30 settembre 2007

I Simpson - il film

di Ferdinando Carcavallo

Ok, eccolo qua. Il film dei Simpson non poteva essere fatto altrimenti. Scongiurato il pericolo di un episodio televisivo allungato già dopo i primi minuti dall'inizio, "I Simpson - il film" non tradisce nessuna aspettativa, anzi ci regala qualcosa che non speravamo. Il livello di ironia e cinico sarcasmo che rende questo cartoon unico non cade mai di tono. Citazionista quanto basta, cattivo, scostumato ma non offensivo, il film riesce anche ad essere spettacolare senza il ricorso alla Computer Graphic o alla animazione 3D.
La trama è un delizioso thriller ecologico. A causa dell'altissimo tasso di inquinamento, la città di Springfield viene isolata dal governo USA (il presidente è Mr. Arnold Schwarzenegger) con una enorme cappa di vetro. Sono i Simpson, perfetti eroi per caso, ad avere il compito di salvare la cittadina dalla distruzione definitiva.
I cinque componenti del nucleo familiare di papà Omer sono i protagonisti assoluti della storia, mentre gli altri personaggi del serial sono stavolta un po' più da parte per dare libero sfogo alle grandi star.
Non sono un patito di serial e tantomeno di cinema di animazione, ma credo che i Simpson superino le barriere di queste due tipologie di prodotto.
Il tema ecologico e antimilitarista che tiene in piedi tutta la storia è portato avanti, seppure in una chiave dissacratoria, con il dovuto rispetto. Alla fine non abbiamo l'idea di aver visto una parodia di genere ma una delle più riuscite commedie di costume americane degli ultimi tempi. Omer Simpson è sicuramente la versione elegante e raffinata di Borat.

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Maradona la mano de d10s

di Ferdinando Carcavallo

Non mi interessa e non capisco nulla di calcio, ma credo che Maradona sia stato un fenomeno così grande da potergli perdonare qualsiasi eccesso. Inutile fare moralismi con un genio dei piedi che con il nostro modo di essere (persone normali) non ha nulla a che fare. Uno come Maradona sfugge a qualsiasi tipo di giudizio perchè è (stato) unico. Quindi, fare un biopic che risulti all'altezza di un personaggio del genere è un'impresa difficile. Non solo Marco Risi non ci è riuscito, ma non è andato nemmeno in quella direzione.
Nonostante i tecnicismi apprezzabili del film (fotograia, movimenti di macchina), Maradona la mano de D10s non sembra affatto parlare del pibe de oro. Il film di Risi (regista che apprezzo e per il quale mi auguro prima o poi un grande riscatto) è la storia di un calciatore di successo vittima della sua ignoranza e poca intelligenza che si rovina con il "vizio" della cocaina. In nessun punto del film si ha l'impressione che si sta parlando del più grande calciatore di tutti i tempi. Non mi si venga a dire che si è voluto raccontare il Maradona uomo perchè la falsità e l'artificialità di dialoghi e situazioni non fanno di questo film un'opera di realismo.
Il livello del film è quello di una mediocre tv-fiction mediaset.
Non so se è colpa di Risi o dell'attore Marco Leonardi, ma il personaggio Maradona che esce fuori dal film è così ridicolo da essere facilmente dimenticato.
Spero chemai e poi mai a qualcuno venga in mente di fare un film su Totò.
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Mio fratello è figlio unico

di Ferdinando Carcavallo

Nel romanzo "Il fasciocomunista" di Antonio Pennacchi, la storia di Accio Benassi era un pretesto per raccontare trent'anni di lotte politiche italiane dagli anni '60 ad oggi. Nel film di Luchetti, ispirato al romanzo, accade il contrario, ecco perchè il titolo è diverso.
La storia di Accio potrebbe essere quella di un qualsiasi adolescente inquieto che cerca ad ogni modo di contestare a trecentosessanta gradi il mondo in cui vive: famiglia, religione, società e amore. Accio è Elio Germano che non solo interpreta la parte del protagonista nel film ma è così convincente da diventare una sola cosa con il personagio. Ci sarà dificile, in futuro, immaginarlo in ruoli diversi (in fondo era già un po' Accio anche in N. di Virzì).
Nel film è stata ampliata molto la parte del fratello di Accio, Manrico, forse per dare più spazio al divo Riccardo Scamarcio che, comunque, una volta per tutte dimostra di essere principalmente un attore e poi tutto il resto.
Il ritorno alle grandi storie del regista Luchetti direi che convince; la sua è una regia misurata, non invadente, ma allo stesso tempo rigorosa e precisa. Belle le scene dei dialoghi tra Accio e il suo mentore fascista Nastri (Luca Zingaretti) così come molto ben fatte quelle delle contestazioni.
Nel film, alla cui sceneggiatura ha collaborato lo stesso Pennacchi, compaiono personaggi non presenti nel libro ma che ci hanno permesso di ammirare una splendida Anna Buonaiuto in un ruolo comprimario.
Era qusto il film che poteva ben rappresentare l'Italia agli Orcar? Beh, sicuramente è un film del quale andare fieri, ma forse difficile da apprezzare in un contesto Academy. La sconosciuta di Tornatore è sicuramente un film più facile.
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28 settembre 2007

