26 marzo 2007

Dodici scrittori dodici

di Ferdinando Carcavallo

Sono in dodici e sono stati tra i primi a credere nel progetto Lulu (io sono arrivato tredicesimo...) e nell'autoprouzione letteraria libera e indipendente (e non onerosa).
Dodici scrittori prolifici che oggi, sempre tramite il sistema di Print on demand più utilizzato al mondo, danno vita ad una raccolta di racconti intitolata appunto XII.
Stiamo parlando di Daniele Bonfanti, una sorta di mito per la comunità di Lulu in quanto per molto tempo campione di vendite con il suo fantasy "L'eterno Sogno" (ma non paragonatelo nè a Tolkien nè a quel "ragazzino borioso" di Christopher Paolini), di strumm, già autore del fantasioso "Causa fidanzamento, vendo pecora..." e di altri nomi sicuramente non da talk show (non è un male, no?). L'unico famoso della cricca è il giallista Andrea G. Pinketts che ha regalato all'assortitissimo gruppo di grafomani una affettuosa prefazione.
Consigliato a chi una volta per tutte vuole togliersi lo sfizio di capire se chi sfugge dall'editoria baronale lo fa per principio o per incapacità. Ne resterà sorpreso.
Il libro sarà
acquistabile dal 1 aprile, a meno che non si tratti di uno scherzo.

Il blog dei XII

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Da Sodoma a Hollywood 2007

Il 22° Torino International GLBT Film Festival celebra quest’anno dal 19 al 26 aprile la sua XXII edizione: 22 anni dedicati al grande cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer. Grazie a una accurata selezione di film, anno dopo anno il Festival è divenuto una delle principali occasioni di dialogo e confronto per la comunità glbt, così come per il grande pubblico.
Il Festival ha anche il merito di aver fatto conoscere in Italia registi come François Ozon, Gus Van Sant, Derek Jarman, Todd Haynes e, recentemente, Eytan Fox, Apichatpong Weerasethakul, Alain Guiraudie, Auraeus Solito e Brillante Mendoza.
Non solo: il Festival ha anche fatto riscoprire autori e registi in parte dimenticati dal pubblico.
Ci sono tre sezioni competitive: lungometraggi, corti e documentari. Tutti i film in concorso saranno giudicati da tre giurie internazionali che assegneranno il Premio Ottavio Mai al miglior Lungometraggio e un premio per ognuna delle altre sezioni. Per ogni sezione competitiva è inoltre previsto un premio del pubblico.

Info e programma su www.tglff.com

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25 marzo 2007

P2P: Nunn'è peccato

La commissione affari giuridici dell'Unione Europea ha emanato una direttiva che sancisce, una volta per tutte, che non è reato scaricare materiale protetto da copyright come film, musica e libri se fatto per uso personale, ossia senza scopo di lucro o di guadagno diretto o indiretto. Per i falsari e per chi lucra in qualsiasi modo (chi vende copie masterizzate di film, Cd audio, videogiochi) le multe e le pene sono state inasprite e vanno da 100 a 300 mila euro in caso di recidività.
Attenti, pero', che la direttiva europea non è subito operativa. Sono gli stati membri dell'unione a dover legiferare al più presto seguendo la direttiva. Mi aspetto grandi ritardi del'Italia per via della SIAE, che per certe cose è come il Vaticano per i DICO.

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24 marzo 2007

Pollack e Guzzanti alla Casa del Cinema

Martedì 27 marzo ci sarà una grande LEZIONE DI CINEMA DI SYDNEY POLLACK alle 16:00 presso la Casa del Cinema in Villa Borghese a Roma (largo Marcello Mastroianni, 1). Il grande maestro, come altri prima di lui, si fermerà alla casa del cinema per raccontare e parlare della sua carriera con Enrico Magrelli e il pubblico di appassionati e addetti ai lavori della Casa del Cinema. In questa speciale occasione presentera il suo ultimo lavoro, RITRATTO DI FRANK GEHRY (la cui proiezione seguirà la lezione di cinema), biografia di un grandissimo architetto presentato al 59imo Festival di Cannes.
A conclusione alle 19.30, sarà la volta di FASCISTI SU MARTE. Sarà Corrado Guzzanti a presentarne l'edizione in dvd, chicca da collezione, così come l'incontro con lui.
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Death of a president

