30 novembre 2007

GREZZOFILM: Gli attori più tagliati di Hollywood

Se ve li siete persi nella trasmissione "Geppi Hour" su Sky Show, vi raccomando di recuperare questi meravilgiosi omaggi al cinema americano di Andrea Camerini e compagni.
Sul sito della
GrezzoFilm sono disponibili per il "daunload" ben 14 classici del cinema USA. Si tratta di scene ingiusttamente tagliate nelle versioni ufficiali in cui facevano la comparsa degli splenditi attori italoamericani che oggi, grazie a questa coraggiosa operazione di recupero, tutti possiamo ammirare liberamente.
Giustizia è fatta, quindi.

Gli attori più tagliati di Hollywood

P.S.: Fate presto a guardarveli. Non è detto che saranno disponibili a lungo. Scaricate e spargete il verbo.

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27 novembre 2007

La preziosa anima di Fausto

Grazie al blog dei Licaoni (quelli di Kiss me Lorena), ho fatto la piacevolissima scoperta di due autentici talenti cinematografici davvero singolari. Si tratta degli sceneggiatori e registi di un cortometraggio intitolato "La preziosa anima di Fausto" che rispondono ai nomi di Antonio Zucconi e Filippo Fraternali.

Il gioiellino in questione è scaricabile sui siti web delle due case di produzione indipendenti che lo hanno realizzato, ossia la Coma Film e la Zuip.
"La preziosa anima di Fausto", come il titolo velatamente insinua, è una moderna, succinta e spiazzante rilettura del mito di Faust. Stavolta il diavolo fatica non poco con le sue lusinghe a guadagnarsi lo stipendio. Il protagonista, Fausto, vive in totale solitudine con il suo cibernetico tuttofare, in un clima da film espressionista tedesco, ma sembra avere tutto quello di cui ha bisogno.

Tecnicamente ineccepibile ed elegante, il corto è interpretato con il giusto spirito dai tre attori Astutillo Smeriglia, Riccardo Cuorleggero e Alfio Grandi e sorprende per la sua semplicità e un umorismo nero davvero gestito con maestria.

Guardatelo e mi ringrazierete. Io, intanto, ringrazio i Licaoni.
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24 novembre 2007

Michel Gondry e l'arte dello sweding

Due gestori di un videonoleggio rischiano di chiudere definitivamente l'attività a causa dei un'improvvisa smagnetizzazione di tutte le videocassette in magazzino. Come ultimo tentativo, pero', tentano l'incredibile. Per accontentare una anziana signora un po' svitata che vuole a tutti i costi vedere Ghostbusters, decidono di girarne loro una versione amatoriale e succede quello che vedrete nel trailer, ma soprattutto nel nuovo film di Michel Gondry intitolato "Be kind rewind".

Interpretato da Jack Black, Mos Def, Mya Farrow e Danny Glover, il film, in uscita a gennaio negli USA, promette di essere una divrtente commedia in cui l'estro e l'inventiva del regista di "L'arte del sogno" e "Se mi lasci ti cancello" possono sbizzarrirsi al meglio.
Pare che fino al giorno prima delle riprese la produzione abbia avuto problemi con i diritti per riprodurre colonne sonore e battute dei film citati.

Sul sito ufficiale del film, oltre al trailer, troverete una divertertente simulazione della cancellazione di Internet e l'immediata costruzione di un Google "tarocco" ad opera dei protagonisti del film, più un interessante guida allo sweding, ossia quella pratica amatoriale di rigirare classici del cinema con mezzi estrememente ridotti.


Il sito ufficiale del film
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23 novembre 2007

Vidra a Sanremo Rock

Vidra è un ensemble elettronico salernitano nato nel 2006 dalle ceneri degli Icon Of Waste, progetto sonoro di supporto a mostre di video-arte. L'EP "Origami" è l'ideale crocevia fra il minimalismo dell'elettronica tedesca, la new wave inglese 80's, le atmosfere vintage del french-touch e il cantautorato italiano. Quattro dei nove bellissimi brani del CD sono scaricabili gratuitamente dal loro spazio su Myspace.

La notizia bomba è che domenica 25 novembre (ore 20:00) i fantastici quattro (Giga, Frencio, Dvoran e Fulvio) saranno al People of art di Modena come semifinalisti del Sanremo Rock Contest. Consiglio a chi è in zona di non perdersi questo appuntamento.
Potreste essere orgogliosi un giorno di dire "io c'ero".

