce a recuperare risa-le all'infanzia, quando il padre gli insegnava a nuotare coordinando i movimenti delle braccia con quelli delle gambe. Braccio destro, piede sinistro, braccio sinistro, piede destro. Una fatica all'inizio, ma poi divenne naturale. Un tenero ricordo familiare che lo rimanda inevitabilmente a qualche anno dopo quando prendendo lezioni di piano l'impegno speso nel coordinamento mano sinistra e mano destra non diede i frutti che la madre si aspettava.
Adesso, come tornato in un liquido amniotico, non sembra aver più bisogno di coordinare nulla. A differenza di un feto, però, Carmine ha dei ricordi con i quali confrontarsi. Ecco! Forse ha trovato la risposta. La morte non è altro che un ritorno allo stato fetale con un'esperienza fatta nel mondo. Un’esperienza che tuttavia gli permette di essere sicuro di trovarsi, per quanto incorporeo, in posizione supina con la netta sensazione di posare con la testa su qualcosa nemmeno tanto morbida.
Come mai non se ne è reso conto prima? Una leggera pressione dietro la testa è una prova inconfutabile di possedere una te-sta, e forse riesce anche a muoverla.
Già. Ma come si fa a muovere la testa? Bisognerebbe muovere i muscoli del collo. Ad avercelo il collo. Ma se c'è la testa tutto farebbe pensare che il collo c'è. Vale la pena di tentare.
Quindi Carmine si impegna con il massimo della concentrazione a cercare nella mente i punti giusti per provocare una scos-sa sui muscoli. Ci mette tanto impegno da cominciare a sentire un incredibile dolore alla fronte ed è un ottimo indizio quello di avere la fronte.
Prima di cedere al dolore succede qualcosa di imprevisto. Un urlo, un grido sofferente e quasi soffocato arriva alla sua percezione! C'è qualcun altro accanto a lui o quel grido è il suo? Sarebbe una scoperta magnifica. In un colpo solo saprebbe di ave-re bocca, orecchie, gola e corde vocali. Un sacco di roba. E soprattutto ci sarebbero ottime speranze di essere ancora vivo. Ci riprova, quindi, e con minore fatica emette un altro gemito. Ed ecco che riesce a sentire anche il proprio affanno.
Non solo, sente anche di poter aprire e chiudere la bocca e muovere la lingua. Intanto il mal di testa è aumentato vertiginosamente anche perchè si è aggiunto un fischio alle orecchie che smette solo quando un qualsiasi rumore rompe il silenzio, quindi non gli resta che emettere continuamente gemiti. Tra un gemito e l'altro gli vengono dei colpetti di tosse uno dei quali particolarmente forte da farlo sobbalzare. Quel movimento involontario è il principio di una serie di sensazioni, tante e tutte insieme, che sconvolgono il suo status incorporeo. Si rende conto, finalmente, che il corpo è tutto lì attaccato alla sua testa, anche se in-credibilmente pesante, soprattutto le braccia, che probabilmente sono rivestite di una seconda pelle di piombo. Riesce soltanto a farle strisciare sul suolo aiutandosi con le dita della mano che come dei ragni si fanno strada portandosi appresso i pesanti fardelli. Uno dei ragni in quel faticoso peregrinare urta qualcosa. Qualcosa di morbido che si direbbe lattice. Appena i polpastrelli hanno l'occasione di testare la temperatura abbastanza alta di quella sostanza, giunge all'appello delle sensazioni di Carmine quella del freddo su tutto il suo corpo, e la consapevolezza della nudità.
La situazione sembra essere chiara. Carmine è nudo e supino e accanto a lui una specie di materassino pieno d'acqua. Continuando nell'esplorazione tattile la sua manoragno si muove sul caldo materassino fino a raggiungere una zona a consistenza molto più morbida, tipica di un seno di donna.
Più precisamente una tetta di Marianna, anche se lui per il momento non può saperlo.
La piacevole esplorazione viene bruscamente interrotta da una specie di fuoco freddo che gli arriva sugli occhi e che in altre occasioni avrebbe chiamato luce.
- Allora? Fatta una soddisfacente prima notte, sposini?