di Ferdinando Carcavallo

Io ho un pessimo senso dell’orientamento. Sono capace di perdermi anche a casa mia, per questo spesso mi ritrovo a sbagliare strada e farmi chilometri e chilometri di autostrade e statali nella direzione opposta a quella che porta alla mia meta. La cosa peggiore è quando la strada che mi allontana dalla mia destinazione è piena di traffico. Io vivo in una città dove oltre il traffico c’è ben poco e quindi dovrei esserci abituato, ma vi assicuro che farsi ore di fila in auto solo per arrivare in una piazzola per fare inversione è davvero un'esperienza frustrante.
Beh, se non avete mai provato un’esperienza così potete rimediare andando a vedere Death of a president. Si tratta di un noiosissimo e inconcludente mockumentary, ossia un noiosissimo e inconcludente documentario su qualcosa che non è accaduto.
Molti documentari veri sono noiosi, soprattutto quando cercano ad ogni costo di fornire tutti i minimi particolari su una vicenda per quanto essa sia ingarbugliata. Ma la noia spesso si sopporta in virtù della completezza; avere un’ampia immagine dell’accaduto aiuta a farsi un’opinione, ma quando sappiamo che anche i noiosi e svianti dettagli sono fiction allora ci scatta un po’ l’incazzatura.
Tanto più il mockumentary è fatto bene tanto più frustrante l’idea di stare a perdere tempo nel vedere qualcosa che non è un film, non è un documentario, non è una denuncia, non è un cazzo di niente.
Ridatemi i soldi, maledetti bastardi!
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The good German

di Ferdinando Carcavallo

Tanto di cappello a Soderbergh che ogni volta che fa un film conferma di essere uno che nel cinema sa fare praticamente tutto e con ottimi risultati. L’ultimo suo film che ho visto è stato Bubble che mi ha commosso e sorpreso. Un film, oserei dire, completo. Perfetto.
The good german, manco a dirlo, è un film di tutt’altro tono, come è omai giusto aspettarsi dal regista.
Dico subito che è un bel film, un bellissimo film degli anni ’40. Anzicchè semplicemente ambientare nella Berlino dell’immediato dopoguerra la storia della ricerca da parte di Russi e Americani di un cittadino tedesco particolare, Soderbergh ha creduto più efficace per la rievocazione delle atmosfere dell’epoca calare tutta la produzione del film in quel contesto. Lo aveva già fatto con le stesse motivazioni Spielberg con Schindler List, ma mentre in quel caso il regista si era ispirato ai cinegiornali, in questo Soderberg si è riferito ai classici del cinema. I modelli (o riferimenti) ai quali il regista americano si è ispirato non solo solo i maestri americani come Hawks e Curtiz, ma anche i neorealisti italiani, primo tra tutti il Rossellini di Roma città a perta e Germania anno zero.
Tutto del film ci riporta agli anni ’40: la recitazione, la fotografia, i chiaroscuri, mentre la modernità traspare dalle atmosfere erotiche decisamente troppo azzardate per l’epoca e la scorrettezza politica di alcuni ricostruzioni storiche.
Il finto cinematografico, che in altri recenti casi trovo insostenibile per più di 10 minuti, è realizzato al meglio e senza sbavature o forzature. Kate Blankett è incredibilmente a suo agio nel bianco e nero, mentre invece appare ancora troppo colorato Tobey Maguire. In questo caso il simbionte non ha agito fino in fondo.

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N. Io e Napoleone

di Ferdinando Carcavallo

Meno male che c'è Virzì. Meno male che c'è ancora uno che ha rispetto per il pubblico e per il cinema e realizza film che onorano entrambi. Film realizzati con ispirazione e impegno come questo ci dicono che in fondo il cinema italiano c'è ancora ed è potenzialmente grande. Se il regista, la produzione e il cast sono ispirati e non guidati dalle leggi del mercato e di una distribuzione miope con il chiodo fisso della cassa e della concorrenza straniera, vengono fuori opere che ci ricongiungono alla grande commedia italiana di anni ormai lontani. E così scopriamo che l'irruente Elio Germano ha tutte le carte per meritare la carriera di Giannini, che Monica Bellucci in fondo non recita poi tanto peggio della Sandrelli, che il bestemmiatore della TV Massimo Ceccherini veste benissimo i panni in altri tempi affidati ad un giovane Sordi, che il versatile Valerio Mastandrea è solo una generazione dopo Manfredi e che l'ormai collaudata Sabrina Impacciatore potrebbe sedere accanto a una Valeri senza sfigurare.
La distribuzione non ha premiato questo film, e se vi concedete la visione in DVD vi accorgerete di che tipo di politica distributiva sia attiva nel nostro paese. Un film come questo, che rappresenta la vera arte del cinema di oggi, se in una settimana non fa molti spettatori non va tolto per dare posto a cazzate redditizie, ma pubblicizzato meglio!!