Vidra su MySpace

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21 novembre 2007

Cloverfield - il trailer

Quello che si chiamava semplicemente 1-18-08 oggi ha un titolo ed un bellissimo trailer.
La storia è ormai quasi interamente svelata. Dopo la distruzione di New York ad opera di una terribile gigantesca mostruosa creatura biblica (cloverfield), tra le macerie viene ritrovata una videocamera. REW, STOP, PLAY e comincia lo spettacolo.
Il film è prodotto da J.J.Abrams, quello di Alias, Lost e Mission Impossible III e costituisce, sulla carta, una sorta di Blair Witch Project in contesto Sci-Fi. Come detto, l'intera cronaca dell'attacco alla città da parte di questo mitologico mostro, è raccontata esclusivamente dalle immagini amatoriali di una videocamera.
Certo che, vista la qualità delle immagini, doveva trattarsi di una videocamera non proprio da discount.
Il film, diretto da Matt Reeves, regista di esperienza nei seriel televisivi ma alla sua prima esperienza sul grande schermo, ed uscirà negli USA il 18 gennaio 2008.

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20 novembre 2007

Il pacco di Natale di KinemaZOne

Anche se il titolo potrebbe trarre in inganno, questo libro non è uno schedario critico dei film usciti nell'anno 2007, bensì una cronaca spensierata e libera di una serie di "visioni cinematografiche" di uno spettatore qualsiasi, uno che a cinema ci va quando ha tempo e, se straordinariamente gliene avanza ancora, si prende la briga di annotare le impressioni su un blog.
Il libello raccoglie tutte le cronache sui film visti nel 2007 più una serie di riflessioni su film recuperati durante l'anno.
Nella convinzione che il cinema sia quell'arte che si basa su un effetto ottico che dà l'illusione del movimento, ho pensato di dover mettere sullo stesso piano blockbuster, film d'autore, indipendenti e cortometraggi, in quanto tutti, bene o male, appartenenti allo stesso mondo fantastico. Quindi troverete classificati allo stesso livello film come Grindhouse di Tarantino/Rodriguez e Nuvole di Michele Pastrello, Il grande capo di Von Trier e Frattura di Omar Pesenti. Il libro si conclude con l'ormai mitica intervista esclusiva ai Manetti Bros, i registi di "Piano 17" e "L'ispettore Coliandro".
Compratelo, mi raccomando. Aiuterete a mantenere una voce indipendente (stonata e afona, magari) che testimonia che chi va al cinema non è un consumatore qualunque.
"KinemaZOne 2007 - cronache dal cinematografo" è acquistabile su Lulu.com a € 10,00 (compresa spedizione in Italia) e sui siti on line Ibs.it, libreriauniversitaria.it, Webster.it e Dvd.it.

In alternativa, potete acquistarlo direttamente su KinemaZOne con
(Carta di credito, Postepay).
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19 novembre 2007

Mario Monicelli (libro + cd)

Fondamentalmente questo volume della Mediane dedicato a Mario Monicelli è un libro di fotografie. Si tratta di bellissime foto di scena, alcune davvero interessanti, riproduzioni coloratissime di locandine e copertine di dischi ormai entrati nella storia e ritratti di attori e collaboratori del maestro.
Nonostante l'esiguità di informazioni testuali contenute (comunque è presente una bella introduzione dei curatori Serio e Gorlani), sfogliando questo lussuoso archivio fotografico, in una sorta di biografia visionaria, ci si rende conto della grandezza di un autore che al cinema italiano ha dato praticamente tutto: commedia, impegno sociale, ironia, dramma, costume. Certamente non saremmo così affezionati a attori come Sordi, Mastroianni e Tognazzi senza film come La grande Guerra, I soliti ignoti e Amici miei, e lo stesso Totò, che Monicelli incontrò quando il Principe era già una star, deve a registi come lui le occasioni che gli hanno permesso l'entrata nel mito (Totò cerca casa, Guardie e Ladri, Totò e le donne).
Ma il libro di Serio e Gorlani, se mai ve ne fosse bisogno, testimoniano che oggi Mario Monicelli è vivo, nel senso artistico, e che le ultime produzioni - che la distribuzione italiana con atteggiamento a dir poco sacrilego ha relegato a livello di tappabuchi estivo di importazione - sono state realizzate con la stessa verve, lo stesso entusiasmo di sempre.
Correda il libro un bellissimo CD audio con alcune delle più belle colonne sonore dei film di Monicelli, e stiamo parlando di compositori del calibro di Morricone, Piovani, Nino Rota, Rustichelli e Luttazzi.

