31 luglio 2007

Lost in Malindi

Proprio come in una commedia americana del dopoguerra o sul set di un film di Ed Wood, ecco la sfortunata (e speriamo breve) vicenda di un gruppo di cineasti arrestati in Kenia accusati di traffico d'armi mentre utilizzavano pistole giocattolo per la scena di un film. Il film in questione è Play Hard (The american game) e segna (dovrebbe segnare) il ritorno di Michele Massimo Tarantini, regista di B-Movies che oggi è annoverato tra gli autori più cult per aver dato al pubblico perle come La liceale, Napoli si ribella e Gay Salomè. Ma a essere finiti nei guai sono il produttore esecutivo Francesco Papa e il responsabile degli effetti speciali Silvano Scasseddu. La dinamica dell'arresto è davvero rocambolesca e sembra la trama di un film, forse più interessante di quella di Play Hard. Su corriere.it è raccontata abbastanza bene.

PAPA E SCASSEDDU LIBERI!!!

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30 luglio 2007

23 luglio 2007

Cameron Diaz nella magica scatola di Richard Kelly

Ancora al lavoro sulla post produzione dela sua opera seconda (l'ambizioso Southland Tales che pare riesca ad essere distribuito per novembre 2007), il regista prodigio Richard Kelly (Donnie Darko) è già al lavoro ad un'altra grande produzione. Si tratta di The Box, horror-thriller ispirato ad un racconto di Richard Matheson (autore di Io sono leggenda) che vedrà tra i protagonisti la splendida Cameron Diaz. Il racconto di Matheson narra di una sorta di lampada di Aladino a forma di scatola recapitata ad una giovane coppia che ha il potere di rendere reale qualsiasi desiderio in cambio del sacrifricio della vita di uno sconosciuto.
Kelly sarà anche produttore di questo film e dovrebbe cominciare le riprese proprio in contemporanea all'uscita di Southland Tales.
Il racconto The Box ha già avuto una versione cinematografica nel 1980 in un episodio della serie televisiva Ai confini della realtà intitolato Button, Button.
Speriamo che almeno per questo terzo progetto le cose filino lisce per Kelly, visto che per i primi due lavori il parto è stato abbastanza lungo (Southern Tales è stato presentato a Cannes nel 2006!!!).

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19 luglio 2007

16 luglio 2007

Non è più tempo di satira

di Ferdinando Carcavallo

Mario Monicelli (...) ha commentato il cinema di oggi. Ricordando Toto' il maestro della commedia all'italiana dice "quel cinema faceva della satira su un mondo sociale, politico, culturale che era rappresentabile, comprensibile e quindi anche ridicolizzabile, che cosa c'e' oggi di ridicolizzabile? La cosa e' talmente ridicola, volgare e poi addirittura irreale, e' tutta satira, controsatira, autosatira". (www.ansa.it)
Quindi, secondo il Maestro del cinema italiano, la commedia satirica ha senso quando c'è una realtà seria (o seriosa) da ridicolizzare, da schernire e dissacrare. In una società in cui nulla appare tanto serio, la satira potrebbe essere addirittura un potenziamento di certi schemi sociali, piuttosto che un tentativo di sabotaggio.
Monicelli, nella sua carriera, ha ironizzato su cose tanto serie come la guerra, la persecuzione fascista e il boom economico, e la sua satira ha contribuito a vederci più chiaro e aiutato gli italiani a prendere coscienza della propria condizione.
Oggi che i politici italiani pur di apparire in televisione firmano liberatorie per la trasmissione di immagini in cui appaiono come ignoranti e cafoni (ricordate le domande di attualità delle Iene ai parlamentari all'ingresso di Montecitorio?) e fanno a botte per essere imitati dal Bagaglino (la satira di regime per eccellenza), credo sia effettivamente molto difficile pensare ad un'azione di satira efficace. La satira per classe politica italiana ha oggi lo stesso ruolo della Gialappas per un reality show, solo apparentemente la ridicolizza mentre effettivamente rende popolari i protagonisti.
Forse il Maestro ha ragione. E' ora che il cinema italiano ci concentri su qualcosa di meno meschino della realtà del paese.

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15 luglio 2007

Nuvole (Episodio 1075) di Michele Pastrello

di Ferdinando Carcavallo

Michele Pastrello è un giovane regista veneto che in questi giorni ha ultimato il suo secondo cortometraggio "Nuvole" che arriva a due anni dal primo psycho-horror "Nella mia mente".

Il suo primo lavoro mi piacque davvero molto. Già in quell'occasione apparve evidente quanto Michele fosse padrone del linguaggio del thriller (e dell'horror) sia per le inquadrature che per il montaggio. Lessi in giro, all'epoca, entusiastiche recensioni (il corto vinse il primo premio al Pesaro Horror Film Fest) anche se qualcuno osservò che il finale fosse un po' grossolano e "telefonato". Osservazione che ancora oggi non condivido, in quanto il "cortometraggio di genere", per sua stessa natura, deve creare grossa emozione in pochi minuti e lasciare nello spettatore quella sensazione di incompiutezza (mamma mia, esisterà 'sta parola?) che Pastrello in "Nella mia mente" furbescamente lasciava cadere nell'ultima frase della bravissima protagonista Angela Picin.
Con "Nuvole" Michele Pastrello ha (credo) voluto osare di più.
Presentatosi bene col primo lavoro, battendo per altro sentieri collaudati e di effetto garantito (se in mano ad un bravo cineasta), il giovane regista sembra aver voluto dire: "Ok, adesso facciamo come dico io". Il risultato è un colpo di genio difficilmente etichettabile. Girato come un episodio di un'interminabile soap in economia (ma quale televisione ammetterebbe dei baci lesbo così appassionati?), procede velocemente verso un tragico epilogo che si subdora sin dalle prime sequenze, ma poi sorprende nel finale, in cui Pastrello si giochi la carta horror come nessun altro (che io ricordi). Come? Beh, farei uno spoiler pauroso soltanto nell'accennarvelo.
Da tenere d'occhio, sia per i due cortigià realizzati che per i progetti futuri tra i quali spicca un "I love Hemingway" davvero interessante.
Se esiste una giustizia nel mondo el cinema, si parlerà ancora e molto di Michele Pastrello. E di me come il primo recensore di "Nuvole".

La scheda e il trailer di Nuvole

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03 luglio 2007

Gente di rispetto al RomaFictionFest

Domani 4 luglio "Gente di rispetto" (People of Respect), il progetto di serie televisiva ideato dagli amici della scuola di cinema napoletana Pigrecoemme, verrà presentato ad una platea di produttori, commissioning editor, distributori, finanziatori e broadcaster internazionali nell'ambito della prima edizione del RomaFictionFest.

"Gente di Rispetto", una fiction basata su un falso reality con due famiglie mafiose contrapposte costrette a condividere la stessa casa, è rientrata a pieno merito tra i dieci format selezionati dalla giuria del festival, tra i moltissimi inviati da tutto il mondo, nella categoria "Continuing Series".

KinemaZOne fa a Giacomo Fabbrocino e Rosario Gallone i più sinceri auguri di successo.

Intanto, godetevi un assaggio di "
Gente di rispetto" e il primo episodio di un'altro esilarante serial Web ideato da Pigrecoemme intitolato "Videopolis".
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