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22 marzo 2007

Commediasexi

di Ferdinando Carcavallo

Ah ah ah… sto ancora ridendo! Ma come ho fatto a perdermi questo film a cinema? Meno male che c’è il divvuddì.
Troppo divertente, e poi dicono che la commedia italiana non esiste più!!! Ma che!?
Questo D’Alatri è davvero un genio. Veramente uno che ha ereditato e fatta sua l’esperienza dei vari Monicelli, Comencini, Risi, Steno e tutti gli altri.
Delle trovate davvero esilaranti.
Prima di tutto la trama, aaaahhh un intreccio stile farsa degli equivoci alla francese molto sfizioso. Praticamente, un povero cristo ai servizi di un potente si ritrova una top model nel suo letto…immaginatevi i risvolti piccanti.
Grandiosa la scena in cui lei, la bonona, di notte ha paura dei temporali e indovinate che fa??? Va a chiedere al povero cristo di farle compagnia a letto!!! A lui, capite? Non vi dico la faccia che fa il povero cristo.
Oppure quando lui, mentre guida ripete alla bonona il copione di un provino e declama “Ti amo, mia adorata, non ti lascero’ mai… etc.”, si ferma ad un semaforo e in quel momento un motociclista lo fissa con aria di sdegno e lui si arrabbia. Ah ah ah…
E il potente? Il politico sporcaccione? Ah, ma quello è un grande "attore" proprio. Tutti quei “Ma che staje a ddì?”, “Ma che sei scemo?”, “Ecca llà”, “’tacci tua” sono tutti dei chiari riferimenti alle bellissime pubblicità dei telefonini e del caffè.
Il film prende poi una piega seria (arriva pure Bruno Vespa!) quando la moglie del povero cristo - interpretata da un’attrice brillante che supera alla grande la prova della parte di una ipocondriaca – scopre la tresca del marito con la bonona. Che poi lui non ci sta davvero con la bonona, ma per finta, per proteggere il politico sporcaccione, però alla moglie non glielo dice perché…eh, perché? Mah, mi sarà sfuggito qualcosa, un’occasione per rivederlo.
Una sola pecca. Qualche tetta e qualche culo in più e sarebbe stato perfetto.
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19 marzo 2007

Tre mesi di SelfCinema

WWW.SELFCINEMA.IT è un sito di un cinema speciale, quello distribuito niente meno che dagli spettatori stessi grazie a SelfCinema, l’associazione che si propone di “adottare” e portare nelle sale i film di qualità che non hanno spazio nel tradizionale meccanismo distributivo.

Su www.selfcinema.it è possibile donare 6 euro per preacquistare un biglietto de “L’Estate di mio fratello” di Pietro Reggiani, il primo film adottato, di prossima uscita nelle maggiori città italiane. Grazie al pre-incasso raccolto si può raccogliere la somma minima necessaria a “convincere” gli esercenti a proiettare il film.

SelfCinema nasce come alternativa ad un’offerta culturale omologata e limitata che è alla base del mercato odierno. Un gruppo di cinefili stufi qualche mese fa si ribella, si associa e decide di adottare un film, di portarlo in sala, di offrire ad altri spettatori la possibilità di vederlo coinvolgendo gli stessi nel meccanismo della prevendita.