Due punto zero, Ed. Boopen 2008

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03 settembre 2008

02 settembre 2008

E' Ada Febbraio la rivelazione de 'O professore

di Ferdinando Carcavallo

Quasi mai scrivo un post sulla televisione e men che mai lusinghiero relativamente ad un prodotto delle reti Mediaset. Non si tratta di un pregiudizio e a dimostrazione di ciò eccomi a manifestare pubblicamente il mio entusiasmo per quello che ho visto ieri sera su Canale 5. Spinto dalla presenza di Sergio Castellitto, attore eccelso anche se televisivamente sfruttato solo per mediocri biopic (Padre Pio, Ferrari, Coppi), mi sono apprestato alla visione della prima puntata de "'O professore" con la solita diffidenza, pronto a indignarmi per la presunta piattezza delle sceneggiatura e della retorica con la quale ancora una volta sarebbe stata rappresentata la mia città.
Tutt'altro. La fiction promette molto bene sotto diversi punti di vista, soprattutto per la cura dimostrata dal regista Maurizio Zaccaro nella direzione degli attori. Una recitazione moderna e mai artefatta con momenti di realismo tali da lasciare imbarazzati (in senso buono) soprattutto chi conosce dal vero il contesto sociale rappresentato. Oltre alle lodi dovute per Castellitto e al riconoscimento della professionalità di Luisa Ranieri, occorre spendere una parola particolare su una giovane promessa. Si tratta di Ada Febbraio, una ragazza napoletana di 17 anni che interpreta il ruolo difficile di Teresa. Fisicamente simile a Juliette Lewis, Ada Febbraio ha già lavorato nella fiction "Un posto al sole estate", dove però non le è stata data l'occasione di esprimere al meglio quella grinta e quel colore che ne "'O professore" non passano inosservate.

Molto indovinate anche le parti di Pietra Montecorvino (quasi irriconoscibile in look da prof) e di Rosaria de Cicco, per la quale arriva un riscatto atteso dopo l'abbandono di Ozpetek e il delirio del solito "Posto al sole".

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25 agosto 2008

Fantasmi e maghi minacciano la Marvel

di Ferdinando Carcavallo

Dopo il successo del bellissimo "Il cavaliere oscuro", contemporaneo al flop dell'inutile secondo Hulk con Edward Norton, sembra che il cinema fumettistico si sia svegliato e coalizzato per offuscare la casa di produzione fondata da Stan Lee.
A parte i Watchmen di Alan Moore, della stessa casa editrice di Batman e SUperman (DC Comics) le novità più interessanti vengono da adattamenti di fumetti più antichi e (oggi) meno popolari.

Sono in arrivo, infatti, sia The Spirit di Will Eisner che il leggendario Mandrake di Lee Falk.
Diretto da Frank Miller, fumettista autoe di Sin City e 300 al suo esordio come regista, The Spirit racconterà la storia di Danny Colt/The Spirit (Daniel Macht), criminologo creduto morto che torna come spettro vendicatore deciso a ripulire le strade di Central City. Nel cast anche Scarlett Johansson, Samuel L. Jackson e Eva Mendes.
Il film su Mandrake, previsto per il 2009, sarà diretto da Chuck Russel mentre toccherà a Jonathan Rhys Meyers il compito di vestire il frack dell'elegantissimo mago che combatte il crimine.

Creato nel 1934, il personaggio di Mandrake fu già portato sullo schermo negli USA nel 1939, mentre il nostro caro maestro Federico Fellini ne carezzò per lungo tempo l'idea di un adattamento, ma il progetto non andò mai in porto. Inoltre, la stessa Hyde Park Film, produttrice del film su Mandrake, ha appena avviato la produzione di Dead of Night, il film su Dylan Dog diretto da Kevin Munroe e interpretato da Brandon Routh. Infine, come non citarlo, doina su tutti il progetto di Steven Spielberg di portare sugli schermi il ragazzo prodigio TinTin. Hollywood è così sicura del successo del film che uscirà nel 2009 che ha già in cantiere il sequel diretto da Peter Jackson.

