01 settembre 2007

La cena per farli conoscere

di Ferdinando Carcavallo

Pupi Avati è uno di quei pochi registi sui quali si va sul sicuro. Difficile che faccia qualcosa che non gli riesca pienamente o che cerchi di andare al di là della propria sensibilità. Un autore che tuttora può permettersi di non adattatarsi al mercato e nemmeno adagiarsi sui propri successi. Ultimamente è particolarmente prolifico. Dopo "Il cuore altrove" sono arrivati a raffica "La rivincita di Natale", "Ma quando arrivano le ragazze" e "La seconda notte di nozze", tutti film egregi e che mi hanno sorpreso innanzitutto per l'intelligenza con la quale Avati riesce sempe a sfruttare i propri attori (anche se non capisco perchè li fa recitare sussurrando...).
Con questo "La cena per farli conoscere" ancora una volta il regista bolognese muove i fili del burattino (splendido) Abatantuono, da lui stesso sdoganato dalla commedia vacanziera ben 21 anni fa. Il film è perfetto nella regia e nella fotografia, non stanca mai (a parte quel problemino della voce afona, ma forse è una mia fisima) e arriva anche a divertire con toni da commedia nella scena principe della cena accennata nel titolo. Molto ben riuscite le caratterizzazioni di tutti i personaggi, compreso quello interpretato dall'ex ragazzo della 3C Fabio Ferrari, che dopo lunghi e difficili trascorsi personali forse adesso potrebbe avere un meritato momento di gloria.
Al meglio, oltre Diegone, la stagionata (nel senso artistico) Francesca Neri.
Da vedere, soprattutto per chi va al cinema per passione e non solo per svago.

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