A me Bronx puzzava un po', nel senso che era troppo bello per essere l'opera prima come regista di Robert de Niro. In quel film tutto rimandava a Scorsese, al miglior Scorsese di cui De Niro è stato per tempo l'attore prediletto. Che il primo film di De Niro regista potesse avere qualche riferimento a quel cinema era più che ovvio, ma Bronx è un film così bello che può essere considerato uno dei migliori film apocrifi di Scorsese. Inevitabilmente un divo come De Niro avrà avuto la collaborazione dei migliori cineasti hollwoodiani, a parte l'amico Chazz Palminteri he firmò soggetto e sceneggiatura e che ebbe nel film un ruolo d'attore che Scorsese avrebbe certamente dato a De Niro.
Detto ciò, oggi finalmente arriva l'opera seconda di De Niro regista (a parte The Score in codirezione con Frank Oz) che si intitola L'ombra del potere (perchè la traduzione letterale Il buon pastore era blasfema?).
Il film racconta la nascita della CIA, ma non è una spy-fantasy. Piuttosto è un film che cerca di mettere in evidenza come il potere più grande del pianeta sia potuto finire nelle mani di persone anonime. Matteo Signa su MyMovies dice: "Stilisticamente in linea con i dettami del cinema classico, la pellicola costringe lo spettatore a prestare la massima attenzione ai dialoghi. Non solo. Implica un vero e proprio lavoro induttivo e interrogativo che presuppone l´esistenza di vuoti che il singolo deve, in qualche modo, riempire grazie alle personali conoscenze storiche e politiche. Attraversare cinematograficamente diverse decadi (venticinque anni di storia americana) nel giro di quasi tre ore potrebbe rischiare di mettere lo spettatore in uno stato di ansia e di sovraccarico mentale in quanto troppo preoccupato di sciogliere le numerose implicazioni presenti. Per fortuna, nulla di tutto questo avviene. "
Il film racconta la nascita della CIA, ma non è una spy-fantasy. Piuttosto è un film che cerca di mettere in evidenza come il potere più grande del pianeta sia potuto finire nelle mani di persone anonime. Matteo Signa su MyMovies dice: "Stilisticamente in linea con i dettami del cinema classico, la pellicola costringe lo spettatore a prestare la massima attenzione ai dialoghi. Non solo. Implica un vero e proprio lavoro induttivo e interrogativo che presuppone l´esistenza di vuoti che il singolo deve, in qualche modo, riempire grazie alle personali conoscenze storiche e politiche. Attraversare cinematograficamente diverse decadi (venticinque anni di storia americana) nel giro di quasi tre ore potrebbe rischiare di mettere lo spettatore in uno stato di ansia e di sovraccarico mentale in quanto troppo preoccupato di sciogliere le numerose implicazioni presenti. Per fortuna, nulla di tutto questo avviene. "
Il film esce il Italia il 20 aprile ed ha un cast eccezionalmente stellare, con lo stesso De Niro, Angelina Jolie, Matt Damon, Alec Baldwin (visti di recente con Scorsese..), WilliamHurt e John Turturro. Una bella responsabilità, non c'è che dire.
2 commenti:
No basta è chiaro che la distribuzione da noi è impazzita del tutto. Che razza di titolo è quello nostrano? sembriamo sempre degli imecilli che se non gli metti il titolo esplicativo non capiscono... -_-"
Io tutta 'sta puzza non l'avevo sentita; "Bronx" era un film di un debuttante che, come attore, aveva già lavorato con grandissimi registi. Insomma, bisognava esser proprio "gnucchi" per non aver imparato nulla!!! O no???
BenSG
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