Il trailer di The Spirit
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01 agosto 2008

Klaatu, Barada, Nikto

di Ferdinando Carcavallo

Finchè vi limitavate a combattere tra di voi usando armi primitive come cannoni, noi non ci preoccupavamo, ma presto l'energia atomica vi permetterà di costruire aerei astrali, e questo costituirà una minaccia per la pace degli altri pianeti, cosa che noi non possiamo permettere.

Queste le dure parole di Klaatu, l'alieno che nel 1951 venne sulla terra assieme al gigantesco robot Gort nel film classico sci-fi "Ultimatum alla terra" di Robert Wise. Come in molti film di fantascienza dell'epoca, il tema predominante era la guerra fredda e la corsa agli armamenti, Cuba, la Russia, Fidel Castro e tutta quella bella storia.
Oggi Klaatu e Gort si apprestano a fare una seconda discesa sul nostro pericoloso pianeta. Stavolta a dirigere il remake è Scott Derrickson (The exorcism of Emily Rose), mentre Keanu Reeves e Jennifer Connelly saranno i protagonisti, ma la Connelly non sarà Gort bensì Helen Benson.
Klaatu/Reeves stavolta è incazzato con noi per qualcosa di più difficilmente arrestabile. La minaccia terrestre è rappresentata dalla violenza degli umani verso la natura e verso se stessi.
The day the Earth Stood Still uscirà negli usa il 12 dicembre e nelle premesse (guardate il trailer su
http://www.dtessmovie.com/) non sembra un capolavoro, come del resto non lo fu l'originale, per quanto entrato nella storia del cinema forse più per il messaggio che per la resa cinematografica.
Alla base dei due film c'è il romanzo "Addio al padrone" di Harry Bates del 1940. Il primo film si scostava dal romanzo per delle particolarità che poi erano davvero essenziali. Ad esempio nel libro è Klaatu ad essere "servo" di Gort e non il contrario, in quanto i robot rappresentavano la civiltà aliena, e lo stesso Klaatu veniva ucciso appena uscito dall'astronave. Difficile pensare che i produttori della 20thCF vogliano far morire Keanu Reeves ad inizio film. O no?

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30 luglio 2008

La piazza è di tutti

di Ferdinando Carcavallo

Leggiamo quest'ansa e poi facciamo due riflessioni:
MILANO, 30 LUG - Mediaset ha depositato al tribunale Civile di Roma una citazione contro YouTube e Google per 'illecita diffusione' di file audio-video.Il risarcimento richiesto e' di almeno 500 milioni di euro, per il solo danno emergente. Secondo Mediaset al 10 giugno 2008 sono stati individuati su YouTube almeno 4.643 filmati di loro proprieta', pari a oltre 325 ore di 'materiale emesso senza possedere i diritti'. La societa' chiedera' il risarcimento per la mancata vendita di spazi pubblicitari.

Non so se in termini tecnico-giuridici questa causa possa essere vincente o meno, ma è singolare l'aspetto storico che la vicenda assume.
Google e Youtube rappresentano la modernità tecnologica e sociale di questo triste secolo.
Internet, il web ma in genere la tecnologia digitale per alcuni rappresentano una minaccia. Si tratta di una minoranza della popolazione mondiale, ma si tratta di quella più potente. Per noi usufruitori (fino ad oggi) dell'informazione Google e Youtube sono le risposte ai sogni di una vita, sogni fatti di una intercomunicazione totale tra gente appartenente a civiltà diverse, con idee ed opinioni diverse e un velocissimo mezzo per essere sempre informati su quello che ci interessa senza alcun tipo di filtro ideologico o di marketing.
In questo contesto il ruolo dell'editore, l'intermediario tra creatore e fruitore dell'informazione, è sempre meno necessario e più fastidioso. Grazie alla tecnologia digitale oggi è il creatore di contenuto a cercare direttamente il suo target (pubblico, audience) in quanto si tratta di un target attivo che seleziona i contenuti in base a logiche e gusti del tutto personali, e chi si trova a raggiungere una informazione interessante riesce facilmente a trasmetterla ad altre persone potenzialmente interessate.
E' difficilissimo per chi vuole mantenere il controllo di questa comunicazione diretta inserirsi per vendere prodotti e spillare soldi, e quindi si butta in disperate azioni per racimolare un minimo di dignità, dimenticando che il progresso è una macchina inarrestabile.
Ricordate quella scena bellissima di Nuovo Cinema Paradiso in cui il proiezionista Alfredo, con un gioco di riflessi, proietta il film di Totò sul palazzo di fronte al cinema? Ebbene, gli Editori alla disperata ricerca di un guadagno su Internet mi ricordano il parroco che tenta di farsi pagare il biglietto (mezzo) dalle persone radunatesi in piazza. La risposta fu corale: "Ma che minghia vuoi? La piazza e di tutti!"