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Il nascondiglio

di Ferdinando Carcavallo

Va detto che se Pupi Avati avesse ambientato questa storia di casa maledetta nella campagna emiliana avremmo avuto un gioiellino simile a "La casa delle finestre che ridono". Ma chi sono io, in fondo, per poter criticare la scelta di un simile maestro?
Pupi Avati ha realizzato un film americano. Americana la storia, la location e la lingua parlata dagli attori (ottimamente doppiati, però). Per quanto, d'italiano ci sono la giunonicità della Morante e i giochi di chiaroscuro che ricordano molto gli spaghetti horror di Bava, lo stesso Avati e Lucio Fulci.

La storia de "Il nascondiglio" prosegue senza particolari colpi di scena. Un film di genere che rispetta al 100% i suoi canoni evitando qualsiasi deriva autoriale o di modernità. E questo, fondamentalmente, non è un male, soprattutto grazie al grande lavoro di regia compiuto che, se non ci regala virtuosismi di camera, certamente ci coccola con inquadrature suggestive e tagli che due o tre salti dalla sedia te li fanno fare.

La contemporaneità dell'uscita del film di Avati con l'ultimo lavoro di Dario Argento ci offre la possibilità di notare l'evoluzione del genere horror (nel caso di Avati samo più sul racconto del terrore) nel nostro cinema. In passato gli stili dei due registi si erano molto avvicinati. Penso, ad esempio, a Zeder di Pupi Avati (era il 1983) la cui componente di giallo ricordava molto "Quattro mosche di velluto grigio" e "Tenebre". Col tempo Avati ha sperimentato la commedia sentimentale, il dramma, il jazz e quant'altro, mentre Argento, specializzandosi nel contesto giallo horrorifico, è arrivato alla saturazione/sublimazione isterica dell'ultima Terza Madre, accentuando le componenti violente del genere. Avati, per il suo ritorno all'horror, ha preferito rimanere fedele al suo stile senza concedere nulla alla evoluzione del genere, per cui si potrà trovare questo film un po' datato, ma pienamente fascinoso e sicuramente apprezzabile per la sua genuinità.
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17 novembre 2007

Bumba Atomika: il trailer

I frequentatori delle community di cinema sanno di cosa parliamo. Bumba Atomika è il particolarissimo progetto cinematografico del regista Senesi Michele e della scanzonata Palonero film il cui diario di bordo su web dal gennaio 2006 informa di tutte le evoluzioni del film.
Oggi è finalmente on line il primo trailer ufficiale. Appena sessanta secondi per dare un'idea del materiale montato e dello stile dell'opera. La notizia è subito rimbalzata finendo dritta nella home page del sito statunitense Twitch, che da sempre supporta il film.
Imminente la chiusura del montaggio che è alle ultime fasi di postproduzione audio e si ipotizza una stampa effettuata prima di Natale che produrrà le copie base per la partecipazione ai festival internazionali.

Precedentemente al rilascio del trailer era trapelata la notizia, diffusa dallo stesso Senesi, che il progetto fosse una bufala, un'operazione puramente mediatica finalizzata a smascherare la debolezza del sistema dell'informazione su web.
Per fortuna si è trattato di un ennesimo colpo di genio per rinfrescare l'attenzione generale sul film.

Trovate il trailer nel sito del film:
www.palonerofilm.com/bumbaatomika.htm
Personalmente ho trovato il trailer molto carino e fatto a regola d'arte. Un prodotto maturo, per quanto originale.
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13 novembre 2007

Natale in libreria con Pedro Almodovar

Ed è ancora l’editore Lindau a regalarci un'importante e prestigiosa monografia su quello che probabilmente è il regista europeo più apprezzato nel mondo. Stiamo parlando dello spagnolo Pedro Almodovar al cui cinema innovativo, spregiudicato, coloratissimo, musicale e pieno di pathos è dedicato il grande libro di Frédéric Strauss intitolato "Pedro Almodovar: Tutto su di me".
Un libro pieno zeppo di immagini (locandine, foto di scena, storyboard realizzati da Almodóvar e disegni di Mariscal, Dis Berlin e Juan Gatti utilizzati per le scenografie) e dichiarazioni del regista tratte da interviste rilasciate a Strauss, più scritti dello stesso Almodovar che raccontano passo dopo passo la sua carriera: dal periodo della movida madrilena ai primi lavori in super8, realizzati con gli amici durante i fine settimana, quando ancora lavorava per la compagnia telefonica spagnola; dalla nascita della casa di produzione El Deseo, ideata con il fratello Agustín, alle opere che gli hanno garantito il successo internazionale (Légami!, Tacchi a spillo), per finire con gli importanti riconoscimenti ottenuti a Cannes e agli Oscar.
Almodóvar parla a ruota libera, in maniera divertente e divertita, pronto a evocare ricordi della propria infanzia, a fornire spiegazioni tecniche per farci comprendere meglio una scena, a raccontare aneddoti riferiti al set e al suo rapporto, non sempre facile, con gli attori, oppure a descrivere sequenze tagliate in fase di montaggio, e a parlare dei film e degli autori che lo hanno maggiormente influenzato.
L’edizione prestigiosa pone questo libro sicuramente come prodotto ideale per regali di natale tra cinefili (e non), ma al contempo rappresenta l’edizione più completa e rigorosa sul regista spagnolo attualmente in commercio. Oltre al valore del contenuto grafico e non, il libro è un vero e proprio oggetto di arredamento, una sorta di quadro postmoderno da sfoggiare in salotto.