Vedi Napoli e poi muori di Enrico Caria

di Ferdinando Carcavallo

Enrico Caria è uno dei pochi operatori della comunicazione che riesce a parlare di Napoli senza cadere nel retorico o nel bollettino di cronaca. Con il tocco ironico e satirico che lo contraddistingue (Caria è stato tra le firme principali de Il male e Cuore), il regista napoletano ha realizzato nel 2006 questo documentario dal titolo solo apparentemente iconografico probabilmente confidando in un coraggio e una lungimiranza dei distributori italiani che ancora una volta hanno dimostrato di non essere capaci a fare il loro mestiere. In questo caso il distributore avrebbe dovuto essere l'Istituto Luce, lo stesso che ha negato al pubblico l'ultimo lavoro del grande Sergio Citti e il bel film di Antonella de Lillo "Il resto di niente".
Eppure il genere documentario è tornato incredibilmente in auge, ma mentre importiamo dagli USA reportages cinematografici che ci raccontano di malasanità e abitudini alimentari spregiudicate di un paese lontano, un film come quello di Caria, che racconta una realtà vicina e pericolosissima come la totale assenza dello stato in una terra con un'economia completamente assoggettata al potere della malavita, viene completamente oscurato.
Anche volendo soltanto un mero discorso di cassetta (visto che solo questo capiscono i distributori), il film di Caria avrebbe potuto essere anche un'ottima occasione per il botteghino soprattutto cavalcando l'onda del libro Gomorra di Roberto Saviano, tra l'altro presente anche nel film.
In pieno stile dei documentari cinematografici, il film parte dall'intenzione del regista di girare un documentario sui prodotti tipici della Campania (ce lo vedete Caria che parla seriamente di mele, mozzarelle e melenzane?) che poi viene completamente dirottata verso un'analisi più approfondita dei cambiamenti delle abitudini della città durante gli ultimi dieci anni. Come nel libro di Saviano, dal film viene fuori una Napoli apparentemente senza speranza di cambiamento in cui il potere della camorra sembra essere l'unico, terribile e minaccioso punto di riferimento della città.
Oggi in DVD, il film di Caria è assolutamente da vedere, anche perchè nonostante la tragicità del tema (ma io sono troppo coinvolto) Vedi Napoli e poi muori non risparmia momenti di esilarante ironia.
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Alan Ford viaggia nel tempo

di Ferdinando Carcavallo

Il primo numero del fumetto Alan Ford è uscito nel maggio 1969. Da allora Max Bunker, prima in coppia con il grande disegnatore Magnus, poi con Piffarerio e oggi con Perruca, scrive ogni mese una nuova storia dello sgangherato gruppo TNT. Oggi Alan Ford è arrivato al numero 460, ma a fine mese sarà in edicola il numero 500.
Con un salto temporale di ben quattro anni, infatti, l'infaticabile "grande vecchio" (in senso affettivo) del fumetto italiano ancora una volta farà qualcosa che nessun altro finora aveva osato (almeno in Italia). Questa celebrazione anticipata del traguardo del numero 500 può essere letta in tanti modi. Forse il sempernoster Max non confida nella longevità del personaggio? Non credo. Alan Ford nei suoi quasi 40 anni di vita ha affrontato molte traversie e non credo che Bunker sia uno che teme per il futuro. Il problema è che quando si tratta di Max Bunker è difficile sapere cosa ha in mente davvero. La nota della casa editrice (Max Bunker Press) che annuncia l'evento è abbastanza criprica: Nel mondo del fumetto tutto è possibile. La forza della fantasia scardina qualsiasi forziere, sblocca qualsivoglia ostacolo e viaggia nello spazio a velocità del pensiero.
Su questi presupposti Max Bunker attraversa la barriera temporale e corre al febbraio 2011, va all’edicola e prende una copia del numero 500 di Alan, poi rompe ancora la barriera spazio-tempo per tornare ai nostri giorni con una stupefacente anticipazione: il N.500 è qui, nel settembre 2007, con un anticipo di quasi quattro anni!
Un numero che non può mancare nemmeno a quelli che non fanno la collezione!!


Il numero 500, comunque, esce nella serie degli albi Speciali di Alan Ford e non interrompe (nè turba) la cronologia ufficiale, nella quale per ottobre è previsto un episodio in cui farà l'ingresso nella saga un nuovo personaggio dal nome bunkeriano doc e molto evocativo: Geko Limortacci.