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27 luglio 2008

ImageInAction Films

di Ferdinando Carcavallo

Dopo l'horror rustico de "The bastard contadine", la coppia Pavetto & Falcioni (ImageInAction Film) nel 2007 "rilasciò" il primo lungometraggio, intitolato "Il cerchio dei morti".
Questa volta si trattò di un lavoro più raffinato e meditato. Siamo sempre nei pressi dello slasher (leggermente più spostati verso la casa raimiama) o comunque del genere al 100%, ma con l'uso di effetti CGI che colpiscono alquanto nel contesto amatoriale nel quale, nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, comunque il film si colloca (recitazione approssimativa e formato 4:3). Ma in questo caso si parla di un'amatorialità di transizione, necessaria direi.
Attualmente i due sono impegnati nella realizzazione di un altro lungometraggio, stavolta un noir poliziesco, intitolato Josh Jarmer, e il diario di produzione è rigorosamente on line, come da regola per le produzioni indipendenti.
Speriamo che in questa nuova prova Pavetto e Falcioni continuino il percorso di crescita intrapreso.
I migliori auguri di KinemaZOne

Tutti i film di ImageInAction sono disponibili per il download su http://www.imageinactionfilm.com/.

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26 luglio 2008

La canarina assassinata

Il 26 settembre esce nelle sale "La canarina assassinata", film che segna l'esordio al lungometraggio di Daniele Cascella, regista gia' pluripremiato per diversi cortometraggi, che narra in chiave ironica la difficolta' di produrre un film in Italia.

Un produttore cinematografico, noto per la sua spregiudicatezza e per la sua mancanza di scrupoli, trova "fortunosamente" una location a buon mercato per un film da far dirigere a un regista non più giovane ma dalla coscienza immacolata: una splendida villa immersa in un parco del viterbese. Quando il produttore, insieme ad alcuni attori e al regista, si trasferisce nella villa per la preparazione del film, incontra la proprietaria, Anna, una donna sofisticata, non più giovanissima ma ancora molto bella, che vive sola nella villa in compagnia del suo enigmatico maggiordomo, Raffaele.
La finzione del mondo del cinema riverbera negli atteggiamenti e nei rapporti dei suoi protagonisti rivelando senza pietà la sua incresciosa bassezza. Ma la "vita vera", quella che dovrebbe essere rappresentata da Anna e da Raffaele, si rivelerà non meno finta di quella cinematografica: gli ospiti "cinematografari" non sono lì per caso. Dietro la loro presenza c'è una vendetta in attesa di essere compiuta, e che si compirà, certo, a scapito della vittima designata. Ma in un mondo come quello del cinema, dove tutto è finzione, può la morte essere reale?

Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Van Dine S.S. del 1927, "La canarina assassinata" è prodotto dalla Movie Factory s.r.l. e raccoglie nel cast attori come Chiara Conti, Remo Remotti, Emilio Bonucci, Caterina Vertova, Paolo De Vita e Lorenzo Monaco.

www.lacanarinaassassinata.it

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25 luglio 2008

Il cavaliere oscuro

di Ferdinando Carcavallo

"Bello". Al comparire dei titoli di coda, più persone, tra le quali Compagnuccio Simon, hanno sintetizzato così il giudizio sul film. Bello.
Sarei anche d'accordo, anzi lo sono, perchè no? Pero...vabbè cominciamo dall'inizio. Ecco la trama del film:
Nella cittadina di Gotham City (USA) un criminale psicopatico e crudele di nome Joker sia allea con una potente famiglia mafiosa alla quale promette di eliminare dalla città alcuni personaggi che impediscono la tranquillità dei loro traffici.
Si tratta di un tenente di polizia, di un giovane procuratore che ha giurato guerra alla mafia, un giudice e un potente miliardario molto eccentrico e appassionato di tecnologia con l'hobby del travestimento notturno e della lotta.
Gli attacchi di Joker sono molto fantasiosi e crudeli, ma la tenacia del procuratore e l'inventiva del miliardario eccentrico gli daranno filo da torcere.

Questa, grosso modo ed evitando di spoilerare qualche colpo di scena, è la trama di questo magnifico thriller, girato benissimo ed in cui spicca un grande attore (Heath Ledger) che purtroppo non avrà una grande carriera anche se si parla comunque di un oscar.
Come nel primo BatMan di Tim Burton, la figura di Joker monopolizza tutto il film e qualsiasi paragone con l'interpretazione di Jack Nicholson sarebbe azzardato. Il Joker di Ledger è molto più perverso di quello prettamente fumettistico di Nicholson, così come lo stesso BatMan che in questo nuovo episodio è molto più cupo e malinconico che nelle precedenti puntate, ma d'altronde il titolo del film , Il cavaliere oscuro, è di per sè una dichiarazione di intenti.

Tutto bene, comunque. Il film dura due ore e mezzo durante le quali la tensione non cala mai. Le scene catastrofiche di inseguimenti stradali, scazzottate e esplosioni a più non posso non saturano la scena. Unica pecca, mi permetto di dire, è la sceneggiatura che ho trovato perfetta e lineare, ma per niente virtuosa come i fratelli Nolan ci hanno abituati con Memento e The prestige.
Un Nolan professionale per un prodotto di lusso ma che non entrerà nel nostro immaginario (nulla di effettivamente non visto) a parte, ripeto, la follia perversa del Jocker.

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24 luglio 2008

AfterVille: sci-fi a Torino

Torino, 2058. Le Rocce, le gigantesche astronavi di origine aliena che da anni giacciono conficcate nel tessuto urbano, si sono risvegliate.
Il radiosegnale da loro emesso non è altro che un countdown inarrestabile che corre verso il Grande Zero. Sam si sveglia come in una giornata qualunque, pur sapendo che oggi non sarà una giornata qualunque: la fine – per Torino e per il mondo – è arrivata. Rimangono ancora poche ore per completare l’ultimo, lungo addio dell’umanità. AFTERVILLE – THE MOVIE è il primo film di fantascienza dell’era digitale interamente ambientato e girato a Torino ed è diretto dal duo di registi milanesi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (già autori di cortometraggi di fantascienza apprezzati e pluripremiati come “E:D:E:N” e “The Silver Rope”).

Dura 27 minuti e presenta effetti visivi computerizzati di grande efficacia. AFTERVILLE – THE MOVIE vede la straordinaria partecipazione dello scrittore americano di fantascienza Bruce Sterling (curatore ospite del Piemonte Share Festival 2008), considerato insieme a William Gibson il padre del cyberpunk.
Per il film, Sterling ha scritto e impersonato il personaggio dello scienziato Adam Vurias, il primo uomo ad essere riuscito a decodificare il radiosegnale emesso dalle Rocce. La science fiction è un genere assente da anni dal panorama cinematografico italiano. AFTERVILLE – THE MOVIE riporta per la terza volta il capoluogo subalpino al centro della fantascienza cinematografica, dopo “Omicron” (diretto nel 1963 da Ugo Gregoretti) e “La città dell’ultima paura” (diretto nel 1975 da Carlo Ausino). Il film è stato girato in due formati diversi: super 16 mm e HD. Quest’ultimo formato è stato impiegato per inserire digitalmente gli UFO nella città, ricostruendo diverse zone di Torino, stravolte dalla presenza di architetture futuribili (sono già stati inseriti nello skyline metropolitano i fuoriscala di cui si sta discutendo in questi mesi, come i nuovi grattacieli di Piano e Fuksas) e dalle enormi sagome dei dischi volanti, incastonate nel tessuto della città.