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11 novembre 2007

La terza madre

di Ferdinando Carcavallo

L'esordio di Dario Argento nel genere comico non poteva essere più convincente. Già nelle ultime produzioni del regista romano, ex icona del genere horror, si erano intraviste avvisaglie della tendenza alla commedia grottesca e in più occasioni tali ammiccamenti al riso avevano un po' disorientato i fan del maestro, nostalgici delle atmosfere pienamente dark dei primi lavori. Oggi finalmente, con La Terza Madre, Dario Argento compie il grande passo regalandoci quello che poterebbe definirsi un kolossal comic-horror che porta automaticamente il regista nell'olimpo degli autori umoristici.
Difficile individuare a caldo i modelli del nuovo Dario Argento. Sicuramente molti riconosceranno i Monty Python, per quella abilità nel maltrattare fino ad umiliare il genere cinematografico a discapito di una demenzialità che in Argento è senz'altro meno intellettuale ma ugualmente dissacratoria, ma senz'altro non sono estranei a certe trovate esilaranti autori nostrani come Pingitore e Neri Parenti.
A supportare il maestro in questo grande passo c'è senz'altro il contributo della figlia Asia, impegnata in una recitazione volutamente sopra le righe e a un passo (se non oltre) dalla follia pura.
Non è tutto merito della famiglia Argento, però, se il film ha questa inaspettata vis comico-grottesca. Molte delle risate strappate allo spettatore sono da attribuire alla fotografia volutamente ridicolizzante e al montaggio frenetico di situazioni tra di loro incoerenti che suscitano sobbalzi dalla sedia, fino allo stuolo di interpreti minori presi direttamente da un avanspettacolo che non esiste più.
Adesso è il momento di godere di questo successo, ma ben presto il pubblico si aspetterà ancora di più dal bravo Dario. Inevitabile sarà dare seguito a questa scorpacciata di risate magari con una "Mater ridiculorum" o "La terza madre torna a far danni" per il prossimo Natale.
Dai Dario, facce ride!

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07 novembre 2007

06 novembre 2007

Due sguardi sul cinema (uno autorevole, l'altro no)

ISBN 978-88-7180-692-1Ci sono due libri sul cinema che escono in questi giorni nelle librerie (uno, a dire il vero, molto ben distribuito, l'altro non tanto). Si tratta di due prodotti completamente diversi, come i loro autori, ma che in qualche modo si compensano.
Il primo è l'edizione aggiornata della "Storia del cinema Italiano" di Paolo Russo, studioso e critico cinematografico, ricercatore al DAMS di Roma e Lecturer in Film Studies alla Oxford Brookes University, oltre che sceneggiatore e videomaker. Si tratta di una disamina storiografica che propone un panorama ampio e documentato di oltre un secolo di cinema italiano, facendo luce sui molteplici, concomitanti fattori – di diversa natura, dal contesto politico al dato economico, ad esempio – che hanno contribuito al suo sviluppo e alla sua diffusione.
I diversi capitoli approfondiscono temi e protagonisti di tutti i momenti significativi, dagli esordi nel 1896 ai divi del muto, dalla rinascita degli anni ’30 al neorealismo, dai nuovi autori degli anni ’60 alla crisi degli ’80, fino alla proclamata ripresa degli ultimi anni.
Il libro è edito da Lindau e disponibile in tutte le librerie, tradizionali e on line.