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27 settembre 2007

Next di Michael Crichton

di Ferdinando Carcavallo

Uno come Michael Cricthon, il cui immaginario è popolato di dinosauri redivivi, geni impazziti, scenziati senza scrupoli e viaggi nel tempo senza ritorno, cosa sognerà la notte? Probabilmente nulla perchè scarica tutte le fobie sui masochisti lettori. Ma per essere lettore di Crichton non basta un'elevata soglia di resistenza alla paura, ma occorre anche una certa predisposizione alle tematiche scientifiche che lo scrittore americano è abituato ad approfondire con uno zelo pari, forse, solo al nostro Umberto Eco. A differenza dei colleghi best seller come Follet e Brown, infatti, Crichton ha l'abilità di presentarci i suoi scenari fantastici in maniera convincente, dandoci motivazioni scientifiche che (apparentemente) sembrano inoppugnabili. Certo un paradosso di fondo c'è sempre, anche evidente, ma viviamo tempi in cui il concetto di impossibile è in via di ridefinizione per cui scrittori fantastici come Crichton potremmo considerarli dei veggenti.
Next è un gene-thriller scritto apposta per il cinema, anche se per il momento non ci sono notizie su un'eventuale trasposizione (il film Next con Nicholas Cage è tratto da un racconto di Philip K. Dick). Senza rivelare troppo sulla storia, Next racconta di un intrigo scientifico-industriale al cui centro c'è un'azienda chiamata BioGen che non si fa scrupolo di utilizzare i geni umani per realizzare prodotti farmaceutici dagli effetti meravigliosi, ma non prettamente benefici.
Proprio per il fatto che lo stile science-thriller di Crichton oggi abbia fatto scuola e creato proseliti sia in letteratura che nel cinema, per quanto ben congegnate, le storie parallele di Next hanno tutte quel non so che di già letto (e visto). Difficile essere originali, in effetti, in un contesto come la genetica in cui, se non tutto è possibile, sicurramente tutto è prevedibile. Ciò non toglie, però, che anche il romanzo di Crichton sia avvincente e si faccia leggere con piacere e estrema scorrevolezza. Per chi volesse andare appena un po' al di là della trama del romanzo, le ultime pagine del libro riportano una dettagliata bibliografia, ma sicuramente più gustgosi sono i "falsi" articoli di riviste scientifiche riportati qua e là nel corso della narrazione.

Il sito ufficiale di Michael Crichton
Compra Next su libreriauniversitaria.it

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22 settembre 2007

18 settembre 2007

Facciamoci una Fiction

Il mensile Fiction TV, il magazine dedicato ai serial televisivi diretta da Franco Forte, ha dato vita da qualche mese all’iniziativa SCRIVI LA TUA FICTION IDEALE, che prevede la selezione e la pubblicazione sul giornale delle migliori idee riguardanti la realizzazione di una serie televisiva. I soggetti migliori (che possono essere brevi riassunti di ciò di cui tratterebbe la serie televisiva, o anche brevi racconti con ambientazioni e personaggi collocati in questo universo narrativo per la tv) vengono pubblicati in una apposita sezione del giornale, e letti da decine di migliaia di lettori, fra i quali praticamente tutte le società di produzione televisiva e cinematografica d’Italia.
La pubblicazione del soggetto su Fiction TV, a fini legali, vale più del deposito dell’idea presso la SIAE, poiché stampata e certificata dalla data di pubblicazione della rivista.
Per partecipare all’iniziativa SCRIVI LA TUA FICTION IDEALE bisogna seguire le seguenti modalità:

1) Scrivere il soggetto per una fiction che piacerebbe vedere in televisione. Può essere una semplice descrizione di come dovrebbe essere strutturata, con quali personaggi e in quale contesto, oppure un breve racconto che abbia scenario, trama e personaggi dedicati alla tua fiction ideale. Lunghezza massima del testo: una cartella dattiloscritta da 2000 battute, spazi vuoti compresi.
2) Allegare al soggetto/racconto tutti i dati personali(nome, cognome, residenza, telefono, indirizzo mail)
3) Compilare il modulo che si trova sulla rivista Fiction TV, ritagliarlo e spedirlo in originale alla redazione, insieme al soggetto.

Ogni mese la redazione di Fiction TV leggerà i soggetti/racconti pervenuti, e poi deciderà quali pubblicare sul primo numero utile del giornale.

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03 settembre 2007

Il rabdomante al cinema

Dopo una serie di presentazioni e importanti riconoscimenti il film del regista Fabrizio CattaniIl Rabdomante” arriva al cinema, uscirà dal 7 settembre in 15 città,la prima al Cinema Fiamma di Roma alla presenza dei protagonisti e gran parte del cast (ndk: a Napoli esce il 14 settembre, cinema Filangieri).