http://www.afterville.com/

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23 luglio 2008

Buon compleanno, Bennato!

di Ferdinando Carcavallo

Nel 1990 scrivevo e cantavo le mie canzoni già da una decina d'anni.
Quell'anno partii per il militare, evento che per me fu una sorta di punizione in quanto conseguenza di una fallimentare esperienza universitaria e l'allontanamento forzato da quello che amavo (la musica e una donna).
In quell'anno, proprio mentre ero in caserma, ebbi una sorta di visione/sogno musicale.
Nel mio immaginario onirico venne a trovarmi Edoardo Bennato, che allora rappresentava tutta la musica che ascoltavo (non solo la sua) e suonavo.
Dieci anni prima Bennato aveva scritto una canzone (Sono solo canzonette) che sembrava diretta proprio a me e che mi fece venire voglia di fare musica
In una sorta di serenata tra maschi, quella sera in caserma Bennato mi cantò una canzone che mi faceva il punto della mia esperienza musicale invitandomi a non scrivere mai più canzoni.
Quella serenata faceva più o meno così:
Il delirio di un catatonico in uno stato confusionale

Scrivere una canzone non è un problema
Si può anche fare
Tanto parole e note ne senti tante
Puoi approfittare
E sono tanti anche i motivi
e la gente da conquistare
Una canzone, anche se brutta
lascia un segno nel cuore

Tu l'hai scoperto un po' troppo tardi
Quanto fosse immorale
Mettere gente tra le tue rime
Senza farla parlare.
Hai conquistato anime
Solo in cambio di un'emozione
Ora ti sei pentito
Non scriverai mai più una canzone


Perchè la musica per te
è un fatto strettamente personale
Un riflesso quasi immediato
di uno stato sentimentale

Perchè la musica per te
è stato tutto
non è più niente
Non puoi dividerla con la gente


Senti le tue canzoni
Rivedi scene della tua vita
La vedi tutta, compresa quella
Che va dimenticata
E se vorrai ricominciare
E cambiarla completamente
Tempo sprecato
Una canzone tanto tornerà in mente

I tuoi trascorsi, l'unico amore
Sano che hai respirato
Quello che hai avuto in dono
E non potevi non aver cantato
Se un giorno lo rincontrerai
Avrai già imparato la lezione
Starai certo più attento
Non scriverai mai più una canzone


Perchè la muisica per te
E' un vizio che può fare male
Il delirio di un catatonico
In uno stato confusionale

Perchè la musica per te
E' un conto aperto con la coscienza
Il rifugio della tua esistenza.
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17 luglio 2008

Il cinema secondo Wannabe

All'inizio sembrava un'operazione goliardica, ma oggi che il corso di videomaker di Wannabe è arrivato alla lezione numero otto credo si possa dire che si tratta proprio di qualcosa di più.
Divertenti e originali come poche cose ormai sulla rete, i videoclip di Lorenzo Sportiello, tutti disponibili su Qoob, sono anche molto utili per chi con la settima arte vuole divertirsi e sperimentare.
Quello che vedete qui è l'ultimo episodio dedicato al montaggio, ma vi consiglio di recuperare tutte le puntate.



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04 luglio 2008

Il divo

di Ferdinando Carcavallo

Poco più di un anno fa Quentin Tarantino criticò il cinema italiano accusandolo di essere povero di idee, di raccontare sempre le solite storie di ragazzi in crescita, coppie in crisi e dementi in vacanza.