ISBN 978-88-903146-1-2L'altro titolo, invece, è "opera" di tutt'altra fattura. Si potrebbe considerare un punto di vista sul cinema opposto a quello di Russo. Uno sguardo dal di fuori, dalla parte di chi il cinema lo fruisce e, spesso, lo subisce senza avere strumenti per difendersi. "KinemaZOne 2007 - cronache dal cinematografo" di Ferdinando Carcavallo è la raccolta di resoconti di visioni cinematografiche dell'anno 2007, più una serie di visioni di recupero e l'intervista ai registi di genere Manetti Bros. Non si tratta, come specificato sulla quarta di copertina, di uno schedario critico ed esaustivo sulla produzione cinematografica del 2007, ma semplicemente il racconto di una anno di passione (in senso buono) per il cinema, dove film di grande distribuzione, opere indipendenti e cortometraggi di esordienti sono messi tutti sullo stesso piano in quanto facenti parte dell'unico e indivisibile mondo del cinema. Il libro è autoprodotto e disponibile sul sistema di print-on-demand Lulu.com e sui maggiori store on line.

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03 novembre 2007

17, ovvero l'incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino

di Ferdinando Carcavallo

Più conosco l'opera di Enrico Caria più aumenta la mia stima per questo non prolifico cineasta, ma contemporaneamente aumenta la mia acredine verso una politica distributiva che penalizza i talenti e priva il pubblico della visione di lavori originali e degni di considerazione.
Dopo il sorprendente Blek Giek (2001) e l'ultimo interessantissimo documentario Vedi Napoli e poi muori, ho recuperato l'opera prima di Caria, e non è stato facile (ho dovuto scomodare persone molto in alto).
"17, ovvero l'incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino", è un film del 1992 con Giovani Mauriello (ex NCCP) e Peppe Barra, in una delle sue rare e più riuscite trasferte cinematografiche.
Si tratta di un noir fantapolitico ambientato in una Napoli futuristica (2057) in cui il capoluogo campano è l'unica città sopravvissuta ad una guerra mondiale, scampata grazie al suo già alto tasso di inquinamento che ha fatto da baluardo ai veleni delle esplosioni atomiche. Il potere politico è conteso tra il presidente della Napoli bene, arroccata sulla collina di Posillipo, e il malavitoso 'O turco, indiscusso sovrano dei traffici illegali della inquinatissima "Giù Napoli".
L'umorismo nero che pervade l'intero film non scende mai di tono. Come un libro di Stefano Benni, un editoriale di Michele Serra (dei tempi di Cuore) o una elucubrazione satirica dello stesso Caria (guarda il NOPROJECT su
Mussolini e il mistero degli Ufo) la trama si sviluppa con ritmo e cadenza di un fumetto (devo citare anche Andrea Pazienza?) in cui non si contano le allegorie, i richiami a personaggi e fatti realmente esistiti (o facilmente riscontrabili) e un pessimismo di base che spiazza e diverte allo stesso tempo.

Il film è concettualmente originale e a tratti geniale e Caria in più occasioni strizza l'occhio sardonicamente a Ridley Scott di Blade Runner e a Luc Besson (agli inizi degli anni '90 erano questi i modelli del cinema di fantascienza) ma anche al nostrano Nanni Loy di "Mi manda picone", per quella abilità e disonvoltura nel calare nella realtà italiana generi e ritmi tipici del cinema d'oltremanica senza inciampare nel provincialismo. Certo, rispetto a quelli citati il film di Caria è un'opera artigianale, per non dire casalinga, in cui i limiti del low low budget si vedono, anche se ampiamente compensati dall'inventiva e dall'entusiasmo di regista e attori.

Se questo film fosse stato distribuito come meritava nel periodo in cui uscì, porbabilmente personaggi come l'agente segreto Rudy Caino, i killer calabresi Santo & Johnny e l'estroso boss 'O turco sarebbero oggi nell'immaginario cinematografico di ognuno di noi. Ma questo film, come gli altri di Caria dei quali solo Blek Giek è disponibile in DVD, fanno parte di quella nutritissima schiera di film belli e invisibili.

Ma qual'è il "problema" di Enrico Caria? Quale caratteristica gli impedisce l'accesso alla grande distribuzione e il conseguente meritato successo?
Fondamentalmente, credo, c'è il fatto che lui "se ne fotta" di ricevere statuette ai festival istituzionali o essere ingaggiato per adattamenti di adolescenziali bestseller.
Caria si avvicina al cinema per una necessità culturale, ogni qual volta il suo estro lo richiede e quando le sue fantasiose idee hanno le caratteristiche del racconto cinematografico. Sicuramente non aspira al jet-set del cinema adulto, e nemmeno ad un poltrona nel salotto nottambulo di Marzullo, ma sicuramente gli farebbe piacere sapere che i suoi film siano visti da più persone.

Vi lascio, comunque, con una buona notizia. Sul sito di Enrico Caria (http://www.enricocaria.it/) è annunciata l'imminente disponibilità in download del film. Attendiamo pazienti. Dovessero esserci novità, contate pure sulla mia tempestiva informazione.

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