di Ferdinando Carcavallo
Enrico Caria è uno dei pochi operatori della comunicazione che riesce a parlare di Napoli senza cadere nel retorico o nel bollettino di cronaca. Con il tocco ironico e satirico che lo contraddistingue (Caria è stato tra le firme principali de Il male e Cuore), il regista napoletano ha realizzato nel 2006 questo documentario dal titolo solo apparentemente iconografico probabilmente confidando in un coraggio e una lungimiranza dei distributori italiani che ancora una volta hanno dimostrato di non essere capaci a fare il loro mestiere. In questo caso il distributore avrebbe dovuto essere l'Istituto Luce, lo stesso che ha negato al pubblico l'ultimo lavoro del grande Sergio Citti e il bel film di Antonella de Lillo "Il resto di niente".
Eppure il genere documentario è tornato incredibilmente in auge, ma mentre importiamo dagli USA reportages cinematografici che ci raccontano di malasanità e abitudini alimentari spregiudicate di un paese lontano, un film come quello di Caria, che racconta una realtà vicina e pericolosissima come la totale assenza dello stato in una terra con un'economia completamente assoggettata al potere della malavita, viene completamente oscurato.
Anche volendo soltanto un mero discorso di cassetta (visto che solo questo capiscono i distributori), il film di Caria avrebbe potuto essere anche un'ottima occasione per il botteghino soprattutto cavalcando l'onda del libro Gomorra di Roberto Saviano, tra l'altro presente anche nel film.
In pieno stile dei documentari cinematografici, il film parte dall'intenzione del regista di girare un documentario sui prodotti tipici della Campania (ce lo vedete Caria che parla seriamente di mele, mozzarelle e melenzane?) che poi viene completamente dirottata verso un'analisi più approfondita dei cambiamenti delle abitudini della città durante gli ultimi dieci anni. Come nel libro di Saviano, dal film viene fuori una Napoli apparentemente senza speranza di cambiamento in cui il potere della camorra sembra essere l'unico, terribile e minaccioso punto di riferimento della città.
Oggi in DVD, il film di Caria è assolutamente da vedere, anche perchè nonostante la tragicità del tema (ma io sono troppo coinvolto) Vedi Napoli e poi muori non risparmia momenti di esilarante ironia.
0 commenti:
Posta un commento