Giovedi 22 marzo al Lian Club di Roma (Via degli Enotri 8-San Lorenzo, ore 22.00) SelfCinema festeggia i primi tre mesi di attività con una serata di musica e cinema.
Durante la serata, organizzata le note dei Sauthern PACH & Damian e la voce di Carlotta Proietti si alterneranno alla proiezione di spezzoni del film e al primo corto di Reggiani "Asino chi legge", ad oggi ancora il cortometraggio italiano piu' venduto all'estero. Sauthern PACH & Damian eseguiranno con raffinata energia gli evergreen più coinvolgenti della musica dance, blues, funky e Carlotta Proietti, special guest, proporrà alcuni tra i brani più ricercati del repertorio classico americano.
Il biglietto di ingresso di 10 euro in cui e' compresa la consumazione, servirà al finanziamento dell’iniziativa e gli intervenuti riceveranno un tagliando/biglietto per andare poi al cinema a vedere "L'Estate di mio fratello".
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15 marzo 2007

Napoli Film Festival 2007

Lavori in corso per il NapoliFilmFestival, pronto a tornare in scena con la sua IX edizione. La rassegna cinematografica, organizzata dall’Associazione Napolicinema, si svolgerà quest’anno dal 13 al 20 giugno portando in città anteprime internazionali, grandi stelle del cinema italiano e americano e i tre concorsi ufficiali del Festival.
Gli organizzatori hanno già lanciato i tre bandi ufficiali per i concorsi dell’edizione 2007: il Concorso Europa, Mediterraneo, riservato ai lungometraggi dell’area Europa, Africa e Medio Oriente, i concorsi Schermo Napoli Documentari e Schermo Napoli Cortometraggi, riservati alle opere inedite girate da registi campani o realizzate in Campania. I bandi per partecipare ai concorsi ufficiali sono disponibili sul sito www.napolifilmfestival.com
I direttori del Festival Davide Azzolini e Mario Violini sono intanto al lavoro per definire la lista degli ospiti della IX edizione dopo il successo ottenuto lo scorso anno con la partecipazione al NapoliFilmFestival di Sergio Castellitto, Paolo Virzì, Alex De La Iglesia, Marco Bellocchio e Cristina Comencini.
In via di definizione anche la giuria internazionale per il Concorso Europa, Mediterraneo, mentre sono aperte le domande per entrare nella giuria degli studenti universitari.
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Apnea a Napoli

Da domani 16 MARZO al cinema ASTRA di Napoli, verrà proiettato il film APNEA di Roberto Dordit con Claudio Santamaria, Elio de Capitani e Giuseppe Battiston.
Il film resterà in sala una sola settimana, a meno che le masse oceaniche di Ho voglia di te non decidano di dirottarsi sotto ipnosi a vedere questo piccolo ma bellissimo film noir.
Il film, iniziato nel 2001 e dichiarato nel 2004 di interesse culturale e nazionale dal Ministero per i Beni Culturali, ha avuto accesso ai fondi destinati alle opere prime e seconde (art. 8) consistente in un contributo di 250 mila euro come aiuto alla distribuzione, contributo però tagliato dal celeberrimo Decreto Urbani.

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Il dizionario del cinema: la Campania (vol.1)

di Ferdinando Carcavallo

Sapevo già di vivere in una terra antica sulla quale è passata molta della storia di questo paese e non solo.
Sapevo anche benissimo che il popolo campano ha dato i natali a personaggi illustri e meritevoli di gloria, però accade che la quotidianità e il rancore verso la propria terra, che non sempre (quasi mai) ti restituisce quello che dai, ben presto ti fanno dimenticare che ci può essere anche dell'orgoglio oltre la rabbia nell'appartenenza ad un territorio. Sono rare le occasioni che ti riconciliano con la tua terra, ed una di queste è sicuramente quella di sfogliare il bellissimo volume del Dizionario del cinema dedicato alla regione Campania. Si tratta solo del primo di due tomi, tanto è vasta la raccolta di titoli e nomi che partendo da queste parti hanno reso il cinema italiano qualcosa di cui ancora oggi possiamo andar fieri e sperare nel futuro.
Il viaggio enciclopedico nell'Italia del cinema è cominciato dal Sud e con questa terza tappa il curatore Giuseppe Papasso si conferma essere un viaggiatore tutt'altro che distratto e superficiale. Come già per i volumi sulla Calabria e Puglia/Basilicata, per ogni film, documentario o fiction televisiva censito sono riportate informazioni tecniche (cast, location, sinossi) e critiche (recensioni, articoli di giornali).
Non credo di peccare di vano campanilismo nell'affermare che rispetto ai precedenti questo sulla Campania appare essere da solo un'opera completa.
L'opera è acquistabile sul sito www.dizionariodelcinema.it e su Libreria universtaria.
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12 marzo 2007