La parola d’ordine è coraggio: coraggiosa è la scelta di essere indipendenti e di autoprodursi attraverso la formula di The Coproducers e coraggiosa è la scelta di parlare di due temi attuali e scottanti, la siccità ed il commercio dell’acqua.

Protagonisti il materano Pascal Zullino, premio come miglior attore al Clorofilla Film Festival 2007, e l’ungherese Andrea Osvart, che vedremo nel prossimo film dei Vanzina.

Girato fra Bari e Matera racconta dell’amore fraterno fra Felice e la giovane Harja che fa da sfondo ad una storia di malavita e di sfruttamento, dove il futuro dei destini è affidato all’elemento primario da cui nasce la vita. “Abbiamo voluto parlare della vita di due persone sole e sfortunate -dichiara Cattani- diverse perché vengono da mondi geograficamente distanti, esposti fin da piccoli ad una violenza disumana ma nonostante questo capaci di trovare l’uno nell’altra la possibilità di sperare in qualcosa di diverso. Questa per me è la vera solidarietà” Il film è affiancato da due associazioni, il Forum Italiano dei Movimenti per L’Acqua e UnAltroMondo onlus, a testimoniare quanto siamo importanti oggi i problemi legati all’acqua come la privatizzazione di quella pubblica, l’aiuto necessario ai paesi che non ne hanno e l’educazione contro lo spreco. Le musiche originali del film sono di Louis Siciliano ed edite dalla Warner Chappel Music.

http://www.ilrabdomante.info/
ilrabdomante.blogspot.com

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01 settembre 2007

Nero bifamiliare

di Ferdinando Carcavallo

Non possiamo certo dire che questa prima prova da regista del cantautore Federico Zampaglione sia un'opera particolarmente originale. Forse volutamente, Zampaglione ha miscelato in questa commedia nera tutti gli stereotipi ed elementi tipici del genere, dalla scrittura dei personaggi (il portiere impiccione napoletano, il burino ricco ciociaro, il medico psicopatico, il cinico finanziatore milanese) fino alla trama a metà strada tra "L'erba del vicino" di Joe Dante e "L'Inferno" di Chabrol. Questo non significa che Nero bifamiliare non sia un film piacevole. Tra l'altro credo che proprio la regia dell'esordiente Zampaglione sia la cosa migliore del film, anche perchè, diciamolo, ci vuole poco a rendere le scene intertessanti quando vi piazzi dentro una donna come Claudia Gerini.
Come era da aspettarselo, Zampagliore fa molto affidamento sulla suggestione della colonna sonora più che su dialoghi e recitazione per raggiungere i suoi scopi, ma da apprezzare è anche il modo con cui il regista è riuscito a fare un'opera omogenea con una rosa di personaggi tutti molto coloriti.
La scena migliore, dal punto di vista dell'impatto emozionale, è sicuramente quella della sera della finale dei mondiali con un montaggio serratissimo degli interni delle case del comprensorio. Un crescendo adrenalinico fino al disastroso/vittorioso epilogo.

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La cena per farli conoscere

di Ferdinando Carcavallo

Pupi Avati è uno di quei pochi registi sui quali si va sul sicuro. Difficile che faccia qualcosa che non gli riesca pienamente o che cerchi di andare al di là della propria sensibilità. Un autore che tuttora può permettersi di non adattatarsi al mercato e nemmeno adagiarsi sui propri successi. Ultimamente è particolarmente prolifico. Dopo "Il cuore altrove" sono arrivati a raffica "La rivincita di Natale", "Ma quando arrivano le ragazze" e "La seconda notte di nozze", tutti film egregi e che mi hanno sorpreso innanzitutto per l'intelligenza con la quale Avati riesce sempe a sfruttare i propri attori (anche se non capisco perchè li fa recitare sussurrando...).
Con questo "La cena per farli conoscere" ancora una volta il regista bolognese muove i fili del burattino (splendido) Abatantuono, da lui stesso sdoganato dalla commedia vacanziera ben 21 anni fa. Il film è perfetto nella regia e nella fotografia, non stanca mai (a parte quel problemino della voce afona, ma forse è una mia fisima) e arriva anche a divertire con toni da commedia nella scena principe della cena accennata nel titolo. Molto ben riuscite le caratterizzazioni di tutti i personaggi, compreso quello interpretato dall'ex ragazzo della 3C Fabio Ferrari, che dopo lunghi e difficili trascorsi personali forse adesso potrebbe avere un meritato momento di gloria.
Al meglio, oltre Diegone, la stagionata (nel senso artistico) Francesca Neri.
Da vedere, soprattutto per chi va al cinema per passione e non solo per svago.

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