Il divo di Paolo Sorrentino sembra realizzato proprio per reagire alle osservazioni critiche del regista americano.

Il divo è l'antitesi della decadenza del nostro cinema.

Il divo è un film originale, tecnicamente e artisticamente ineccepibile, in cui tutti gli aspetti sembrano curati al meglio, dalla scelta del cast (dai protagonisti ai figuranti) alla colonna sonora a la fotografia.

Non una inquadratura banale, non un dialogo prolisso, non un momento evitabile, Il divo sembra il risultato di anni di lavorazione e post produzione durante i quali siano stati fatti tagli, rimontaggi e raffinamenti. Invece Il divo è solo il film di un autore onesto e intelligente, frutto di una produzione intelligente.

Il divo non è un biopic su Andreotti, ma - come è giusto che sia al cinema - il ritratto cinematografico della politica italiana di qualche anno fa attraverso il focus sul personaggio più rappresentativo.

La performance di Servillo (il divo di questo anno cinematografico) è talmente perfetta da far scomparire l'attore dietro la maschera. Il protagonista del film, quindi, non è l'attore e nemmeno il personaggio reale da lui interpretato ma la figura grottesca di Andreotti talmente caratterizzata da diventare una maschera della commedia dell'arte.

Andreotti - come Balanzone o Mr. Sgrooge - si muove in un contesto che di reale ha solo i riferimenti biografici e i nomi dei personaggi. Questa virtualizzazione della realtà, come in uno scenario di second life, ricorda l'Italia degli anni '80 e '90, ma ne è soprattutto la sublimazione filmica.

Paolo Sorrentino, in definitiva, ha realizzato un ritratto di un periodo storico utilizzando i colori del cinema, le atmosfere dei gangster movies, i tempi del poliziesco e le inquadrature della commedia all'Italiana.

Paolo Sorrentino ha realizzato un capolavoro che cancella il triste passato recente del nostro cinema.

Quentin, guardalo!
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03 luglio 2008

23 giugno 2008

L’Ischia Film Festival all’insegna del giovane cinema italiano

Si apre all’insegna del giovane cinema Italiano la sesta edizione dell’Ischia Film Festival, che si svolgerà dal 23 al 29 Giugno.
«La nostra non è stata una scelta casuale - ha dichiarato il direttore artistico Michelangelo Messina -, abbiamo voluto invitare ad Ischia alcuni dei giovani ineasti più sensibili al ruolo del territorio all’interno dell’opera cinematografica».
Tanti gli ospiti attesi negli scenari più suggestivi dell’isola verde. Saranno presenti Duccio Chiarini regista del cortometraggio “Lo Zio” (Sezione in concorso), il regista Pierluigi Ferrandini per "Vietato Fermarsi” (Sezione cortometraggi in concorso), Pier Paolo Giarolo autore del documentario “Boygo” (Sezione in concorso), Silvia Luzi e Luca Bellino registi del documentario “La Minaccia” (Sezione in concorso), Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli coautori del documentario “Inti-Illimani - Donde las nubes cantan” (Sezione Documentari fuori concorso) presentato in anteprima nazionale al festival, il produttore Andreas Eicher per “Nothing but Ghosts” (Sezione Primo Piano), Lorella Zanardo per “L’Iraq prima della guerra” (Sezione Location Negata), il regista Paul Kieffer del lungometraggio “Notti d’Arabia” (Scenari Euromediterranei) e il regista Salvatore Romano per “Liberarsi(figli di una rivoluzione minore)” (Sezione fuori concorso).
Protagonista della prima serata della kermesse dedicata alle location e al cineturismo sarà il regista salentino Edoardo Winspeare, ma incontreranno il pubblico anche Vincenzo Marra, che parlerà del suo film “Tornando a Casa” e Francesco Munzi l’unico italiano ad essere stato selezionato al festival di Cannes con “Il Resto di Niente”, nella sezione Quinzaine des Realisateurs. Nel corso della settimana oltre cento opere della selezione ufficiale saranno proiettate al festival tra cui molte attese anteprime.
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