di Ferdinando Carcavallo
Non possiamo certo dire che questa prima prova da regista del cantautore Federico Zampaglione sia un'opera particolarmente originale. Forse volutamente, Zampaglione ha miscelato in questa commedia nera tutti gli stereotipi ed elementi tipici del genere, dalla scrittura dei personaggi (il portiere impiccione napoletano, il burino ricco ciociaro, il medico psicopatico, il cinico finanziatore milanese) fino alla trama a metà strada tra "L'erba del vicino" di Joe Dante e "L'Inferno" di Chabrol. Questo non significa che Nero bifamiliare non sia un film piacevole. Tra l'altro credo che proprio la regia dell'esordiente Zampaglione sia la cosa migliore del film, anche perchè, diciamolo, ci vuole poco a rendere le scene intertessanti quando vi piazzi dentro una donna come Claudia Gerini.
Come era da aspettarselo, Zampagliore fa molto affidamento sulla suggestione della colonna sonora più che su dialoghi e recitazione per raggiungere i suoi scopi, ma da apprezzare è anche il modo con cui il regista è riuscito a fare un'opera omogenea con una rosa di personaggi tutti molto coloriti.
La scena migliore, dal punto di vista dell'impatto emozionale, è sicuramente quella della sera della finale dei mondiali con un montaggio serratissimo degli interni delle case del comprensorio. Un crescendo adrenalinico fino al disastroso/vittorioso epilogo.
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