C'è un grande passato nel nostro futuro

di Ferdinando Carcavallo

Tutto è iniziato con i mockumentary, i falsi documentari come Blair Wich Project, film che ha dato via ad un filone sterminato che passa dall'Italiano Il mistero di Lovecraft fino ai recentissimi Morte di un presidente e Borat!. Ma se la moda è scoppiata in questi anni, pero', il genere non nasce certo oggi, in quanto nel passato si trovano ottimi esempi come Zelig di Woody Allen (irragiungibile) e il musicale This is the Spinal Tap.
A parte ciò, il falso cinematografico impazza nelle sale con un'altra variante, quella del film antichizzato, con un Grindhouse che finge di essere degli anni '70 ed Intrigo a Berlino che si tuffa nei gloriosi '50. Anche qui non siamo proprio ad un'invenzione. Il mistero del cadavere scomparso, seppur in chiave parodistica, e ancora il genio di Allen di Ombre e Nebbia facevano qualcosa di simile nei soliti anni '80, ma mentre allora si trattava di esperimenti quasi ludici, oggi il gioco sembra essere diventato un vizio.
Credo che il fenomeno, assieme alla fastidiosissima febbre dei remake, sia un segnale di un certo empasse nella creatività del cinema. Gli effetti speciali, le techiche di post produzione e il montaggio digitale hanno raggiunto un livello di affidabilità e credibilità tale che per sconvolgere (o meglio sorprendere) il pubblico paradossalmente è più facile mostrargli qualcosa che ha già visto e dimenticato che sottoporgli visioni futuristiche.
Guardarsi indietro non fa mai male, questo è sicuro, ma a patto che non ci si limiti soltanto all'estetica cinematografica e si cerchi di reinventare anche un modo di scrivere e produrre tipico degli anni passati (parlo soprattutto per l'Italia) nei quali la realizzazione di un film era legata a movimenti culturali e rispondeva a precise esigenze formative del pubblico e non quelle di mercato degli sponsor.

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Il numero 23

Beh, certo che stavolta Jim Carrey se l'è andata a cercare. Dopo che in Italia gli hanno rovinato il miglior film della sua carriera con il titolo più idiota della storia della distribuzione (Se mi lasci ti cancello) adesso se ne esce con questo "23" che a causa del cabalistico significato ridevole (23 = 'o scemo) sarà sicuramente oggetto di scempio. Immagino già titoli sublimi come "Il matto dei numeri" o meglio ancora "Scemo + scemo = ventitrè"
The Number 23 è un film thriller teso, angoscioso e violento (classificato come R dalla MPAA americana), che vede Jim Carrey (nella foto) alle prese con il ruolo di un uomo qualsiasi, Walter Sparrow, ossessionato da un libro intitolato The Number 23 che sembrerebbe proprio ispirato alla sua vita ma che si conclude con un omicidio che non è stato ancora commesso.

Nel cast figurano anche nomi del calibro di Rhona Mitra, Virginia Madsen (Firewall, Spider-Man) e Logan Lerman (The Butterfly Effect).

Il trailer

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02 marzo 2007

Nemmeno un filo di speranza

Spett.le Casa Editrice Il Filo,
ho oggi ricevuto la Vostra lettera con la quale mi onorate di una proposta editoriale per il mio romanzo "Due Punto Zero" che avete avuto la compiacenza di leggere in tempi ristrettissimi, considerata la mole di manoscritti che Vi si devono proporre mensilmente.

Sono davvero compiaciuto dell'attenzione rivoltami e dell'interesse che il mio romanzo ha suscitato alla vostra esimia Casa Editrice tale da spingerVi ad inviarmi già il contratto che non dovrei far altro che firmare.

Tuttavia, ahimè, mi vedo costretto a farmi scappare l'occasione che con cotanta benevolenza avte voluto darmi.

Il motivo per il quale con il buio nel cuore sto qui a digitarVi queste amare parole di diniego è che la mia modesta abitazione non è logisticamente adatta ad accogliere l'ingombro delle 150 copie del libro che io dovrei acquistare come segno di partecipazione all'iniziativa al prezzo complessivo davvero simbolico di 1.950 euro, spesa dalla quale rientrerei facilmente con i diritti d'autore non appena saranno vendute le prime 1.500 copie.

Vi pregherei di non prendere questa mia decisione come un rifiuto, ma bensì come una rinuncia.

Con immutata stima e rinnovata gratitudine
Vi saluta il Vostro affezionato mancato scrittore

Ferdinando Carcavallo

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