17 febbraio 2007

Morte di un presidente: cult o stronzata?

di Ferdinando Carcavallo

Le possibilità sono due. Il film inglese falsamente storico di Gabriel Range, incentrato su un'ipotetica militarizzazione degli Stati Uniti dopo l'uccisione di Bush, può rivelarsi tanto un fenomeno cult, alimentando discussioni e tavole rotonde, oppure una emerita stronzata sensazionalistica, alimentando comunque discussioni e tavole rotonde ma di taglio puramente propagandistico.
Fatto sta che Morte di un presidente, già vincitore di un premio della critica al Festival di Toronto (garanzia di qualità o di cosa?), arriverà nelle nostre sale a marzo (Lucky Red) dopo essere stato trasmesso in TV in Inghilterra e non ancora distribuito negli Stati Uniti.
La cosa che tocca di più guardando il trailer è il fatto che le sequenze del falso attentato rimandino inevitabilmente al vero assassinio di Dallas del 1963, accostando Bush a Kennedy.
Speriamo non si riveli un'operazione simile a quello stupido film sul rapimento di Berlusconi (Bye bye Berlusconi) prodotto dalla televisione tedesca qualche anno fa.

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